Corpo, mente e dolore

Il dolore comincia con l’attivazione di un tipo speciale di recettori chiamati nocicettori, neuroni specializzati nel suo rilevamento.

I nocicettori sono distribuiti in tutto il corpo e sono capaci di distinguere tra stimoli innocui e stimoli nocivi, questi ultimi di natura meccanica (dovuti a impatto violento e pressioni eccessive), chimica (contatto con agenti quali acidi) e termica (quali ustioni e congelamento).

Se si attivano, inviano segnali al cervello mediante il midollo spinale, provocando il riflesso di evitamento, che permette di allontanare dalla fonte di dolore la parte del corpo interessata. Quando i recettori giungono al cervello si attiva l’esperienza del dolore come esperienza sensoriale soggettiva difficilmente quantificabile, di norma collegata a sensazioni negative come la tristezza, l’ansia o la paura.

Attenzione però, il nostro cervello non considera solo la realtà tangibile ma anche quella virtuale: di conseguenza a volte possiamo sentire il dolore senza che nessun elemento fisico stia attivando le nostre sentinelle, i nocicettori.

Il dolore è un processo fisiologico adattativo molto complesso che la natura e l’evoluzione hanno sviluppato e perfezionato per permetterci di vivere. A volte però, nonostante la perfezione del dispositivo, possiamo soffrire per cose che non sono mai successe e mai succederanno.

Silvana Figlioli, Psicologa clinica e Psicodiagnosta, specialista in riabilitazione psichiatrica e psicomotricità infantile. Criminologa esperta in scienze forensi, istruttrice di mindfulness. Fondatrice dell’associazione Il ventre di Parthenope. Cultrice di psicologia archetipica.

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