Cybersex e giovani: internet, social e pandemia
Siamo ormai alle porte del secondo compleanno del Covid. La pandemia ha stravolto le nostre abitudini e stili di vita, impattando la socialità. Cambiano le varianti, ma il virus è sempre con noi, dietro la porta, pronto a colpirci alla prima distrazione. Ansia, depressione, paura aumentano nella popolazione, legati all’incertezza sui benefici della campagna vaccinale e a una comunicazione tramite i media caotica, poco chiara.
Nell’ultimo biennio abbiamo adottato lo smartworking, costretti a casa dalle limitazioni governative imposte per evitare la diffusione del virus e, tutto d’un tratto, ci siamo ritrovati periodicamente a trascorrere in famiglia una convivenza coatta a cui non eravamo abituati. Internet, social e, conseguentemente, smartphone e PC fanno ormai parte del nostro vivere quotidiano. E’ diventato impensabile ipotizzare di uscire di casa senza portare con sé il cellulare. Accadeva anche prima dello scoppio della pandemia, ma da fine febbraio 2020 il numero di ore trascorse in rete e sui social è più che raddoppiato negli adulti ma, ancor di più, nei giovani.
Quali effetti ha avuto la pandemia sulla nostra sessualità? I risultati di diverse ricerche mostrano uno scenario decisamente preoccupante.
Per gli adulti se, come detto, smartworking e quarantena hanno costretto i genitori a vivere coi propri figli 24 ore al giorno, questo non si è tradotto in un aumento dell’attività sessuale: le cause non sono solo connesse alla presenza dei ragazzi in casa, ma anche dagli effetti del calo del desiderio dovuti ad ansia e depressione.
Già nel periodo pre-covid alcune ricerche hanno evidenziato il calo di soddisfazione sessuale nelle coppie stabili. Nell’estate dello scorso anno è stato pubblicato lo studio dello psicologo americano Patrick Shrout della New York University condotto su 117 coppie nei primi tre anni dopo il matrimonio che sottolinea questo dato.
In un’altra ricerca condotta in America nel periodo 2009-2018 su un campione di 4000 cittadini con età compresa dai 14 ai 49 anni, pubblicato su Archives of sexual behavior, la percentuale dei giovani che non hanno riportato alcuna attività sessuale è cresciuta dal 28,8% al 44,2% per i ragazzi, e dal 49,5% al 74% per le ragazze. Tale tendenza è preoccupante. E il Covid ha amplificato notevolmente il fenomeno. Nel campione analizzato sembrerebbe che calo del consumo di alcol e tempo dedicato ai videogiochi e internet abbiano influito sugli adolescenti.

E dal 2020 la situazione peggiora. La limitazione delle attività sociali e sportive e, in particolare la DAD, hanno provocato un uso estremo di internet e social, al punto che si può parlare oggi di SAD, sesso a distanza. E’ quanto emerge da una ricerca condotta dalla Fondazione Foresta Onlus per il progetto DiGitPro coordinata dal dottor Francesco Chiancone, dell’UOC Urologia del Cardarelli di Napoli sul sesso online tra adolescenti, con un campione di oltre 5.000 giovani ambosessi che frequentano le quinte superiori di tre regioni, Veneto, Campania e Puglia, presentato durante il Congresso Nazionale a Riva del Garda della SIA, la Società Italiana di Andrologia, presieduta dal professor Alessandro Palmieri dell’Università Federico II.
