In questi giorni di pandemia da Covid-19 ho riflettuto su come una tale condizione di emergenza sanitaria possa aver cambiato il modo di identificare una persona in base a ciò che mangia. Ho sempre sostenuto che il nostro “stato di nutrizione” sia il frutto del nostro stile di vita.
Anni, mesi, settimane, giorni, ore spesi con successo a inculcare nella coscienza del mio prossimo che bisogna vivere seguendo le sacrosante regole della “sana alimentazione”: fare 5 pasti al giorno, 3 principali e 2 spuntini, ad orari fissi e regolari, consumare almeno 5 porzioni tra frutta e verdura, evitare i fritti e i grassi saturi e poi svolgere attività fisica con abnegazione o almeno camminare a passo svelto tutti i giorni.
Quanti sforzi per mantenerci in salute ed apparire in una perfetta forma fisica. Ma in tempi di Covid-19 credo che la maggior parte di queste buone regole stiano man mano saltando, tutte o quasi. E se non vi sta capitando di far colazione quando, invece, sarebbe l’ora in cui, di solito, si pranza oppure non ve ne state perennemente seduti in poltrona, come una macchina di formula uno rottamata e ferma ai box, allora ritenetevi davvero dei supereroi.

Tutto è partito a fine gennaio di quest’anno con l’annunciata emergenza sanitaria globale da parte dell’OMS ed il successivo primo DPCM del Governo italiano per contrastare il contagio, emanato quasi a fine febbraio.
E mentre si è cominciato a fare incetta di gel disinfettante e mascherine chirurgiche, qualcuno, già in questo lasso di tempo, provvedeva a fare anche una piccola scorta di cibo e generi di prima necessità.
Intuitivo e lungimirante perché, nel giro di poco tempo, i supermercati sono stati presi letteralmente d’assalto. “Restate a casa”, dicevano, ma occorre rifornirsi di scatolame, latte a lunga conservazione, pasta, pelati, olio, uova, lievito e farina.
Già, perché se è vero che non possiamo uscire o temiamo il contagio, non dobbiamo far mancare il “pane” quotidiano ai nostri cari. E, poi, dobbiamo pur far passare la giornata.
Ed ecco che ci siamo cimentati in cucina, come dei provetti cuochi, panettieri, pasticcieri e pastai. I social sono inondati da immagini di manicaretti, dolci, pasta fatta in casa, pane, biscotti, ecc. Uova, farina e lievito sono gli ingredienti più ricercati per le nostre preparazioni casalinghe e accade che, in alcuni negozi di alimentari già non se ne trova più traccia.
Sono andati via come l’acqua. Più che in emergenza sanitaria, sembra di stare in guerra e le abitazioni vissute ormai 24 ore su 24 sono come tanti rifugi antiatomici.
Non si può uscire. Bisogna rimanere a casa per salvare la nostra vita e quella degli altri. Si lavora in smartworking, si studia on line, si riordina la casa da cima a fondo, si cucina, ma, soprattutto, si mangia e si mangia più del necessario.
Le calorie in entrata superano di gran lunga quelle in uscita. E ciò vale per tutti, patiti di ortoressia e vigoressia compresi.
Il cibo è indispensabile perché così nutriamo il nostro organismo, assimilando carboidrati, proteine, grassi, vitamine, minerali e acqua. Senza il cibo sarebbe difficile la sopravvivenza, ed il nostro corpo lentamente si spegne, come accade al motore di un’auto senza il carburante.
È una reazione ancestrale inconsapevole e incontrollabile, quella di rendere il proprio corpo un serbatoio di nutrienti per sopravvivere ai tempi di carestie e salvare la specie umana.
Ma il cibo è anche il piacevole rifugio alla psicosi da contagio che stiamo vivendo. È una ricompensa per il sacrificio che ci viene imposto, di restare a casa. È da ultimo, ma non ultimo per importanza, è il mezzo di comunicazione che abbiamo per dire agli altri come viviamo questa insolita situazione di isolamento sociale.
Postare sui social un dolce o una pagnotta di pane fatti con le proprie mani è come dire: “sono qui, non sono diventato un essere inutile”.
Già perché l’uomo è un animale sociale e metterlo in gabbia è come ledere la sua dignità di essere pensante, creativo, geniale, sentimentale. E allora? Il cibo è il suo sfogo principale, si mangia di più e senza orario. Ne usciremo, dicono, ma molto probabilmente, di questo passo, ne usciremo obesi o in sovrappeso.

