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Add’o monaco rattuso: ovvero la scienza esatta a Napoli

I modelli, la matematica e il problema della demarcazione della scienza


Vidi tutte le reti del Maligno distese sulla terra e dissi gemendo:
Chi mai potrà scamparne? E udii una voce che mi disse: L’umiltà!
Sant’Antonio Abate

Incrociamo le dita…!

Oddio, mica questa scaramanzia è un atteggiamento antiscientifico e non serve?

Qui, tutti in coro mi rispondono: non è vero ma ci credo!

Comunque sia, la classifica di Serie A del campionato di calcio italiano, oggi, 26 febbraio 2023, segna una distanza di 18 punti tra la capolista Napoli e la prima inseguitrice. Si è giocata la giornata 24 delle 38 programmate, e quindi il conto è presto fatto: ci sono ancora un massimo di 42 punti in palio, e quindi se il Napoli racimolasse almeno 25 punti nelle prossime 14 partite, avrebbe dalla sua la sicurezza matematica del primo posto; infatti, nel caso prospettato, anche con la migliore performance possibile dell’Inter e del Milan che sono le prime in coda dietro di noi, la matematica non lascerebbe possibilità a differenti esiti di classifica!

Il bello della matematica è proprio questo: la certezza delle sue conclusioni!

Ma la fiducia che riponiamo nella certezza della matematica è davvero così ben riposta?

In un certo senso sì!

In altro senso è eccessiva e mal riposta!

Infatti, la certezza delle conclusioni matematiche è vera e assoluta solo all’interno dello specifico modello formale della matematica stessa, ed a patto di non commettere errori nei calcoli dei passi procedimentali, procedurali.

La matematica è così adamantina nella propria forza persuasiva, da farci perdere di vista il fatto che essa si muove all’interno di certi suoi propri limiti (le sue regole e i suoi modelli) entro cui ha una validità assoluta, ma al cui esterno perde di assolutezza; all’esterno di quei suoi limiti propri e costitutivi, pur mantenendo una notevole forza, si caratterizza per essere relativa e non è da considerarsi un qualcosa di assoluto e infallibile, ma solo un modello (modello matematico) con cui cerchiamo di descrivere scientificamente (ma non solo! Basti vedere per esempio ai modelli numerici di Pitagora, Bruno e della Cabbala) oggetti e fenomeni.

In generale, e anche nel senso comune del termine, un modello rappresenta un qualcosa che è fatto, proposto o assunto come una particolare forma con cui conformare altre forme o oggetti materiali o simbolici; un modello è come un esemplare di riferimento, di cui tenere conto per riprodurre, imitare o modificare una qualche cosa di nostro interesse.

Nelle scienze più formalizzate e assiomatizzate, come la matematica e la fisica, un modello è un isomorfismo logico di una teoria: rappresenta cioè una possibile interpretazione, implementazione o realizzazione della teoria presa a modello. In tale ambito, un modello è rappresentato da un sistema logico/simbolico costruito su di assiomi e teoremi astratti che delimitano un campo o universo di enti per i quali gli assiomi ed i teoremi della teoria sono veri o validi.

Così, in matematica, un modello non è altro che un particolare insieme di oggetti e relazioni matematiche, ossia una struttura logica, con cui confrontare oggetti e fenomeni che appartengono a sistemi esterni alla matematica stessa, la cui struttura è meno nota e generalmente più complessa.

Ad esempio, modelli matematici possono essere utilizzati per affrontare e interpretare fenomeni e osservazioni della fisica, della biologia, della medicina, della sociologia, dell’antropologia, della politica, etc.

Possiamo immaginare un modello come una rete da pesca.

A seconda della conformazione delle maglie ed eventualmente anche degli stramazzuoli, dei piombi e dei galleggianti, un abile pescatore che ne sappia maneggiare la posa in acqua e il ritiro a riva, riuscirà da un mare pescoso a portare a casa una buona e selezionata pesca.

La stessa Scienza è un modello (modello scientifico) con cui proviamo a descrivere oggetti e fenomeni.

E così, anche per la scienza vale la metafora della rete: solo una buona rete con buoni pescatori e mare propizio, potrà rendere buona scienza ossia una valida conoscenza e performante rispetto ai propri obiettivi.

Per contro, un sistema non scientifico o uno metafisico, come possono essere le pseudoscienze o la psicanalisi o le religioni, sebbene valide in alcuni settori dell’esistenza, delle conoscenze e della salute, andrebbero massimamente distinte e demarcate rispetto alla scienza poiché, non essendo falsificabili, esulano dal modello logico oggi accettato maggiormente dalla scienza e attengono piuttosto ad altri modelli di conoscenza del mondo, e poi perché ex falso sequitur quodlibet.

In definitiva, un modello non scientifico, potrà performare come una religione dogmatica e, come nella parabola di Matteo, potrà essere buono a raccogliere come vero, giusto e valido, qualsiasi assunto e qualsiasi cosa in maniera quasi indistinta: il regno dei cieli è anche simile a una rete che, gettata in mare, ha raccolto ogni genere di pesci.

E che non si pensi che modelli non validi per i canoni scientifici siano automaticamente esclusi dal mondo scientifico! Anzi… spesso questi sono indovati nelle fondamenta stesse della scienza così come in tante sue applicazioni e sviluppi.

