Giallo profumo di limoni

recensione e intervista all’autore

Giallo profumo di limoni, il secondo giallo di Marco P.L. Bernardi, non delude le aspettative. A due anni, infatti, dalla pubblicazione di Cocktail d’anime per l’avvocato Alfieri, lo ritroviamo protagonista di una nuova indagine a cui non riesce a rinunciare sebbene inizialmente egli stesso nutra dei dubbi sulla attendibilità dell’indizio. Il punto di partenza non è, infatti, una vera e propria scena del crimine in quanto a catturare la curiosità di Alfieri è qualcos’altro. Giallo profumo di limoni è un giallo ma non solo, in quanto il lettore incontra, senza perdere il filo conduttore, diversi aspetti che rendono la narrazione piacevole, dolce, rispettosa dei luoghi, dei tempi e degli animi dei personaggi.

Vorrei iniziare proprio da questi punti. Chi non conoscesse la storica e imponente città di Torino, luogo natio e di residenza di Alfieri, grazie alla lettura passeggerà insieme a lui e conoscerà così l’antica cioccolateria Peyrano e Corso Moncalieri nonché sarà messo in guardia dai truffatori che potrebbe incontrare transitando attraverso il passaggio pedonale a pochi passi da Corso Vittorio.

Quindi Corso Vittorio, Corso Umberto e, infine, la fontana Angelica. Se poi si dovesse essere alla ricerca di una raffinata cucina di pesce ci si può recare, nei dintorni di Corso Casale e Piazza Borromini (dove peraltro si svolge un mercato), al ristorante Cucco.

Persino il Cimitero Monumentale di Torino, pur rispettando il suo ruolo evocativo, diventa un luogo caratteristico.

Un particolare sguardo è rivolto anche a Sanremo, l’altra città ospite della vicenda. L’immagine idilliaca della meta turistica, della città dei fiori, come di quella che ospita l’internazionale Festival della canzone italiana, è scossa da alcuni elementi naturali come il vento che spesso falcidia le città di mare, vento che porta con sé l’animo della burrasca, vento inquietante che accompagna l’umore dei personaggi e le loro avventure.

I tempi sono precisi, con dei flashback che costituiscono la base storica dell’indagine. Il romanzo è ambientato nel 1973 ma i ricordi vanno all’adolescenza del protagonista e cioè negli anni Trenta, quando in Italia incominciava a spadroneggiare il fascismo. Anche in questo caso, così come è accaduto già per i luoghi, il rispetto dell’epoca è preciso, fedele in ogni particolare rievocato.

In questo ambito, magistralmente costruito, è collocato il personaggio principale, l’avvocato Alfieri.

Durante i due anni di assenza, le persone che fanno parte della vita dell’Avvocato sono cresciute, maturate e hanno assunto un ruolo non solo di comparse ma di veri e propri attori all’interno della trama.

Tutta la loro caratterizzazione si stringe intorno al nodo della narrazione e cioè al mistero che Alfieri deve sciogliere. L’indagine è complessa, un elemento rende particolarmente ostica la ricostruzione e l’Investigatore necessita del supporto di tutti, ognuno con il proprio sé, con le sue esperienze, con pregi e difetti.

Giallo profumo di limoni, potrebbe essere a mio modesto parere, definito un giallo romantico in quanto i sentimenti sono la linfa che lo nutre. Innanzitutto l’amore puro, un amore nobile, senza il quale nulla potrebbe esistere; l’amicizia, il più forte dei sentimenti: amici evaporati, amici paralleli, amici scontati

C’erano amici che, anche se andati, si poteva ancora sentirli, come pezzi del proprio corpo.

Infine il ricordo delle persone scomparse nutrito dalla memoria che rende gli uomini essere migliori.

A proposito di ciò possiamo evidenziare anche un altro elemento molto importante, al punto da costituire il titolo del romanzo. Esiste negli esseri umani la cosiddetta memoria olfattiva grazie alla quale riaffiorano, percependo un profumo o un odore, ricordi che sembrano, fino a un attimo prima, essere svaniti. In un istante si abbandona il presente e ci si ritrova immersi in un momento particolare della vita passata. Sebbene l’Avvocato non riesca a dimenticare, in quanto alcuni ricordi rimangono ben saldi nella sua vita attuale, un persistente profumo di limoni lo accompagna in tutta la sua indagine. Solo lui ne riesce a percepire i tratti forti e deboli proprio come accade con le persone scomparse.