Consigli per una giusta nutrizione
Covid-19: presto il nostro peso arriverà al suo picco massimo. Gli italiani aspettano quotidianamente il bollettino delle 18 per conoscere l’andamento della curva dei nuovi contagi, dei guariti e, purtroppo, anche dei decessi, perché di Coronavirus il rischio letale è alto.
Fermare questa pandemia si può, restando a casa. Ed è qui che noi esperti del settore dobbiamo farci avanti, scendere in campo e dare i nostri preziosi consigli, impartendo le regole basilari per mantenere lo stato di nutrizione.
Se potessi pesare, ogni mattina, tutti coloro che restano chiusi in casa, sono certa che traccerei una curva crescente per ognuno di loro. Ci siamo rifugiati nel cibo, è inutile girarci intorno. Le calorie in entrata non sono adeguatamente bruciate con l’attività fisica. E, a emergenza sanitaria finita, c’è il rischio, non solo di avere una popolazione obesa o in forte sovrappeso, ma anche affetta dalle tante patologie correlate all’eccesso di peso e alla cattiva alimentazione.
Cerchiamo di correre ai ripari. Ecco quali sono i miei consigli:
– Al risveglio cercate di bere un bicchiere di acqua tiepida. Vi aiuterà a riequilibrare il vostro status idrico corporeo.
– La colazione è importante e non andrebbe mai saltata. Un frutto fresco, una tisana carminativa, dei cereali come fette biscottate o biscotti secchi, qualche mandorla o noce e una tazzina di caffè poco zuccherata, sono gli elementi ideali per iniziare la nostra giornata.
– Se non riuscite a mantenere il senso di sazietà fino all’ora del pranzo, vi consiglio di sgranocchiare ortaggi freschi come un paio di carote, il finocchio o pezzi di cetriolo.
– A pranzo un piatto di cereali con verdure o legumi. Alternate tra pasta, riso, farro, orzo, quinoa e miglio e, se potete, non fatevi mai mancare una ciotolina di lattuga fresca. Terminate il pranzo con frutta fresca.
– Nel pomeriggio coccolatevi con un vostro manicaretto dolce, ma con moderazione. Un paio di biscotti o una fetta di ciambellone fatti in casa possono assecondare pienamente la vostra voglia di dolce.
– La sera bisognerebbe restare leggeri, e questo a prescindere dalla quarantena forzata in casa. Un piatto proteico accompagnato da verdure stufate o grigliate sarebbe l’ideale. Credo sia il caso di cominciare a diventare flexitariani, approfittando di questo periodo di reclusione in casa.
Ciò vuol dire che dovreste cercare di consumare bistecche vegetali a base di funghi o hamburger vegan a base di legumi e ortaggi con più frequenza, limitando ad un paio di volte alla settimana il consumo di carne e pesce. Il vostro cuore vi ringrazierà. Anche a fine cena la frutta non deve mai mancare, ma non eccedete nel suo consumo. Ricordatevi che sono pur sempre alimenti a base di zuccheri semplici.
– Il pane, anche quello fatto in casa deve essere razionato per un massimo di 100 g al giorno pro capite, per tutti i componenti della vostra famiglia, a meno che non soffrano di patologie metaboliche, come il diabete.
– Pizze e focacce andrebbero mangiate una volta a settimana-
Gli alcolici, le bevande gassate, i succhi di frutta confezionati sono da limitare, come anche i vari snack e dolciumi confezionati.
Un ultimo consiglio è quello di annotare su un diario tutto ciò che mangiate durante la giornata. Il diario alimentare è indicativo del vostro stile di vita e può essere un ottimo componente per una eventuale anamnesi clinica, qualora cominciate a soffrire di stipsi, intolleranza glucidica, ipertensione, sintomi da dislipidemie, ecc. Restate a casa e soprattutto mantenete in forma il vostro corpo. Ne uscirete vivi e sani.

Mirella Gallo, Consulente in Nutrizione e Fitness, esperta in elaborazione di diete in condizioni fisiologiche e patologiche, personal trainer