Il dolore che fa male al cuore.
Improvvisamente tutto finisce. Tutto cambia, nonostante la vita sembri continuare sempre allo stesso modo. Bisogna fare le stesse cose di sempre, come se nulla fosse accaduto. Messaggio ambiguo, questo, che spesso molti adulti offrono ai bambini pensando di proteggerli. Mascherare, nascondere e tacere la verità, nella fantasia degli adulti aiuterebbe i bambini a minimizzare la sofferenza di una realtà così dura, come la perdita di una persona cara.
Tuttavia questo luogo comune, nella psicologia di un bambino, produce sofferenze che, non trovando spiegazioni logiche, conducono a disagi profondi nella gestione delle emozioni.

I bambini sono quasi sempre ritenuti incapaci di comprendere gli eventi difficili, o troppo impressionabili e fragili di fronte a situazioni cariche di tensioni e di emozioni forti. Questo tipo di considerazione nasconde in realtà la paura, da parte dell’adulto, di non essere sufficientemente preparato a gestire le reazioni che un bambino potrebbe avere nell’acquisizione della notizia di una perdita importante, come può essere quella di un genitore, di un fratello o di un nonno.
In realtà il bambino vive un momento di profonda angoscia quando non riesce a comprendere le sensazioni che percepisce all’interno dell’ambiente familiare, le parole dette a metà e gli sguardi tristi di chi si occupa di lui. Il più delle volte, vive una realtà di doppi messaggi, che se da un lato tendono a rassicurare, dall’altro nascondono in maniera maldestra dolore e disperazione. I silenzi, la tristezza, l’angoscia, sono vissuti nella totale esclusione, generando paura e sconforto per essere stati lasciati soli e totalmente ignorati dal contesto familiare.

Se si considerasse che un bambino ha fortemente sviluppato quella parte del linguaggio definita non-verbale, si comprenderebbe quanto sia in realtà capace di comprendere e interpretare anche un piccolissimo segnale da parte dell’adulto.
Ciò che potrebbe essere utile, nell’affrontare i momenti critici, è poter vivere in condivisione ciò che è accaduto o sta per accadere, elaborando con le persone più vicine i propri sentimenti. Sentirsi sostenuti e accompagnati permette al bambino di metabolizzare l’esperienza dolorosa in maniera congrua e adeguata.
Non è un caso che l’intensità, la durata e la qualità delle reazioni che i bambini possono avere dopo la perdita di una persona importante della loro vita, dipenderanno dalla complessità degli eventi vissuti prima, durante e dopo la scomparsa della persona amata. In un ambiente favorevole e accogliente, che si prende cura della sana crescita del bambino, la morte di un riferimento non conduce a gravi difficoltà psicologiche né a disturbi del comportamento, poiché viene elaborata come evento facente parte della vita. Per questo motivo sarebbe utile preparare e informare i bambini su quel che può succedere all’interno di una famiglia, quando c’è la perdita di uno dei suoi membri. Comunicare è uno dei fattori determinanti, che può aiutare a definire ed esprimere le proprie emozioni. Condividere l’evento morte aiuta sia il bambino che il genitore a elaborare le differenti fasi del lutto in maniera sana e costruttiva, alimentando un sentimento di fiducia e sicurezza verso la figura di riferimento.

Giuseppina Savorra, psicologa-psicoterapeuta APSIS, trainer P.S.P – Pronto Soccorso Psicologico Croce Rossa Italiana