Alfieri è un uomo estremamente rispettoso di tutto questo e, soprattutto, perfettamente calato nella parte. Grazie all’abilità del suo ideatore è discreto e perspicace, curioso ma mai invadente, sa sostenere chi gli vuole bene e se ne rattrista quando non riesce a farlo. Ha, sin da ragazzo, una passione per il calcio che diventa smisurata quando si tratta della mitica squadra del Torino; sa ben cogliere pregi e difetti delle persone ed è, all’occorrenza, un buon adulatore.

Insomma è ciò che si può definire un vero protagonista!

Riguardo allo stile nonché alla impeccabile forma, essi rispondono ai canoni del giallo ma, come già scritto in precedenza, Bernardi unisce alla tecnica vera e propria una esposizione benevola sia nei confronti della trama narrata che verso il lettore. Traspare il desiderio di scrivere, di farlo bene e di produrre un effetto positivo. L’uso delle figure metaforiche, in particolare della sinestesia, conferma l’attenzione verso la rappresentazione del contenuto.

Se avessimo voluto considerare Cocktail d’anime per l’avvocato Alfieri un esperimento letterario da parte sua, Giallo profumo di limoni conferma decisamente le sue doti di scrittore. Allora ci può raccontare come e quando nasce Marco Bernardi scrittore?

Nasce molto tardi nel senso che io scrivevo a tempo perso e accumulavo scritti nel cassetto. Ebbi l’idea di iniziare le indagini dell’avvocato Alfieri perché scoprii un concorso particolare che era Giallo-Festival, che poi ho vinto, il quale aveva una forma particolare di selezione in quanto era strutturato come il premio Oscar cioè con tante nomination come, ad esempio, il miglior protagonista maschile e femminile. L’ho trovato divertente per cui, avendo già in corso l’idea, ho terminato la stesura del romanzo e l’ho sottoposto. La sua premiazione mi ha chiaramente motivato a continuare perché immaginavo già una seconda indagine, che si ricollegava molto bene alla prima e così ho sviluppato una storia che mi ha portato alla seconda avventura dell’Avvocato. Per cui direi che sono uno scrittore decisamente tardivo come prima pubblicazione in quanto non ero portato a espormi quanto, piuttosto, a conservare gli scritti nel cassetto. Poiché il primo romanzo ha dato un ottimo riscontro, sia come gradimento dei lettori che di critica, adesso sto scrivendo già una terza indagine che è al momento anche in fase abbastanza avanzata.

Sono contenta perché così non attenderemo due anni in quanto noi lettori compulsivi siamo un po’ impazienti!

Ciò che mi porta via tempo non è tanto la stesura quanto la infinita fase di rilettura e correzione. In realtà non basta che la stesura sia completata ma è la fase di revisione ad essere fondamentale per poter offrire al lettore un romanzo che sia il più possibile compiuto e gradevole, in cui non ci siano dei passaggi approssimativi.

Posso assicurarle che si nota chiaramente l’impegno in questo tipo di lavoro. Anche nella terminologia che è sempre molto appropriata e varia.

Il romanzo è ambientato in due città: Torino e Sanremo. Un’idea abbastanza fantasiosa e utile ai fini dello svolgimento della trama nonché dell’indagine. Come mai proprio Sanremo? Ha un legame particolare con questa città?

Sì, in effetti ho un forte legame anche con Sanremo. Questi due sono un po’ i luoghi della mia vita in quanto Torino è la mia città di nascita e Sanremo è la mia città di adozione. Lì i miei nonni avevano una casa in cui io ho trascorso tutte le estati della mia fanciullezza e adolescenza e dove continuo ad andare. Ho voluto, quindi, legare Sanremo a Torino perché tutto sommato fa parte della mia anima. Tra l’altro mi sembrava appropriato che l’indagine si intrecciasse su questi due piani in quanto il secondo romanzo è molto basato sulle dualità, per cui il fatto di poter collegare due località che sono opposte in quanto una ha il mare e l’altra non può neanche protendere verso esso essendo circondata dalle Alpi, dava coerenza alla scelta. Inoltre le due città contrastanti andavano a completarsi e la presenza del mare a Sanremo mi permetteva di liberare un po’ l’anima del protagonista che vive una situazione opprimente nonché di dare respiro alla vicenda.