E nemmeno dobbiamo commettere l’errore di superficialità e manicheismo di ritenere non utile ciò che si intromette nella scienza senza esser scienza: talora infatti la pseudoscienza è un innovatore foriero di fertili rotte nuove per la scienza vera.

Basti pensare a tutto quanto è accaduto nel turbolento periodo caldo della pandemia da covid-19: dall’affacciarsi con le vesti della verità scientifica di modelli teorici indimostrati quali l’immunità di gregge; all’utilizzo disinvolto dell’off label di farmaci e procedure mediche, sociali e politiche; dall’introduzione di obblighi vaccinali al di fuori di protocolli di sicurezza derivanti da studi scientifici ben condotti; allo scontro ideologico vax vs no-vax; dall’uso delle mascherine  ai distanziamenti sociali alle nuove definizioni di parentele e convivenze.

Tutto un vortice caotico di non scientificità e di azzardo ma da cui i più accorti e prudenti potranno trarne nuovi terreni fertili per approcci autenticamente scientifici e forieri di innovazioni in numerosi capi della vita e del sapere umano!

Perciò, nella scienza, così come nella saggezza popolare, prima di andare alla pesca esamina ben bene la tua rete, così da poterne stabilire limiti, opportunità e azzardi.

Quando utilizziamo la matematica come mezzo per conoscere il mondo, dovremmo sempre aver presente queste cose: quale modello o formalismo matematico stiamo utilizzando (com’è fatta la rete che sto utilizzando?); se questo formalismo che sto utilizzando è adatto a studiare l’oggetto o fenomeno d’interesse particolare (la maglia della rete è adatta a trattenere il genere di pesci che voglio pescare? Per esempio, se voglio catturare sardine, quanto vi apparirà pertinente che utilizzi reti a maglie larghe per tonni?); se sto rivolgendo il mio sguardo d’osservazione scientifica nella giusta direzione (il mare che ho scelto per gettare le reti quanto è giusto? Può ospitare la vita? Quanto è pescoso? Etc.); se ho gli strumenti e i procedimenti idonei, in termini di preparazione scientifica e di mezzi tecnici a disposizione, per indagare l’oggetto o fenomeno d’interesse (il pescatore sa preparare, gettare e ritirare la rete?).

Quando utilizziamo i metodi della scienza per conoscere il mondo, dovremmo sempre aver presente queste cose: che anche il metodo scientifico non è più di un modello e che in quanto tale ha le opportunità e i limiti intrinseci a ogni modello; che la scienza è un campo non ben delimitato e scarsamente assiomatizzato: esiste il serio e purtroppo trascurato problema della demarcazione della scienza!

Del problema della demarcazione della scienza se ne occupano poco gli scienziati; piuttosto è un campo di nicchia in era di tecnocrazia e scientismo, di indagine della filosofia della scienza e dell’epistemologia.

Esso cerca di definire i limiti della scienza, e prende le mosse dalla problematicità nel separare e tenere distinta la scienza dalle pseudoscienze, dalla metafisica e dalla religione.

Questo campo d’indagine cerca di rispondere alla domanda: quali sono i criteri per definire i confini tra ciò che è scienza e ciò che non lo è?  È possibile tracciare questi confini? Esistono questi confini?

Quindi, il problema della demarcazione dellascienza non si propone di distinguere il vero dal falso (anche perché se così fosse, cadrebbe d’un pezzo in un paradosso!) ma di stabilire, se possibile, i criteri che differenziano la conoscenza scientifica rispetto a tutte le possibili conoscenze e teorie. Appare ovvio che il problema della demarcazione è essenziale non solo sotto l’aspetto teorico e filosofico ma anche peri suoi risvolti pratici, che vanno da quelli economici dei finanziamenti della ricerca a quelli sociali, giuridici, etc.

Allora, vi chiedo: secondo voi abbiamo risolto il problema della demarcazione della scienza?

La risposta è semplicemente: NO!

Nonostante il dibattito millenario sulla formulazione più frequente e banale del problema: la differenziazione tra scienza e fede o tra religione e fede; e nonostante il fatto che attualmente è in vantaggio il criterio popperiano di falsificabilità rispetto al suo asimmetrico di verificazionismo del Circolo di Vienna, in definitiva il campionato è ancora aperto e non solo non è chiaro chi vincerà tra le squadre in campo, ma neppure quali esattamente siano le regole di questo gioco! Per ora sono in campo ogni sorta di fedeli, tra cui scienziati, filosofi ed epistemologi. Ma manco è chiaro in quale rete bisogna segnare o se ce ne siano dove segnare!

La verità è che, con Salvatore e Saverio di Così parlò Bellavista, quasi tutti discutono del fatto se, per prevedere gli avvenimenti futuri (come si richiede a una vera scienza), sia preferibile affidarsi a Don Gaetano o piuttosto all’unica vera scienza esatta che è ‘o monaco rattuso…

… E allora, non potendo uscire scientificamente dal loro dubbio, che è anche il nostro, per ora godiamoci le certezze delle reti di Victor Osimhen, che tanti goal stanno pescando in maniera inattesa!

E speriamo che la matematica presto imponga il suo sigillo di perentorietà il un gioco in cui le regole sono finalmente conformi al modello matematico che lo rappresenta…

Beniamino Casale, responsabile IPAS Terapie Molecolari e Immunologiche in Oncologia – AO dei Colli – Ospedale Monaldi.

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