Alimentazione corretta per cani e gatti: cosa c’è di nuovo?

La maggior parte delle famiglie italiane, ma forse anche europee e nel mondo, hanno tra i loro componenti cani e gatti. Questi fantastici animali arricchiscono con la loro presenza le nostre esistenze; riescono a renderci allegri con le loro effusioni d’affetto, ci distraggono se siamo stressati, ci consolano quando qualcosa non va per il verso giusto. Cani e gatti sono al fianco dell’uomo da millenni, il cane ancor prima del gatto, e con l’uomo si sono evoluti. Da questo rapporto interspecifico sia loro che noi umani abbiamo avuto innumerevoli vantaggi. Ma vediamo come è successo che siamo diventati amici così intimi …

L’inizio della convivenza.

E’ probabile che durante la preistoria un bambino o una donna abbiano trovato un cucciolo orfano di canide selvatico e, mossi dalla tenerezza che un cucciolo di ogni specie riesce ad evocare, lo abbiano portato al loro accampamento. Questi uomini primitivi hanno quindi iniziato a offrire del cibo a questo cucciolo, ovvero gli scarti di quello che loro mangiavano. Il cucciolo è man mano cresciuto e gli uomini che lo stavano allevando si resero conto che questo piccolo animale era un’ottima sentinella: ad ogni rumore che poteva provenire da un predatore il cucciolo faceva il suo dovere di cane abbaiando per avvertire il suo nuovo branco umano. Questo comportamento di guardia fu quindi ritenuto molto utile dall’uomo primitivo il quale, grazie a questo antifurto a costo zero, poteva impiegare il suo tempo in altre attività, finanche artistiche, non dovendo più preoccuparsi di difendere continuamente l’accampamento. Il cucciolo, oramai diventato adulto, diede vita ad una stirpe di altri canidi che pian piano iniziarono a distaccarsi dalla vita selvatica per seguire quegli strani animali bipedi, gli uomini. Anche loro avevano il loro bel tornaconto: tutti gli avanzi dei pasti erano per loro, e quindi non dovevano neanche fare la fatica di andare a caccia! Il sodalizio si è protratto nei secoli e il cane ha assunto, grazie alla pressione selettiva dell’uomo che lo allevava, le sembianze e le attitudini più variegate: dai minuscoli barboncini che devono fare solo compagnia, ai temerari maremmani che difendono le greggi, agli instancabili bracchi che cacciano per noi. In mezzo a tutte queste razze poi, un infinito caleidoscopio di meravigliosi mix, spesso molto forti, belli ed intelligenti.

E il gatto?

Discorso un po’ diverso per il distaccato felino. È probabile che molto tempo dopo, ai tempi degli antichi Egizi, questi eleganti animali avessero capito che nelle vicinanze dei granai ci fosse un interessante via vai di topolini e uccelli, prede tra le preferite di questi piccoli felini. A quel punto i gatti, furbi come pochi, concentrarono le loro battute di caccia proprio nei pressi dei granai, riuscendo con poco tempo e fatica a fare bottini interessanti. Gli uomini Egiziani, resisi conto che quell’elegante e sinuoso animale riduceva drasticamente le perdite di grano, in quanto sterminava i ladruncoli roditori e gli uccelli, pensarono che qualche Dio gliel’avesse mandati e pertanto li elesse perfino ad animali sacri. A differenza del cane però il gatto non si è mai fatto addomesticare più di tanto, ma ha semplicemente fatto ciò che lo caratterizza in natura: cacciare le prede per sopravvivere, e forse anche un po’ per divertirsi.

La storia che influisce sull’apparato digerente: carnivori stretti e “carnonnivori”

Vi chiederete come questa breve premessa sulla domesticazione di canidi e felidi possa influire sulle abitudini alimentari di cani e gatti, e vi assicuro che il nesso c’è, eccome! Partiamo dal presupposto che entrambi sono carnivori, ma il cane, che rispetto al gatto ha subito una domesticazione in tempi precedenti, lo potremmo definire un carnonnivoro. A furia di cibarsi degli avanzi del suo amico umano, infatti, il cane ha addirittura sviluppato dei geni che gli consentono una parziale digestione dei carboidrati e perfino degli amidi. Il gatto invece tutto sommato ha mantenuto per secoli e eccoli la sua dieta originaria e, malgrado al giorno d’oggi venga alimentato anche con piccole quote di carboidrati, è ritenuto ancora un carnivoro stretto, per la fisiologia deli suoi processi digestivi.

Cosa mangiavano e cosa mangiano cani e gatti ?

I canidi selvatici sono anch’essi carnivori ma in diversi studi si è visto, applicando radiocollari e telecamere di sorveglianza nelle aree dove vivono branchi di lupi, che questi animali arricchiscono la loro dieta anche con frutta caduta dagli alberi, uova prese dai nidi, con qualche erba selvatica e talvolta con qualche radice. La quota principale di energia viene ovviamente presa della preda che spesso cacciano in gruppo ed è quindi costituita da proteine, grassi, poca fibra e sali minerali contenuti nelle carcasse, allo stesso modo di quello che accade per i felini. La differenza sostanziale è che il canide se può risparmiarsi la battuta di caccia lo fa, accontentandosi anche di cibarsi di carcasse lasciate da altri predatori; è per questo che nella catena alimentare i canidi selvatici sono considerati ottimi spazzini. Il felino invece in linea generale vive di e per la caccia preferendo una preda appena catturata, con organi e muscoli freschi, e magari ancora alla temperatura di 38 gradi!

È per questo che il cane è considerato un animale con necessità nutrizionali più varie rispetto ai felini. Capita tuttavia che i nostri gatti di casa gradiscano il gelato, o un cornetto per colazione, ma la scienza ancora si interroga su come sia possibile, alla luce anche del fatto che i gatti non hanno il senso del gusto per il sapore dolce!

Come alimentare cani e gatti moderni?

L’alimentazione dei nostri amici a 4 zampe deve essere costituita in ogni caso prevalentemente da proteine di origine animale, quali carne, pesce e uova. Ad alcuni di essi per motivi medici si possono offrire anche formaggi e latticini. Altra fonte fondamentale di nutrimento sono i grassi che, per offrire la gamma completa di acidi grassi essenziali, basilari per il metabolismo generale ed il benessere globale, devono provenire da fonti miste, sia animale che vegetale. Nel cane poi si possono aggiungere carboidrati provenienti da cereali, ma anche da tuberi e da frutta e verdure. Importantissimo in entrambi è poi l’apporto di fibra, proveniente da verdure e frutta, ed utilissima per consentire un corretto funzionamento dell’apparato gastroenterico. E non da ultimo sali minerali, vitamine, macro e microelementi. Per formulare una dieta bilanciata con la presenza di tutti i nutrienti che servono per l’omeostasi dell’organismo conviene quindi rivolgersi ad un esperto del settore, un medico veterinario nutrizionista.

Crocchette, scatolette & co.

Un’alternativa alla preparazione di un pasto fresco è quella di utilizzare cibo industriale preconfezionato e formulato appositamente per i nostri amici. Questa alternativa ha i suoi pro ed i suoi contro, come pure la dieta fresca.

Nei prossimi articoli vedremo nel dettaglio i vantaggi e gli svantaggi dei vari tipi di dieta per cani e gatti. Nel frattempo chiedete consiglio a un veterinario nutrizionista e non ve ne pentirete!

Dr.ssa Maria Desiderata D’Angelo, medico veterinario, specialista in malattie infettive veterinarie e patologia aviare, esperta in omeopatia veterinaria, master in nutrizione clinica del cane e del gatto.

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