Covid e conseguenze psicologiche

Dal 26 al 28 gennaio si è svolto online il XXIII Congresso della SINPF, Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia. Particolare attenzione è stata dedicata alle conseguenze psicologiche dovute ai due anni di pandemia. Già nel razionale scientifico dell’evento, i due Presidenti SINPF Claudio Mencacci e Matteo Balestrieri affrontano l’argomento nella sua interezza: “L’attuale pandemia non è rimasta sola, ma ne ha innescate altre, il suo dilagare è divenuto un insieme di patologie pandemiche non solo sanitarie ma anche sociali economiche, psicologiche, dei modelli di vita, di fruizione della cultura e delle relazioni umane. Questo insieme di problemi di salute, ambientali sociale ed economici con le sue pesanti ripercussioni sulle fasce di popolazione svantaggiata ha costituito una Sindemia – scrivono i due Presidenti.

La sindemia citata è, come descritto nel vocabolario Treccani, L’insieme di problemi di salute, ambientali, sociali ed economici prodotti dall’interazione sinergica di due o più malattie trasmissibili e non trasmissibili, caratterizzata da pesanti ripercussioni, in particolare sulle fasce di popolazione svantaggiata.

“…La pandemia di Covid-19 ha amplificato l’impatto su un’altra epidemia in corso da anni come la crescita di patologie mentali, della depressione, dell’ansia, dei disturbi del sonno… – continuano i due Presidenti – … un post covid su tre ha ricevuto una diagnosi di un disturbo neuropsichiatrico entro sei mesi dalla malattia…Il consumo di psicofarmaci, di integratori, le terapie complementari sono cresciuti a doppia cifra e nuovi farmaci sono in arrivo per il trattamento della depressione, dell’ansia, delle psicosi, dei disturbi bipolari, dei decadimenti cognitivi…”

Sempre Claudio Mencacci, in un’intervista pubblicata su Il Sole 24 ore il 27 gennaio, afferma “Con un aumento del 26% della depressione e con un +28% dei disturbi d’ansia, la quinta ondata della pandemia in Italia è già in atto: è quella che affligge la mente. Non dei pazienti Covid, ma della popolazione generale, a partire dalle categorie più fragili, come le donne, gli anziani e i giovani, colpite dai principali fattori di rischio che sono l’impoverimento, la disoccupazione e l’isolamento”

Ai disturbi psicologici già citati, si aggiungono ipocondria e perdita del desiderio di contatto col mondo esterno, così come la perdita di capacità cognitive. Particolare preoccupazione è rivolta ai giovani: i risultati di analisi di 29 ricerche condotte su 80.000 ragazzi pubblicata su Jama Pediatrics ha evidenziato che un adolescente su quattro presenta i sintomi clinici della depressione e uno su cinque dà segni di un disturbo d’ansia, numeri doppi rispetto a quelli registrati prima della pandemia.

I giovani sono più a rischio dei bambini. L’abuso di internet e videogiochi anche nelle ore notturne, dovute in prevalenza all’isolamento causato dalla pandemia, comporta un aumento dell’aggressività e della depressione. La mancanza di contatto fisico, dello sport e di attività all’aria aperta ha causato seri problemi nello sviluppo della personalità degli adolescenti nell’amicizia e nell’amore.

I risultati di un’indagine svolta lo scorso autunno dal CNOP (Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi) e dall’Istituto Piepoli attesta che 9 ragazzi su 10 ritengono che il supporto psicologico a scuola sia fondamentale.

In questo complesso scenario la politica non sembra essere sensibile ai bisogni attuali e futuri dei soggetti fragili in ambito di salute mentale, amplificati dalla pandemia. Il bonus psicologo, o bonus Salute Mentale, infatti, non è stato inserito nell’attuale legge di bilancio, anche se approvato da tutti i principali partiti di maggioranza e opposizione.

Era stato richiesto uno stanziamento di 50 milioni di Euro a favore dei cittadini che necessitano il sostegno di uno psicologo, psicoanalista, psichiatra o psicoterapeuta. Il giornalista Francesco Maesano ha lanciato una petizione su www.change.org diretta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Senato della Repubblica, alla Camera dei Deputati e ai Ministri Speranza (Salute) e Franco (MEF), che ha già raggiunto più di 318.000 firme.

La petizione riporta che “nel 2021, dati dell’Istituto Piepoli, il 27,5% dei pazienti che avevano intenzione di iniziare un percorso di salute mentale non ha potuto farlo per ragioni economiche. Mentre il 21% è stato costretto a interromperlo”.

Il 22 febbraio scorso, però, il Governo ha approvato alla Camera il decreto Milleproroghe, che prevede, per il bonus psicologo, uno stanziamento di 20 milioni di euro per il 2022 a favore di circa 16.000 cittadini con ISEE inferiore a 50.000 Euro che potranno beneficiare di 600 euro per 12 sedute psicologiche, stimate su un costo di 50 euro ciascuna.

Il ruolo dello psicologo attualmente non è più visto come vergogna per le proprie debolezze da non raccontare, ma una figura pari a quella del medico di base a cui rivolgersi per il proprio benessere individuale, familiare e della comunità. E proprio i giovani sembrano essere i più sensibili e motivati al supporto psicologico per una sana crescita ed equilibrio mentale, seriamente compromesso dalle restrizioni imposte dal Covid-19.

Carlo Negri, esperto di marketing farmaceutico e comunicazione in Sanità

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