Check-up si o check-up no?
Stanco della sua intellettualmente e finanziariamente piatta vita nello sperduto paesino di Saint-Maurice, il dottor Parpalaid, medico condotto del villaggio, prevedendo di trasferirsi in una grande città, offre il suo posto al quarantenne dottor Knock. Durante il colloquio tra i due, Knock scopre che a Saint-Maurice la maggior parte delle persone gode di ottima salute. Appena arrivato al paese fa così annunciare che si rende disponibile per consultazioni gratuite il lunedì.
Knock si rivela abilissimo nell’insinuare nel suo interlocutore l’idea di essere in realtà ammalato e di aver bisogno del suo aiuto. Riesce a prescrivere per tutti terapie di lunga durata, facendo affari col farmacista del paese e trasformando il municipio in una clinica. I malati vengono anche dalle contrade vicine, nonostante le cifre che Knock è arrivato a chiedere. Parpalaid, venuto a sapere dei movimenti di pecunia a Saint-Maurice, torna da Knock tentando di riottenere il suo vecchio posto, ma quest’ultimo convince lo stesso Parpalaid di essere ammalato, ottenendo di farsi curare.
Questa è la trama di una celebre commedia del 1923, scritta da Jules Romains: Knock ovvero il trionfo della medicina!
Era il 1978:
–C’è un laboratorio di analisi, ad Arpiano, in periferia, che vuole dare vita ad una struttura polispecialistica, serve un cardiologo, chi di voi è disposto? Non si sa il guadagno che ci sarà, è una iniziativa…
–Ok, sono disponibile
Avevo solo 27 anni, e siccome mio padre mi diceva sempre: Pensa a lavorare e il guadagno verrà, accettai.
Ortopedico, psichiatra, pneumologo, urologo, neurologo, otorino, radiologo con recapito di studio confinante, ginecologo, e ovviamente cardiologo. C’eravamo tutti.
–Proponiamo un check-up completo, fu la prima idea lanciata in una riunione di tardo pomeriggio. Una cifra fissa di ottantamila lire, un profilo di analisi di laboratorio (ovviamente) e un pacchetto di visite specialistiche”
–Perfetto
–Ma chi poi tira le somme? Chi valuta tutti questi risultati?
– Perché guardate me? Dissi.
Ovvio, ero io, il cardiologo, quello più vicino alla medicina generale…
Cinque, forse sei cittadini aderirono, qualcuno con lo sconto (era pur sempre un piccolo centro di periferia), ma tant’è…era più un investimento pubblicitario che altro.
Dieci giorni dopo ricevo il primo cliente/paziente: 49 anni, una folta capigliatura corvina, fisico da atleta, sorriso smagliante, fumatore occasionale (una sigaretta in compagnia, saltuariamente) non bevitore abituale, coniugato, due bambini, che, a richiesta, si dichiara totalmente asintomatico.

Dopo un’occhiata alle analisi (tutto nella norma, transaminasi uno/due punti al di sopra del valore normale dichiarato) mi porge le ricette dei colleghi.
Prescrizione finale, tra la sorpresa del…malcapitato e in parte anche mia:
Prilix una compressa due volte al giorno, Gastrix 20 una compressa al mattino (per proteggere lo stomaco) più fisioterapia per correzione della postura (ortopedico, presa visione di rx rachide)
Dormoben dieci gocce a sera per favorire l’addormentamento (psichiatra)
Respirsan una compressa ogni mattina a digiuno per dieci giorni al mese per tre mesi (pneumologo)
Urben una supposta a sera (urologo), più controllo di testosterone, PSA etc.
Zamyr 400 una compressa due volte al giorno per migliorare il tono dell’umore (neurologo)
In totale cinque compresse al giorno, una supposta e un ciclo di tre mesi di compresse per dieci giorni al mese, senza contare i suggerimenti dietetici del sottoscritto cardiologo: ridurre pane, pasta, dolci, evitare carni grasse, grassi cotti, fritture, spezie.
Forse aveva ragione Erich Fromm, quando nel 1991 scrisse I cosiddetti sani – La patologia della normalità?

Domenico Miceli, Cardiologo, già direttore UOSD Cardiologia Riabilitativa Intermedia CTO, scrittore, autore del “thriller dell’anima” Sospensioni edito da Amazon libri