Il periodo che segue la Pasqua e l’inizio della bella stagione è generalmente caratterizzato da un’esplosione delle diete più straordinarie che promettono una quasi magica perdita di peso corporeo nonché il raggiungimento di una forma fisica perfetta. In parallelo viaggiano anche le super offerte di abbonamenti alle palestre per riuscire a scolpire glutei e addominali.
Quest’anno la pandemia COVID-19 ha cambiato un po’ le cose. Le palestre e le attività sportive sono più o meno ferme, a seconda del colore della zona in cui viviamo, alcuni hanno meno soldi da investire, e taluni si chiedono se valga la pena affannarsi per perdere peso se la prova costume tanto attesa viene messa a dura prova dalla pandemia che tutt’oggi viviamo.
Nel frattempo lo scorso 4 marzo abbiamo celebrato la Giornata Mondiale per l’Obesità (World Obesity Day), una campagna di sensibilizzazione globale per promuovere attività coordinate al fine di prevenire obesità e sovrappeso. I dati purtroppo non sono dei migliori: le stime recenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità rivelano che è sovrappeso o obeso il 50% degli adulti ed il 30% di bambini o adolescenti a livello globale.
Ma perché c’è sempre tanto interesse per tale condizione?
Semplice: l’obesità peggiora la qualità di vita ed espone ad un maggior rischio di sviluppare varie patologie croniche, quali le malattie cardiovascolari e autoimmuni, diabete e cancro. I soggetti obesi sono caratterizzati da uno stato infiammatorio cronico che pare aumenti anche il rischio di mortalità da COVID-19. I dati riportati da una revisione sistematica recente di articoli scientifici rivelano che le persone obese che hanno contratto il Coronavirus hanno il 113% in più di probabilità di finire in ospedale rispetto alle persone normopeso, il 74% in più di essere ricoverate in terapia intensiva ed il 48% in più di morire. E allora che si fa? Molte persone proprio a causa della pandemia si sono ritrovate dopo un anno con 20 o 30 kg in più! Ecco quindi che trovano terreno fertile le diete che spopolano sui social media e nelle librerie. Spesso la sensazione più diffusa è quella di sentirsi “persi” in un marasma di messaggi disordinati e talvolta contraddittori.
Ma quali sono le diete alla moda (Fad diets) di questo periodo?
La tanto nota dieta chetogenica (keto diet) viene sempre proposta in prima linea, anche se numerose sono ad oggi le prove che raccomandano tale strategia nutrizionale solo in condizioni specifiche e sotto il controllo di un medico. La keto diet è una dieta a basso contenuto calorico (ipocalorica), con un ridotto contenuto di carboidrati (low carb) ed un maggiore contenuto di lipidi e di proteine. Essenzialmente il basso consumo di carboidrati “obbliga” l’organismo a produrre autonomamente il glucosio necessario alla sopravvivenza utilizzando i grassi contenuti nel tessuto adiposo come substrato energetico. Una variante della famosa keto diet è la dieta oloproteica, chiamata anche “liposuzione alimentare”, che promette un dimagrimento rapidissimo e senza fatica con un’azione sulle adiposità localizzate. La base di questa strategia nutrizionale che rimodellerebbe la silhouette è una dieta povera o priva di carboidrati e un aumentato apporto di proteine.
Ovviamente è bene ricordare che un regime alimentare non è in grado di ridurre il grasso corporeo in siti specifici! Meno famoso rispetto alla dieta chetogenica ma ormai sulla cresta dell’onda è anche il digiuno intermittente (Intermittent fasting) che prevede un’assunzione controllata di proteine, carboidrati e grassi, per una riduzione dell’apporto calorico complessivo rispetto a quello abituale.
Viene definito intermittente perché si alternano delle finestre temporali di digiuno, ovvero riduzione calorica, e di alimentazione non ristretta, ovvero normo calorica. Il deficit calorico di tale regime induce la perdita di peso riducendo la massa grassa e mantenendo la massa muscolare più o meno inalterata.
I regimi di restrizione calorica sembrano avere effetti benefici sulla regolazione della glicemia e sulla risposta infiammatoria, anche se i dati riportati in letteratura non sono ad oggi chiaramente dimostrati nell’uomo. Molto famosa in questo periodo è anche la dieta senza glutine (gluten free) che esclude tutti gli alimenti contenenti glutine. Tale strategia nutrizionale viene seguita da molti soggetti non celiaci come dieta per perdere peso. Risultati? Piuttosto scarsi, e ricordate che l’apporto calorico di alcuni alimenti gluten free è addirittura superiore rispetto a quelli che contengono glutine. Infine, sono sempre di più le persone che seguono una dieta vegana, ovvero un’alimentazione completamente priva di prodotti animali. Le motivazioni possono essere sia di tipo etico che salutistico. È bene ricordare che tale regime viene fortemente messo in discussione, soprattutto per il rischio di carenze nutrizionali alle quali viene esposto chi lo segue.
Ma allora quale è la dieta che funziona davvero? Una cosa importante da ricordare è che se una dieta è adatta per una persona non è detto che lo sia per un’altra. Ricordate il detto “siamo ciò che mangiamo”? Avere un’alimentazione varia è importante per garantire il giusto fabbisogno di tutti i nutrienti necessari al corretto funzionamento del nostro metabolismo.
Ma il cibo, oltre a soddisfare una semplice necessità biologica, svolge anche un ruolo importante a livello culturale e sociale ed è capace di influenzare le nostre emozioni. Allora il primo passo verso una sensazionale perdita di peso è sfatare le diete alla moda e … dimenticare le parole: dieta, restrizione e penitenza! Organizzare uno stile alimentare sano ma anche pratico e soprattutto flessibile per vivere serenamente le occasioni di convivialità. Inoltre ricordare che non si tratta di una dieta da prendere e lasciare, ma di una sana e corretta alimentazione che è parte di uno stile di vita sano e che ci fa vivere in salute.
Concetta Montagnese Ricercatore, Biologo Nutrizionista presso SC Epidemiologia e Biostatistica – IRCCS Istituto Nazionale Tumori “Fondazione G. Pascale”. Esploratrice di luoghi e stati d’animo.