Agrumi insoliti

Stufi della classica frutta? Proviamo con Cultivar alternative

Quando si parla di agrumi o di spremute da bere, con la mente già si pregusta il sapore di un buon succo di arancia, l’agrume di gran lunga più popolare e preferito del pianeta, secondo solo al cioccolato. C’è chi consuma questo frutto abitualmente a colazione o per spuntino, perché è sano, nutriente e gustoso, specialmente in inverno, quando altri tipi di frutta cominciano a scarseggiare. Ma se vogliamo dare un’aria di novità alla nostra sana alimentazione, oltre alle comuni arance, possiamo gustare altre cultivar, altrettanto preziose per la nostra salute e dal sapore caratteristico.

Esistono agrumi naturali e loro ibridi, dalle proprietà benefiche e dalla versatilità in cucina, davvero sorprendenti.

L’Austrialian Blood lime è un incrocio tra la cultivar Citrus australasica var. sanguinea e l’Ellendale Mandarin (a sua volta già un ibrido tra l’arancia ed il mandarino). Sono frutti piccoli di una pianta creata dai ricercatori del CSIRO per individuare quale incrocio possa dare cultivar resistenti al sale. La buccia ha un colore variabile dall’oro al rosso sangue, mentre il sapore della polpa è molto dolce e deciso. I semi sono piccoli e carnosi. In Australia queste piante possono fungere anche da ornamento. Il frutto si presta bene ad essere lavorato per creare marmellate, succhi e creme pasticcere.

Il Calamansi lime, o calamondino, invece, è un agrume tipico delle Filippine. Sebbene esternamente abbia la forma di una comune arancia ed il colore del lime, questo frutto, la cui polpa è di un delicato colore arancio, ha un sapore molto particolare. Infatti è abbastanza aspro perché sembra un mix di limone, kumquat e lime. Il frutto è molto più ricco di vitamina C e di sali minerali (calcio, magnesio, fosforo, zinco e sodio) rispetto ai comuni agrumi ed è molto diffuso nella cucina filippina. Accompagna ogni tipo di pietanza, dal tè freddo alle carni e ai frutti di mare. Ottime sono le marmellate ed i succhi. Il calamondino è molto apprezzato anche per le sue proprietà antinfiammatorie, antimicrobiche, epatoprotettive, espettoranti, ansiolitiche, antidepressive, disintossicanti e antiossidanti.  

Il Finger Lime, il gourmet bushfood australiano, in italiano chiamato Limone caviale o Caviale di agrumi per le numerose vescicole sferiche della polpa, simili al caviale, è stato una fonte di cibo per le tribù aborigene native australiane per migliaia di anni. Non solo; il frutto era anche usato a scopo medicinale, per prevenire alcuni malesseri e come antisettico. È considerato una sorta di caviale di frutta, per la sua insolita struttura interna, somigliante al caviale. La polpa globulare, composta da una miriade di perle succose, croccanti, piccanti, rosa, verde pallido e bianche, che al palato rilasciano un piacevole sapore astringente e leggermente asprigno, è molto apprezzata dai migliori chef stellati. Il frutto è ricco di vitamine (C, E, acido folico) e potassio. Spremuto su tacos, riso, tofu, insalate verdi e macedonie, è ottimo sia accompagnato ad altri frutti (avocado, loti, zenzero, anguria e meloni) che a piatti a base di pesce o pollo. Molto gustose le marmellate e i dolci (ghiaccioli al cocco e cioccolato fondente, crostate di frutta o crema pasticcera, ecc.) che lo prevedono tra gli ingredienti. Non è raro ritrovarselo, galleggiante, in mojitos, margaritas, Martini e gin fizz.

Il pomelo o pummelo o Citrus maxima, è l’agrume più grande della famiglia delle Rutaceae. Originario del Borneo, questo frutto che ha colori che vanno dal verde pallido al giallo, quando matura, somiglia molto al pompelmo, ma non è un suo ibrido. Le sue dimensioni sono molto più grandi di quelle del pompelmo. La polpa è bianca (di rado assume colore rosa o rossastro), succosa, dolce e delicata, per niente amara come quella del pompelmo. Il suo apporto calorico per 100 g è di sole 38 calorie ed è ricco di fibre, vitamine e minerali. È ideale per insaporire insalate, cocktail e salse. In Sri Lanka è molto amato come dessert, cosparso di zucchero. Chi mangia abitualmente il pomelo beneficia delle sue proprietà benefiche, come il miglioramento della digestione, la perdita di peso, la buona funzionalità cardiovascolare, la normalizzazione della pressione sanguigna, ecc.

