Chi sono io per giudicare? “Ecco sono ben meschino; mi metto la mano sulla bocca” (Gb 40,4)
Cosa conosciamo di noi stessi? Siete e siamo sicuri di conoscerci? Non pensate, come capita spesso a me, di non sapere veramente la persona che si è? Sappiamo giudicare molto spesso gli altri eppure sono certo che sia molto bassa la capacità di penetrare realmente nella vita degli altri e capirne i perché di certe scelte, il come si arriva a certe scelte, i perché di certi gesti, il come si arriva a certi gesti.
Amo pensare che noi tutti siamo in divenire e la nostra quotidianità definisce il nostro carattere giorno dopo giorno, ma ieri non è uguale ad oggi e sarà diverso da domani ed eventi, non dipendenti dalla nostra volontà, incideranno sul nostro comportamento plasmando il nostro modo di essere ed aiutandoci a conoscere la nostra essenza. Posso io giudicare un ladro senza aver mai avuto il bisogno di rubare? Posso io giudicare una prostituta senza aver mai avuto il bisogno di prostituirmi? Posso io giudicare l’operato di un chirurgo senza essere mai stato solo con un bisturi in mano sul filo tra la vita e la morte? Posso io giudicare l’operato di un imprenditore senza aver mai avuto sulle spalle la vita di decine o centinaia di famiglie? Ne potrei fare tanti di esempi ma essendo io uno sportivo arrivo sempre lì, dove il cuore mi batte più forte. Possiamo noi giudicare dei ragazzi che ci rappresentano in Italia o nel mondo solo mossi da un’ invidia dovuta al fatto che loro magari sono ricchi e noi no?

Ma avete idea dei sacrifici che Matteo Berrettini ha fatto per essere quello che è oggi? Avete idea che nessuno gli ha assicurato che sarebbe diventato quello che è oggi? Sapete quanti Matteo Berrettini ci sono in giro che ora fanno lavori umili e come Matteo hanno sacrificato la loro gioventù ad allenarsi e non ce l’hanno fatta?
Prendete Giovanni Di Lorenzo, recente campione d’Europa, ed andate a guardare il suo passato, la sua strada. Quattro anni fa nessuna squadra di serie C era interessata alle sue prestazioni, il ragazzo stava per chiudere per sempre il cassetto con all’interno i suoi sogni.
Eppure a 14 anni era andato via di casa, eppure non si era concesso gioie extrasportive sino ai 21 anni; gli amici in discoteca e lui a nanna, gli amici in vacanza in giro per il mondo e lui in ritiro a sudare, gli amici in famiglia a festeggiare le ricorrenze e lui a 800 km da casa da solo in un collegio. Nessuno gli ha assicurato che sarebbe diventato uno dei più forti terzini al mondo. Ed eccolo qua oggi, forte come un toro, scattante come un ghepardo e soprattutto consapevole del suo passato e della strada fatta, pronto a raccogliere quello che merita, soldi fama e riconoscenza da un paese intero.
Dietro ogni atleta c’è sudore privazione sofferenza ed una scommessa su stessi, anche dietro l’atleta che ci appare più superficiale ed altezzoso.

Sarebbe bello se tutti noi iniziassimo a non giudicare gli altri, sarebbe bello se a tutti noi fosse data l’opportunità di vivere più vite diverse per capire realmente come saremmo stati se gli eventi fossero cambiati, io nel mio piccolo non ho mai rubato ma cosa farei se un giorno fossi veramente disperato? Semplice, non lo so, e voi?

Francesco Capone, Biologo specializzato in Informazione Scientifica del Farmaco, calciatore modesto, padre innamorato, commerciale di pacemaker midollari