Come si prepara un brodo ricco di collagene
L’uomo delle caverne mangiava un brodo ricco di collagene. La sua pelle non aveva rughe
I trattamenti di bellezza, specialmente quelli anti-aging erano inconsapevolmente già di moda tra gli uomini del Paleolitico. Con la scoperta del fuoco, infatti, l’uomo delle caverne, qualche centinaio di migliaia di anni fa, fece un grande passo avanti nel suo modo di alimentarsi, passando dal consumo di carne cruda a quella cotta in brodo.
Uno studio pubblicato su Science Advances di alcuni mesi fa ha fornito delle testimonianze dirette su come, addirittura, i nostri antenati avessero imparato a conservare, per quasi nove settimane, pezzi selezionati delle carcasse degli animali che cacciavano, prima di consumarle.
Così, al momento del bisogno, avrebbero avuto una scorta di nutrimento pronta e disponibile da cuocere e mangiare. Le ossa erano conservate integralmente alla pelle e il midollo al loro interno si manteneva intatto. L’uomo del paleolitico si riscopre ai nostri occhi già abbastanza sofisticato, talentuoso e intelligente.
Oltre ad essere un abile cacciatore e raccoglitore, inconsapevolmente, aveva anche cura del proprio corpo. Lo stretching dopo il riposo, il pediluvio dopo aver camminato per ore durante la caccia, il massaggio alla schiena, strofinandosi contro un albero, l’applicazione di zolle di argilla e pietre riscaldate sulle varie parti del corpo e la cura delle mani screpolate usando il grasso degli animali non avevano nulla da invidiare ai moderni trattamenti di benessere che ci offre una spa.

Ma torniamo al suo modo di curare la pelle attraverso il cibo. Della sua cacciagione egli non scartava nulla. La polpa, le ossa, gli zoccoli e le nocche gli fornivano un brodo nutriente e ricchissimo di collagene, il maggior costituente del tessuto connettivo che ci permette di combattere i segni del tempo, dalle rughe all’osteoporosi.
Molti studiosi si sono chiesti come i nostri antenati potessero preparasi una buona e sana zuppa di collagene se non avevano a disposizione le pentole necessarie per permettere la cottura con l’ebollizione. È stato ipotizzato che il brodo fosse cotto in una rudimentale zuppiera scavata nella terra, tra le rocce calde, e rivestita di pelle o di budello di animali, oppure in contenitori impermeabili creati con le cortecce di un albero o con le pelli animali e sospesi sulla fiamma ardente.
Si sarebbe ottenuta così una sorta di gelatina idrolizzata di collagene e aminoacidi, molto nutriente e vantaggiosa per la bellezza della pelle. Il midollo osseo è stato un pilastro importante della dieta preistorica, che, non solo era fonte principale di proteine di origine animale, ma anche del grasso che veniva estratto grazie alla bollitura di piccole parti di carcassa.
Gli uomini del Paleolitico sono sopravvissuti nel loro tempo grazie alla cottura della carne, bevendone il brodo. Tutto ciò ha reso possibile l’estrazione del grasso e l’assunzione di energia, evitando il sopraggiungere della morte per sovraccarico di livelli eccessivi di ammoniaca o urea nel sangue, dovuti a una dieta esclusivamente proteica.
Oggi, tra mille tipi di diete più o meno stravaganti, rilanciare una dieta ancestrale, vecchia di centinaia di migliaia di anni sarebbe davvero improponibile, ma l’idea di poter consumare una scodella di brodo alcalino, particolarmente ricco di collagene, sali minerali, tra cui calcio e magnesio, e aminoacidi come la glicina, potrebbe solleticare il nostro palato, inserendosi perfettamente in uno schema dietetico settimanale e avere anche un risvolto benefico per la salute e la bellezza della nostra pelle.
Per ottenere questa pietanza bisognerà cuocere il brodo per almeno 6 ore e consumarlo il giorno dopo la sua preparazione. Gli ingredienti da utilizzare sono abbastanza facili da reperire. Rivolgetevi al vostro macellaio di fiducia per costituire la base proteica del brodo: ossa di manzo, cartilagini, midollo, ossa d’agnello e piccole carcasse di pollo ruspante. Aggiungete al brodo anche una quota vegetale: cavoletti di Bruxelles, sedano, patate, carote e aromi come aglio e cipolla. Infine, durante la cottura, è bene aggiungere aceto di mele o succo di limone che, agendo come acidi deboli, riusciranno ad estrarre gran parte dei micronutrienti, specialmente i minerali, presenti nelle carcasse.

Per le quantità avrete libero arbitrio perché sarete voi stessi a scegliere il gusto e la consistenza che desiderate dare al vostro brodo. Vale la regola: più ossa, più nutrimento.
A cottura ultimata, prima della sua conservazione in frigorifero, il brodo deve essere pressato e filtrato. Per godere in pieno dei benefici di bellezza, consumate almeno 2 tazze di brodo al giorno, da solo o aggiunto a zuppe e minestre, nell’arco di 15 giorni consecutivi. Sarete stupiti dalla luminosità della vostra pelle!

Mirella Gallo, Consulente in Nutrizione e Fitness, esperta in elaborazione di diete in condizioni fisiologiche e patologiche, personal trainer.