La Repubblica del Madagascar è un’isola dell’oceano indiano al largo della costa orientale dell‘Africa, di fronte al Mozambico. Di vaste dimensioni, che la collocano al quarto posto fra le isole più grandi del mondo, ha un clima tipicamente tropicale. Ex colonia francese, ospita animali e piante tipiche, come i lemuri, una varietà di simpatiche e socievoli scimmie, le mangrovie, una specie di rane e ylang-ylang, fiori profumatissimi.
Il Madagascar comprende altre isole più piccole di appartenenza alla repubblica, fra cui Nosy Be, che in malgascio, la lingua ufficiale, significa grande isola,una delle maggiori attrazioni turistiche, con un’economia fondata in prevalenza sull’agricoltura: caffè, cacao, cannella, vaniglia e i fiori ylang-ylang sono coltivati e offerti ai visitatori come prodotti tipici da acquistare.
Dai fiori di ylang ylang si estrae l’essenza per molti profumi, fra cui il celebre Chanel N° 5, quello delle due famose gocce che indossava Marilyn Monroe prima di andare a letto, con un aroma che inonda tutto il territorio e, per questo, è definita anche l’isola dei profumi.
Sin da ragazza era la mia meta preferita nelle vacanze estive ma il timore di contrarre la malaria e la sua profilassi mi hanno fatto orientare su destinazioni diverse. Fortunatamente oggi questo pericolo è quasi del tutto sparito e quindi ho deciso di fare questa esperienza.
Mi ha incuriosito ciò che ho letto e mi hanno raccontato di una donna fantastica Manina Consiglio, che lì, a Nosy Be, ha deciso di trasferirsi dopo una prima sua vacanza nel dicembre del 1997, anno in cui cercava un posto di villeggiatura dove poter scrivere, pescare e fare un bilancio della sua vita …lei stessa dice che è come se si fosse reincarnata.
Manina Consiglio è una professoressa napoletana di filosofia che, andata in pensione, nell’isola di Nosy Be ha trovato la sua dimensione, il suo scopo di vita, risollevando di molto le sorti di tanta gente del luogo.
Dopo essere stata lì in vacanza, ritornò a Nosy Be nel mese di giugno del ‘98 per cercare un terreno dove costruire una casa. Appena andata in pensione si trasferì nel giugno del ‘99 e cominciò così a praticare una delle sue grandi passioni, la pesca, uscendo in barca ogni mattina presto con i pescatori del posto e rientrando con enormi pesci che regalava poi ai bambini.

Manina piano piano si fece coinvolgere dalla vita che conducevano i malgasci, le fu detto che il suo nome era malgascio e significava nostalgia di una persona lontana. All’inizio della sua permanenza fu colpita e rattristata dalla povertà e dalla carenza di strutture sanitarie e sociali sull’isola: troppi i bambini che ogni giorno morivano di malaria, che non avevano soldi per andare a scuola, troppe le famiglie che non sapevano di che sfamarsi e così decise di aiutare la popolazione locale.
Comprò medicine cominciando a far guarire i bambini e gli adulti dalla malaria e a pagare la retta della scuola inizialmente a 10 bambini, che divennero poi 80 e dopo poco 600.
Fu allora che pensò di costruire delle sue scuole per permettere a più bimbi possibile di avere un’istruzione. Il suo progetto prese corpo e il numero di scuole sull’isola gradualmente aumentò, arrivando oggi a più di 300.
Manina, definita la madre dei bambini malgasci, con le strutture da lei create gestisce 18.500 studenti di tutte le età.
La prima cosa che colpì Manina fu che ogni giorno moriva un bambino di malaria perché le cure ospedaliere erano a pagamento. Gli abitanti dell’isola potevano solo morire nelle loro capanne non avendo la possibilità di pagare l‘ospedale e le medicine necessarie. Fu così che Manina aprì inizialmente un ambulatorio a casa sua per curare le persone affette dalla malaria, con l’aiuto di una dottoressa che con solo tre pillole curava i bambini e gli adulti affetti da questa patologia.
Da allora, Manina è sempre più impegnata nel sostenere gli abitanti malgasci; un popolo molto povero ma sempre gentile, sorridente, altruista; i bambini di cui si prende cura rappresentano una seconda famiglia per lei. Nei mesi di vacanza molti di loro la vanno a trovare, e lei li accoglie come se fossero tutti suoi figlioli.
Inoltre, gestendo questa struttura, si avvale di un team di malgasci da lei addestrati creando occupazione e lavoro per loro.
Così, con l’intento di raccogliere fondi per le iniziative socio-sanitarie, Manina ha costruito un piccolo hotel villaggio, la Merveille, composto da 6 bungalow e due case sugli alberi, arredato con gusto e caratterizzato da un servizio eccellente, in cui accoglie i suoi ospiti con spontaneità e gentilezza facendoli sentire subito a loro agio, parte di una grande famiglia, destinando gran parte degli introiti in beneficenza per sostenere il popolo malgascio.
Nosy Be è un’isola che ti prende il cuore per molti motivi: il popolo, l’aria che si respira, il mare limpido e azzurro, il cibo semplice ma delizioso, la natura, gli animali, il tutto in un clima disteso per l’accoglienza di Manina nel suo piccolo villaggio umanitario, situato a due passi dal paesino e vicino al mare e alla spiaggia da cui partono tutte le imbarcazioni per le numerose isole da poter visitare durante la permanenza. Inoltre, al tramonto, è uno dei pochi luoghi in cui è possibile vedere il raggio verde.

È una esperienza fantastica che coinvolge emotivamente, in un posto magico non basato sul solo consumismo ma che ti rigenera e lascia un segno profondo, con un popolo dal cuore enorme pur vivendo nella miseria.

Simona Di Martino. Insegnante di danza modern contemporary e di PBT (Progressive Ballet Tecnique), coreografa, stilista. Ha studiato scienze politiche.