Buon lunedì! Buon inizio mese! Buon anno! Buongiorno!
E ti sembra poco? Lascia stare per un attimo quel che stai facendo. Fermati un momento.
Dico a te, che come me e come tutti ormai, ad ogni nuovo inizio già ti senti sfatto come un letto su cui hai dormito male, sfatto persino al risveglio del lunedì quando senti che anche il nuovo giorno ti pesa sul piumone come un macigno… Perché sarà pure l’inizio, la nascita di una nuova settimana, ma già porta con sé la stanchezza del ieri e le complicate aspettative del domani…
Esattamente come un inizio mese. Un inizio anno. Un inizio vita. Ogni punto è parte di una retta o una semiretta o di un segmento. Nessun punto nuovo è solo nello spazio. Lascia perdere, dicevo, il tuo impegno. È sicuramente importante ma non credo vitale.
Lasciate tutti voi perdere. Anzi, lasciate vincere! La scena in cui dovete provare a immedesimarvi adesso è questa: un vedovo, un padre, un uomo, un condannato a morte guarda la figlia appena dodicenne. Lei è una ragazzina. È una bambina che ha nel destino o la morte della sua giovane vita o la sofferenza di una sopravvivenza. Il padre ha appena visto spegnersi la moglie. La hanno spenta cliccando sull’interruttore di un mitra. Pochi mesi prima si erano dati l’ultimo buongiorno al letto. Buongiorno! Poi si erano alzati e ognuno, secondo capacità, ma unendo i punti in un disegno comune, aveva iniziato la giornata con il peso del da farsi ma con l’entusiasmo, di cui purtroppo meno si parla, di costruire insieme quel giorno, come mattone del futuro familiare.
Quel padre è giovane ma si sta avviando alla morte mentre la morte ancora più veloce di lui si avvicina. Il padre, il vedovo, il condannato-senza colpe-a morte, guarda la sua piccina. Le si mette accovacciato davanti. La guarda e dalla sua bocca, con un filo diretto che parte dal cuore dilaniato, le dice solo scusami per averti messa al mondo (…)

Ecco come con un ricordo imprigionato un una frase una delle ultime superstiti delle persecuzioni degli ebrei ha sintetizzato i concetti di vita e di morte, nel cerchio che delimita e stringe dello strazio. Lei non è più una bambina e da quel giorno non lo è più stata. È diventata anziana e sulla pelle raggrinzita dagli anni conserva numeri. Ma è nell’anima ancor più raggrinzita e stropicciata dai cattivi che conserva il ricordo di un dolore che marchia più di un numero tatuato. Quel giorno è rimasta sola senza sapere nemmeno cosa fosse la guerra.
Forse quel giorno si chiese cosa fosse quella cosa così brutta che qualcuno aveva deciso. Da grande, lei che aveva dovuto smettere di giocare, ha poi capito che quella cosa chiamata guerra non era null’altro che un gioco! Alcuni adulti giocano così con le vite degli altri. Lei quel giorno e quegli altri li ricorda. Lei è sopravvissuta, gli altri no. Forse ha vinto lei? Chissà. Rimane in vita ma vi viaggia come una valigia che porta dentro sofferenza. Rimane il dubbio su chi, con la sopravvivenza alla morte e a una guerra abbia vinto tra il bene e il male. E anche se la vita è bella… ha orribili misteri che spesso la fanno somigliare di più ad un incubo che a una realtà magica per bambini.
Scusami per averti messa al mondo. E non è vero che la storia è maestra di vita. Qui, ancora oggi, tutti disimparano. Insomma, guardiamoci intorno…Guerre e persecuzioni. Tra razze e tra civili conviventi. E dentro tutti sono turbati. Persino il giorno lunedì in uno spazio dove pare vi sia pace.
Buon inizio. Buon inizio ogni lunedì che ci fa paura perché appare denso e vischioso anche nelle latitudini dove la guerra non fa null’altro che rumore. Buon inizio mese, perché ogni ciclo porta in sé nuova nascita. Ma che non si dica più che la vita è bella da morire! Che ognuno di noi sia bello da vivere! Che ciascuno possa essere a ogni alba la scintilla della ri-nascita, ma in nome di quella vita che ci fa sentire fortunati di essere nati!

Erminia Casale, avvocato e docente di diritto