I mille azzurri colori di Napoli

Lo sport è un fatto sociale, nel quale si intersecano elementi di carattere collettivo, culturale, economico, politico, antropologico: in Italia il calcio, soprattutto, è rappresentazione della società e delle dinamiche che la contraddistinguono.

Le partite sono seguite con attenzione, tensione, agitazione ed i tifosi esultano delle vittorie e si abbattono per le sconfitte, spesso conservando l’euforia o l’avvilimento fino alla gara successiva.

Quest’anno, dopo 33 anni, lo scudetto, simbolo della vittoria del Campionato, si è tinto del colore del cielo e del mare… prima timidamente, poi con sempre maggiore vigore, partita dopo partita, si è capito che qualcosa di nuovo stava accadendo nel rettangolo di gioco.

E il Napoli, e Napoli, si sono vestite di azzurro.

Ed è stato il trionfo: il trionfo della squadra, certamente, ma anche di una città, di una provincia e del suo popolo!

Napoli, l’unica tra le metropoli italiane ad avere una sola squadra di calcio, la sola ad avere come simbolo un animale umile e malmesso, è diventata Campione d’Italia e non soltanto, mi sia concesso, in ambito calcistico.

La città più allegra, caotica, eccessiva, solidale, accogliente, appassionata del mondo ha riportato queste sue caratteristiche nei festeggiamenti per lo scudetto, travolgendo in una giostra gioiosa non solo i suoi abitanti, ma anche turisti, semplici curiosi e persone che, fino a poco prima, erano disinteressate alle vicende calcistiche.

Non capirò mai la passione dei miei concittadini per il gioco del pallone e per il Napoli. Ma quello che capisco ancor meno è perché, quando il Napoli vince, sono contento pure io… (Benedetto Croce)

In questo contesto confuso e felice, la città ha dimostrato, a discapito di ciò che molti, troppi, pensavano, che una festa che coinvolge milioni di persone per strada, può essere una festa civile, vivace, colorata, rispettosa di monumenti ed opere d’arte…

Sconosciuti si sono abbracciati e hanno pianto insieme di gioia, famiglie intere con bambini hanno attraversato cantando vicoli e piazze, il cielo e il mare si sono uniti e mescolati con l’azzurro di bandiere e striscioni dando vita ad un unico immenso tappeto cobalto.

E nella frenesia dei festeggiamenti, ma anche nei giorni che li hanno preceduti, nessuno dei cittadini e dei tifosi ha dimenticato di omaggiare, con cori, cartelli, murales i personaggi che, nel tempo, hanno apprezzato e stimato Napoli: Massimo Troisi, Maradona, Pino Daniele e altri ancora… perché Partenope è anche amore e rispetto smisurato per chi ha saputo amarla e rispettarla.

Napoli sta vivendo un periodo di affermazione culturale, sociale, turistica senza precedenti e la vittoria del campionato, arrivato dopo più di tre decenni dal precedente, è rappresentativo della vivacità e dell’energia che la città sta attraversando.

Lo scudetto, sia ben chiaro, non è rivalsa, perché Napoli non ha bisogno di rivalsa: esso, piuttosto, è una attestazione ed una conferma del momento aureo che la città del sole sta vivendo.

La Napoli delle Quattro Giornate, di Benedetto Croce, Salvo D’Acquisto e Masaniello per citarne solo alcuni, dell’Università statale tra le più antiche del mondo, del centro storico più grande d’Europa, del primo Cimitero per poveri in Italia, dei sette castelli e di musei, Chiese, palazzi antichi e sottosuolo e di tanto altro ancora, non si è scoperta con la vittoria del Campionato, ma forse, semplicemente, si è ri-scoperta, è emersa, agli occhi di quanti la guardavano con sguardo distratto e frettoloso.

Napoli sarà sempre mille colori, ma a lungo, e forse per sempre, nella memoria della sirena Partenope, ci sarà spazio anche per i mille azzurri colori, intorno ai quali la città si è raccolta, più unita che mai, in un corale, strettissimo abbraccio che sarà difficile sciogliere e dimenticare.

Rosa Maria Bevilacqua, Sociologa, A.O.R.N. “San Giuseppe Moscati”- Avellino, Delegata alla Sanità ASI (Associazione Sociologi Italiani)

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