Com’era bello quando si stava a casa ad attendere la telefonata di un’amica, di un possibile fidanzato, quando esisteva solo la TV per avere un collegamento con il mondo, quando si utilizzavano le cabine telefoniche per strada per chiamate urgenti… o per prendere un appuntamento. Era tutto più semplice e la nostra vita era meno stressante.
Con la nascita dei computer e successivamente l’avvento di Internet il mondo ha iniziato a modificarsi, facilitando il lavoro in molti aspetti, e l’invenzione dei cellulari e ha poi semplificato i collegamenti con gli altri. L’evoluzione della telefonia mobile in smartphones e la nascita dei social, in primis Facebook e, a seguire, tutti gli altri, hanno comportato i contatti virtuali a danno però di quelli fisici e della comunicazione verbale.
Mi domando come saranno i giovani di oggi alla nostra età…se noi adulti siamo stati travolti da questo nuovo mondo non oso immaginare le conseguenze che i social di prossima generazione avranno sui ragazzi che già oggi dipendono dalla tecnologia e le connessioni.
Spesso si assiste a scene molto tristi, tipo un gruppo di adolescenti che non dialogano più tra loro ma sono tutti immersi in giochi e lo scambio di messaggi tramite il cellulare, per non parlare dei genitori che lottano con i propri figli per non fare utilizzare gli smartphone a tavola.
Il mondo dei social lo ritengo un po’ come una droga, da cui molto spesso è difficile staccarsi, mettere un freno, per non parlare del fatto che vieni a conoscenza della vita delle persone in qualsiasi momento.
Il danno maggiore che essi hanno comportato è stato l’assistere ad un aumento della mancanza di socialità: non si parla più, non si dialoga, e ciò avviene soprattutto tra i giovani. A questo si aggiungono i rischi provocati dall’uso ingenuo o superficiale dei social, che possono mettere nei guai minorenni magari postando o diffondendo la foto di una ex o di una compagna immortalata, per gioco, in atteggiamenti amorosi poco consoni.
Giovani o adulti, tutti li usiamo e ci sembra impossibile immaginare la vita, professionale o privata che sia, senza smartphone e connessione. Quanto siamo diventati dipendenti da questo mondo virtuale iper-tecnologico? Apparentemente tanto, se non troppo, al punto che se usciamo dimenticando il cellulare a casa torniamo subito a prenderlo. E’ anche vero che, se ci è capitato di starne senza per un paio di giorni a causa di un guasto, di una riparazione, siamo sopravvissuti e lo staccare dal mondo per un breve periodo di tempo, dopo una prima fase di tensione e preoccupazione, ha permesso di rilassarci e sentirci liberi.

Il mio appello si rivolge ai genitori dei bambini: insegnate ai vostri figli un giusto utilizzo dei mezzi di comunicazione e date loro delle regole fin quando potete e, soprattutto, invitateli a praticare uno sport, possibilmente di squadra, e a fare tutto ciò che crei aggregazione con altri bambini, per sviluppare relazioni sociali e aiutarli nel processo di crescita.
La vita, prima, era molto più semplice e genuina cosi come anche i sentimenti delle persone. Oggi tutto è cambiato, purtroppo anche il cuore di tanti forse troppo concentrati su sé stessi e molto poco sugli altri.
Speriamo in un futuro migliore e di maggiore aggregazione perché vivere senza amore non porta da nessuna parte.

Simona Di Martino. Insegnante di danza modern contemporary e di PBT (Progressive Ballet Tecnique), coreografa, stilista. Ha studiato scienze politiche.