Il Kumquat, al contrario, è piccolo come un’oliva ed è dolce e sapido. È un frutto molto antico, dal colore arancio brillante, di cui si consuma pure la buccia, liscia, fragrante e ricca di oli essenziali. Se ne conoscono due varietà, Fortunella margarita e Fortunella hindsii.

Il limone Meyer, invece, è un ibrido di origine cinese. Importato negli U.S.A. agli inizi del ‘900, fu praticamente distrutto per evitare che il suo virus, Tristeza, potesse contagiare anche le altre piante di agrumi. Fu salvata una sola cultivar che risultò resistente e indenne da virus e da allora fu coltivata sia come pianta ornamentale che da frutto. I limoni Meyer sono più piccoli dei comuni limoni ed hanno una buccia sottile, commestibile e molto profumata. Sono moderatamente acidi, ma nascondono anche qualche nota di dolcezza. In cucina, infatti, vengono usati sia per ricette dolci che salate.

E che dire del Bergamotto? Un agrume ibrido, coltivato già nel ‘700, nel cuore della Locride, nel sud Italia, nato dall’incrocio di lime ed arancia acida. Del Bergamotto se ne conoscono tre varietà: il Femminello (dai frutti aromatici), il Castagnaro (più vigoroso nella struttura, con frutti rugosi) e il Fantastico (dall’essenza caratteristica). Il bergamotto ha sapore acre e molto aromatico. In pasticceria è molto apprezzato come ingrediente per la preparazione di caramelle, canditi, gelati, torroni e bevande. Le sue azioni benefiche sulla salute sono innumerevoli: dal controllo dei livelli di colesterolo nel sangue al trattamento di stati ansiosi e depressivi, dall’azione disinfettante a quella antivirale.

La Mano di Buddha è un sarcodattilo della varietà Citrus medica. È davvero un agrume insolito e anche bizzarro per la sua forma. Il frutto, dal colore giallo brillante, ha il corpo che si divide formando dei segmenti, simili alle dita di una mano. In Cina è un noto simbolo di felicità e lunga vita. I giapponesi lo regalano a Capodanno per augurare buona fortuna. Della mano di Buddha si apprezza solo la buccia, una scorza oleosa molto profumata ed aromatica che, come cedro ha un sapore tra l’amaro ed il dolce.

Anche gli agrumi vantano un loro super food, lo Yuzu, o Citrus junos, della famiglia delle Rutaceae. Nell’isola giapponese di Shikoku, dove è molto diffuso, viene chiamato Yuja ed è il nutrimento dei polli. Non a caso le uova che si producono sono molto aromatiche. Lo Yuzu è un ibrido tra il mandarino satsuma e il papeda ichang. Il suo sapore richiama quello del limone, del mandarino e del pompelmo. Con lo yuzu si può aromatizzare il burro, la birra e le creme pasticcere, spolverare i dessert con la sua buccia grattugiata, condire le uova, accompagnare sashimi, capesante e frutti di mare con i suoi fiocchi liofilizzati oppure può essere utilizzato come ingrediente in alcuni tipi di snack ai cereali o sotto forma di gelatina o per preparare salse acide.

A conclusione di questa carrellata di agrumi un po’ insoliti ci sono i Tangelos, nella varietà Minneola. Simili alle comuni arance, in realtà sono degli ibridi naturali di mandarino Dancy e pompelmo Duncan. Di colore arancio brillante, questi frutti non hanno semi o, se ci sono, hanno una grandezza effimera. Sono agrumi dolci ma dal retrogusto aspro. Essendo figli di pompelmi e mandarini, conservano i loro micronutrienti benefici per la salute (vitamina A, C, flavonoidi, fibre, magnesio, calcio e potassio). I Tangelos si gustano crudi, da soli, come sostituenti di mandarini, pompelmi e limoni, oppure in combinazione con altri alimenti sia dolci che salati. La marmellata di Tangelos è buonissima ed è l’ideale per la prima colazione.

Mirella Gallo, Consulente in Nutrizione e Fitness, esperta in elaborazione di diete in condizioni fisiologiche e patologiche, personal trainer.

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