In questi giorni mentre i nostri bimbi guardano la tv possiamo scorgere i loro occhi intristirsi mentre vengono trasmesse le pubblicità di zainetti e quaderni per il rientro a scuola. Di sera, magari a cena, diventano scontate domande del tipo: “Mamma, quanto manca all’inverno? Ma quando ritorniamo al mare? E’ già finità l’estate?”. Ma la vera domanda è un’altra: ma quando inizia la scuola? E il vero dubbio dei più piccoli è: sarò capace di affrontare il nuovo anno scolastico?
Il mal di pancia la sera, il chiederci di addormentarci con lui, la richiesta di storie della buona notte più lunghe e fantasiose sono alcuni dei segnali che devono destare la nostra attenzione per capire che i nostri piccoli hanno paura del rientro in classe.
I bambini possono soffrire di “Ansia da ritorno a scuola”. Il rientro alla routine scolastica porta con sé molto stress e può far affiorare nel bimbo l’ansia di separazione e le paure pregresse. Il ritorno a scuola può comportare uno stato di malessere diffuso che coinvolge diverse fasce di età, dai bambini più piccoli agli adolescenti. Per tutte le fasce di età è previsto un periodo di adattamento naturale alle nuove fatiche che può essere più o meno variabile a seconda delle inclinazioni personali e della struttura emozionale del singolo.
Ma come possiamo aiutare i più piccoli in questo periodo? Come possiamo prevenire i capricci, le notti insonni e i pianti all’entrata dell’edificio scolastico?

Un primo consiglio è rivolto ai genitori che devono abbassare “l’ansia di separazione” che percepisce il bambino, quando l’adulto è insicuro. L’ansia da separazione, come affermato dalla psicanalista Margaret Mahler è uno stadio normale di vita che si sviluppa intorno agli otto mesi, una volta che il bambino comprende che i genitori non scompaiono quando sono fuori dalla portata del suo campo visivo. L’ansia da separazione raggiunge il suo apice intorno ai 10-18 mesi di età per poi abbassarsi gradualmente, e passare dai pianti disperati alla tristezza del bimbo a cui mancano la mamma e il papà.
Ma non è tutto. In questo delicato periodo storico, l’epidemia e tutte le paure che ne conseguono possono essere trasmesse e amplificate nel bambino. Come figure di attaccamento stabili i genitori dovrebbero evitare in presenza del piccolo alunno di esprimere esplicitamente la diffidenza per le misure di rientro adottate dalle istituzioni e tutti i dubbi sulla messa in sicurezza del bambino in classe; andrebbero anche evitati in presenza del piccolo i servizi televisivi “forti” e i talk-show sull’argomento perché nell’immaginario del bambino vedere situazioni litigiose potrebbe alimentare nella propria fantasia tantissime paure. Il genitore dovrebbe essere il filtro ovvero dovrebbe aiutare il bambino ad inserirsi in classe, dovrebbe accompagnarlo all’uscio della scuola, specialmente i primi giorni, con un sorriso e uno sguardo di sicurezza. Vanno evitate, inoltre, anche tra i genitori che si rincontrano dopo mesi, scambi di frasi come: “Speriamo bene per quest’anno, speriamo di non tornare in DAD”. Altre frasi deleterie che il genitore deve evitare sono le pseudo minacce del tipo: “Finalmente inizia la scuola, così ci rilassiamo!”, “ti mando a scuola!”. Questi incisi creano nel bambino la consapevolezza che la scuola sia una punizione e non mostrano al piccolo l’opportunità educativa e l’impegno che dovrebbe rappresentare per loro il rientro a scuola.
Ma ritornando “all’ansia del rientro” possiamo veramente fare tanto per prevenire il malessere dei più piccoli, abituandoli gradualmente alle ruotine che li aspetta tenendo vivi i bei ricordi delle serate di babydance e i giorni in spiaggia e al mare. I bambini, specialmente quelli dai 3 anni ai 10, non amano le sorprese, odiano ritrovarsi all’improvviso ingabbiati in cambi di orario o di situazioni nuove e frustranti; ecco perché ricostruire insieme al genitore gradualmente orari e situazioni potrebbe aiutarli molto. Un buon punto di partenza sarebbe iniziare con lo svegliarsi presto la mattina per poi fare colazione nei giusti orari ovvero addormentarsi intorno alle 22.

Un altro modo per sedare le ansie del piccolo studente è quello di riflettere e accettare che sta per iniziare la scuola e, quindi, capire il tempo che scorre. La psicologia comportamentale e le strategie comportamentali possono aiutarci molto; creare insieme al nostro bambino un calendario dinamico può aiutare come l’avere una vera e propria agenda visiva che organizza il rientro in classe con cose da fare per arrivare al primo giorno di scuola carichi e con le idee chiare. Ma anche stampare un calendario, mettere la crocetta sui giorni che passano, scrivere insieme le cose da fare e da comprare per il rientro in classe, completare il libro delle vacanze, telefonare ad un amichetto e tante altre azioni possono risultare utili.
Lo scopo è quindi quello di creare una sorta di percorso che lo impegni e accompagni gradualmente il piccolo al rientro in classe e scongiurare in maniera efficace l’ansia del rientro in classe.

Raffaela Cerisoli, Psicologa e dottore di ricerca in Scienze della mente, A.O. dei Colli, Ospedale Monaldi