Dieta Metabolica: pro e contro di uno schema dietetico rivoluzionario

La dieta metabolica è un tipo di alimentazione che non tiene conto del calcolo delle calorie, stravolgendo completamente il carico nutrizionale giornaliero consigliato dalla dietetica tradizionale. Infatti, solitamente un professionista del settore, una volta stabilito l’introito energetico, calcola le quantità necessarie di macronutrienti (carboidrati, grassi e proteine), espresse in percentuale, e su tale base costruisce uno schema dietetico ad hoc per il suo paziente.

Le percentuali, che sono stabilite secondo linee guida internazionali, possono talvolta variare (ma di poco) in base alle esigenze soggettive, ma generalmente sono queste: l’energia deve essere apportata dal 45% di carboidrati, dal 25 % di grassi e dal 15% di proteine.

La dieta metabolica, invece, si articola in un lungo periodo di valutazione, a sua volta diviso in periodi di scarico di 12 giorni (con riduzione drastica di carboidrati e consumo di molti grassi) alternati a periodi di carico della durata di 2 giorni (con un surplus di glucidi rispetto agli altri nutrienti).

La valutazione serve per stabilire quale sarà il quantitativo minimo necessario di zuccheri giornalieri per sentirsi in salute. Gli schemi che propone sono elaborati sulla base di un processo metabolico indotto.

Si tratta di un gioco di equilibri tra i due ormoni del pancreas: l’insulina ed il glucagone. Dopo un pasto, l’insulina entra nel circolo sanguigno per provvedere alla sistemazione degli zuccheri, il nostro carburante per eccellenza. Se ci sono pochissimi carboidrati nel pasto, ci sarà poca insulina in circolo perché non ha granché da sistemare e quindi scatterà un sistema di allarme da parte dell’organismo, che si mobilita, attraverso l’intervento del glucagone, per prendere un carburante alternativo: i grassi, conservati nelle cellule adipose (i nostri rotolini!).

Questo processo metabolico è più lento e il corpo avverte stanchezza e debolezza. Perché? L’individuo è in chetosi: ha assunto nell’arco della giornata circa il 50-60% di grassi, il 30-50% di proteine e solo 30 g di carboidrati. Se continuerà ad alimentarsi in questo modo subentrerà una consistente perdita muscolare e sarà difficile praticare anche una leggera attività fisica, si avranno problemi renali ed epatici ed aumenteranno colesterolo e trigliceridi.  

Dopo questi giorni di stress metabolico, stabiliti dalla dieta, interviene il sistema di soccorso della fase di carico. In questo giorno si possono consumare tanti carboidrati (dal 35 al 55%), il 25-40% di grassi e il 15-30% di proteine.

In tal modo l’organismo ritornerebbe in equilibrio e avrebbe imparato la modalità più veloce per bruciare i grassi. E’ vero? Alcuni esperti sostengono che la dieta metabolica porta a perdere anche fino a 10 Kg in quindici giorni, senza conseguenze negative sulla salute.

Dal punto di vista strettamente biochimico la dieta non farebbe una piega, ma nella pratica, se non opportunamente elaborata e controllata da un esperto, chi inizia una dieta del genere rischia di avere un’alimentazione disordinata e pericolosa perché discrezionale.

Infatti, è improbabile che tutti siano in grado di stabilire da soli il proprio fabbisogno glucidico. Inoltre bisogna considerare lo status fisiologico/patologico di chi vuole intraprendere una dieta metabolica. Non tutti possono seguirla, specialmente coloro che sono affetti da diabete e disturbi della tiroide e da bambini e donne in gravidanza o menopausa.

Mirella Gallo, Consulente in Nutrizione e Fitness, esperta in elaborazione di diete in condizioni fisiologiche e patologiche, personal trainer.

Please follow and like us:
fb-share-icon