Fallimento e autostima
Il fallimento di un progetto, di una relazione, nel lavoro fa parte della vita di tutti noi e possiamo incontrarlo in qualsiasi occasione!
Nella maggior parte delle persone il fallimento mina la propria autostima, come se per essere degni di camminare a testa alta fosse necessario essere invincibili.
Tutti sappiamo che l’imperfezione è parte dell’essere umano, eppure ci ostiniamo a pretendere il massimo da noi. Perché?
Il motivo principale si trova nella nostra società dello sviluppo, che ci ha cresciuti con l’idea che il fallimento appartenga agli incompetenti, alle persone non capaci, tanto che abbiamo imparato a classificare come falliti tutti coloro che non riescono a raggiungere una posizione di spicco nella carriera o che hanno una vita disagiata e poco soddisfacente. In questo modo abbiamo attribuito alla parola fallimento un’accezione completamente negativa; ma in realtà fallire è la cosa più normale del mondo e non dovrebbe in alcun modo ferirci o farci sentire inadeguati.
Quanto ci sentiamo feriti dopo un fallimento?
Secondo la ricercatrice americana Brenè Brown sono le persone più vulnerabili a sentirsi maggiormente ferite. La Brown, nel suo libro La forza della fragilità, mette in relazione la vulnerabilità e il fallimento, affermando che le persone fragili, dopo un fallimento tendono a sviluppare la paura di fallire, di non riuscire.
La verità è che cadere fa male, ma la bravura è continuare ad avere coraggio e calarsi completamente nell’esperienza della risalita (scrive l’autrice nel suo libro).
Queste persone evitano di esporsi e si limitano a vivere in maniera superficiale, in un atteggiamento di protezione verso sé stessi che non permette loro di conoscersi in profondità.
Questo atteggiamento provoca uno stoicismo emotivo, un freno alle proprie emozioni, alle proprie sensazioni e blocca qualunque aspirazione personale, relazionale e professionale.
Cos’è la paura del fallimento?
Si ha paura di fallire perché si ha paura del giudizio degli altri, perché quando accade si prova dolore e vergogna. Per superare la paura del fallimento è necessario lavorare sul dolore. Perché negarlo può portare a reprimere la propria pena fino ad esplodere, rischiando attacchi d’ansia o depressione.
Il modo migliore per rialzarsi dopo un fallimento è attuare una riflessione sul proprio dolore e sulle motivazioni che hanno portato ad un cattivo risultato.
Il fallimento non è la fine del nostro futuro, ma un feedback che può aiutare a migliorarci per raggiungere risultati sempre più alti e prepararci per il successo che abbiamo sempre desiderato.
Non frenare le tue aspirazioni, perché l’occasione di mettersi in gioco è l’unico momento della vita che vale davvero la pena vivere.
Raccogli le tue sconfitte e fanne tesoro perché saranno proprio loro a condurti al tuo strabiliante successo!

Silvana Figlioli, Psicologa clinica e Psicodiagnosta, specialista in riabilitazione psichiatrica e psicomotricità infantile. Criminologa esperta in scienze forensi, istruttrice di mindfulness. Fondatrice dell’associazione Il ventre di Parthenope. Cultrice di psicologia archetipica.