Riassumiamo i risultati dello studio:
● maggiore incertezza sull’identità sessuale: nel biennio 2020-2021 il 15% dei ragazzi e il 29% delle ragazze dichiara di non essere etero; dati in netto aumento rispetto a quelli del biennio 2018-2019. Si parla di fluidità, intesa come non definizione del proprio orientamento sessuale;
● il 10% dei giovani si affida a siti di incontri per la ricerca del partner. E’ una percentuale doppia rispetto a quella del precedente biennio;
● aumenta la frequentazione di siti porno e l’autoerotismo: più del 30% delle ragazze e circa il 90% dei ragazzi si collegano abitualmente;
● sexting (34%) e cybersex (6%) sono raddoppiati nel corso del 2021;
● aumento di atti di cyberbullismo riscontrati in più del 40% delle ragazze e del 25% dei ragazzi nell’ultimo anno;
● maggiore fragilità del sesso maschile: un ragazzo su quattro soffre di solitudine rispetto a uno su otto del biennio 2018-2019;
● un ragazzo su due ricorre al web per informarsi in materia di sesso
● diminuisce il consumo di alcolici (-40%) e stupefacenti (-25%), sempre rispetto al 2018-2019
L’uso massiccio di internet per comunicare e per i contenuti sessuali ha fatto nascere nuove tendenze e relativi neolgismi, creati dalla fusione di termini anglosassoni. Analizziamo i più comuni e i pericoli a loro associati:
sexting: fusione di sex (sesso) e texting (messaggiare). E’ l’invio di messaggi con foto e video sessualmente espliciti prevalentemente tramite i social. Se la diffusione di questi messaggi non avviene privatamente nell’ambito di coppia ma da terzi senza il consenso dei protagonisti o, ad esempio, da un ex partner, diventa revenge porn: reato punibile in base all’articolo 612-ter del Codice Penale;
cybersex: fusione di cybernetic (cibernetico) e sex (sesso). E’ l’attività sessuale praticata tramite internet o la realtà virtuale: scrittura, lettura, narrazione di storie erotiche, chat room sessuali, videoporno su siti, email a sfondo sessuale, videochat erotiche. Per molti è una forma di trasgressione, di gioco erotico, un modo per restare in contatto da coppie non conviventi ma, per altri, rappresenta una forma di dipendenza con perdita della sessualità nella vita reale, fino al rifiuto di relazioni interpersonali;
cyberbullismo: è il complesso di azioni aggressive e intenzionali di una persona o di un gruppo tramite internet e telefonate a danno di un coetaneo minorenne. E’ un fenomeno sempre più frequente nei giovani;
sextortion: fusione di sexual (sessuale) e extortion (estorsione). E’ una truffa online tramite ricatti sessuali con l’obiettivo di estorcere soldi alla vittima. Riguarda in prevalenza la tendenza attuale di incontri online mediante i social. Il truffatore adesca la vittima dichiarando di voler intraprendere una relazione, con l’utilizzo di un finto profilo. Una volta instaurato il rapporto, segue la richiesta di scambio di foto e video erotiche e, con la progressiva intimità raggiunta, di spogliarsi e masturbarsi davanti alla webcam. Ecco poi il ricatto: il truffatore minaccia di diffondere foto e parti dei messaggi della vittima e di aver hackerato la sua mail, chiedendo in cambio denaro (spesso bitcoins).
rough sex: letteralmente sesso duro. Molto diffusa nei giovani fra i 18 e 29 anni, è la tendenza che prevede la violenza consensuale come parte principale del rapporto sessuale. Giochi sadomaso come soffocamenti, strangolamenti e sculacciate rientrano in questa pratica. Se è un tipo di parafilia desiderata da molti, da altri può rappresentare un ostacolo ai rapporti sessuali, per paura di esserne coinvolti.
Sempre nel mondo del web, si sta diffondendo sempre più l’aumento del sesso virtuale con la nascita delle never met relations, storie che nascono e terminano online, senza alcun incontro fisico. Negli adolescenti questa nuova tendenza secondo gli esperti è pericolosa per il loro sviluppo psicologico: vengono a mancare il confronto, il conflitto, la comunicazione non verbale che formano il carattere dei giovani impedendo, nell’ambito della coppia, una sana sessualità corporea, e non virtuale.
Le nuove dimensioni delle relazioni e della sfera sessuale ci porteranno probabilmente in un mondo sempre più virtuale, a scapito dei rapporti nel mondo reale e, per i giovanissimi, ricco di pericoli. L’assenza di socialità in presenza, dovuta alla pandemia, comporta il maggior uso degli strumenti telematici, che rappresentano oggi il maggior (e in alcuni casi unico) canale di comunicazione con i coetanei.

Carlo Negri, esperto di marketing farmaceutico e comunicazione in Sanità