Il suo personaggio, l’avvocato Alfieri, mi colpisce sia per le sue doti investigative che per i suoi sentimenti. Mi spiego meglio: lo vediamo abbastanza malinconico e molto riservato nella vita privata mentre, una volta catturato dall’indagine, è preso da raziocinio e perseveranza. Ciò che, però, mi piace di più di lui è che lei ha saputo creare un investigatore moderno. Un uomo con i suoi sentimenti, le sue relazioni, le sue sofferenze e gioie, insomma non privo di contraddizioni proprio come è l’uomo moderno. Come è nato questo personaggio?

È nato dalle tante persone della mia vita. Ho derivato la figura dell’Avvocato, e anche qualcosa del suo aspetto fisico, da mio nonno che era un avvocato torinese e mi ha permesso di immaginare il personaggio e dargli un aspetto. Con l’Avvocato condivido tante passioni come quella per i libri, per il calcio, il gusto del collezionismo. Insomma è stato bello e interessante dare tante sfaccettature proprio perché ho potuto prenderle da tante persone. Ho utilizzato alcuni aspetti per Mario, un altro personaggio, che per tanti versi è il contraltare dell’Avvocato. Lo completa e nello stesso tempo se ne distacca. Tra loro vi sono dei punti di contatto come quella di aver compiuto scelte estreme quale aver lasciato, uno, la professione da giovane e, l’altro, seguire la vocazione e diventare prete, ma sono anche tanto diversi.

A proposito di questo le voglio chiedere anche dell’amicizia perché ho notato, leggendo, non solo la figura di Mario come amico caro in quanto personaggio, ma proprio un’attenzione particolare all’amicizia. Come vede oggi l’amicizia? Per lei è ancora un sentimento forte, puro, per quello che ci accade intorno e nelle relazioni sociali in genere?

Diciamo che è soprattutto un tendere. L’amicizia tra loro due è quella che tutti sognano, cioè la capacità di costruire un rapporto empatico e in totale trasparenza. Personalmente ho voluto che l’amicizia fosse uno dei temi fondamentali del romanzo, poi dirle che nella vita di tutti i giorni si possono creare dei rapporti di quel tipo… non saprei. Diciamo che sarebbe bellissimo sulla carta ma che nella vita è un po’ più complicato.

Mi ha già anticipato che sta lavorando a una terza indagine e ho letto che il nuovo libro sta riscuotendo un buon successo. Tutto è nato per un concorso, per cui vorrei sapere se pensa di partecipare a qualche competizione anche con questo.

Il romanzo parteciperà ad alcuni concorsi ma poiché è il mio editore che segue questi aspetti non so, al momento, dire con precisione a quali e a quanti.

In occasione del Salone del Libro di Torino la presentazione del romanzo prevista il 17 maggio presso una sede esterna è stata rinviata per condizioni meteorologiche avverse. Il luogo scelto è dove Giallo profumo di limoni si apre e si chiude, cioè il cimitero monumentale di Torino e in particolare di fronte alla tomba di Isa Bluette.

Sì e ne sono stato felicissimo in quanto Isa Bluette è un personaggio ormai quasi dimenticato ma alla sua epoca era una diva, una delle più importanti del teatro di rivista. Era una cantante di pregio e una scopritrice di talenti. Uno degli scopi che mi pongo è proprio quello di scoprire e/o di riscoprire luoghi e persone di Torino, quindi avere una delle prime presentazioni del romanzo davanti alla sua tomba, che fra l’altro è molto bella, mi ha fatto piacere e trovo che sia particolarmente suggestivo.

Ringrazio Marco Bernardi per la disponibilità e attendiamo la terza indagine dell’avvocato Alfieri.

Maria Paola Battista, Sociologa, editor e giornalista, scrive recensioni di libri e interviste agli autori per varie testate.

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