ovvero anche Maria di Magdala tra le tre Marie
«E l’Eterno Femminino, sempre più in alto ci attira »
(Faust, di Goethe)
Solo l’amore materno è amore sacro?
La “Questione delle tre Marie” è strumentale
“In seguito egli se ne andava per le città ed i villaggi […]. C’erano con lui i Dodici ed alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Magdala o Maddalena, dalla quale erano usciti sette dèmoni, Giovanna […], Susanna […] e molte altre, che li assistevano con i loro beni” (Lc 8, 1‐3). Così Luca identifica Maria Maddalena, precisandone la provenienza (nel testo greco, «Maria Magdalena»).
Eppure c’è stato chi ha voluto identificarla con la peccatrice senza nome della narrazione di Luca (7, 36‐50) che unse di olio e bagnò di lacrime i piedi di Gesù per poi asciugarli con i capelli, e chi con Maria di Betania, sorella di Marta e Lazzaro. La questione dell’identità di Maria Maddalena è antica; fu affrontata in maniera organica dal filologo ed umanista francese J. Lefèvre d’Ètaples (noto come Faber Stapulensis, circa 1450‐1536) che innescò una polemica tra studiosi, nota come «Questione delle tre Marie».
Una identità ingombrante
In realtà, senza addentrarci nella «Questione», l’identità di Maria Maddalena è ben definita nelle Scritture. Nessun equivoco può sorgere tra la peccatrice anonima, Maria di Betania e Maria di Magdala. La Maddalena ha avuto un ruolo rilevante, il più importante tra discepoli ed apostoli, al punto da essere «ingombrante» per la Chiesa stessa. Gregorio Magno volle screditarla identificandola con la peccatrice senza nome della narrazione di Luca in una omelia pronunciata nel 590 (Homiliae in Evangelia, 33, 1).
Maria Maddalena negli apocrifi
È preponderante l’importanza della Maddalena sia nei testi gnostici, sia negli apocrifi sia, come vedremo, nei Vangeli. Per dare un’idea, in Pisti Sophia (che è un testo gnostico) gli interlocutori di Gesù sono la Madre, Salome, Marta, Maria Maddalena e i discepoli; le prime tre intervengono meno di Pietro che fa cinque interventi; più di tutti fra i discepoli interviene Giovanni, superato di gran lunga da Maria Maddalena, che ha la parte preponderante e più importante con 67 interventi. Questa la soddisfazione ripetuta di Gesù dopo gli interventi della Maddalena: «Benissimo, Maria! Tu, infatti, sei la più beata di tutte le donne della terra!» (I, 19‐1; cfr. L. Moraldi, Testi gnostici, pag. 520).
Scontro tra Maria Maddalena e Pietro…
… Sappiamo che il Maestro ti ha amata diversamente dalle altre donne
Nel Vangelo di Maria Maddalena, pervenutoci in lingua copta, la figura di Maria è altrettanto preminente, al punto da irritare notevolmente Pietro. “Pietro disse a Maria: «Sorella, sappiamo che il Maestro ti ha amata diversamente dalle altre donne; di’ a noi le parole che egli ti ha detto e di cui non abbiamo conoscenza»”. E poi: «Possibile che il Maestro si sia intrattenuto così con una donna su dei segreti che noi stessi ignoriamo?». E poi sbotta: “Pietro si fece avanti e disse a Gesù: «Signore, non possiamo sopportare questa donna; ci toglie l’occasione, non lascia parlare alcuno di noi, parla sempre lei»” (Pistis Sophia, I, 36, 1). E Maria: «Temo le minacce di Pietro, il quale ha in odio il nostro genere» (Pistis Sophia, II, 71, 2, 6).
Maria Maddalena, la «Consorte» di Gesù…
… «Gesù la baciava spesso sulla bocca»
“Erano tre che andavano sempre con il Signore: sua madre, sua sorella e la Maddalena, che è detta sua consorte; infatti erano Maria, sua sorella, sua madre e la sua consorte” (Vangelo di Filippo, 32; cfr. Marco Craveri, I Vangeli apocrifi, pag. 517). Nota: che Gesù avesse una sorella di nome Maria è riportato anche da Epifanio (Adv. Hares. 78, 8).
“La consorte di Cristo è Maria Maddalena; il Signore amava Maria più di tutti i discepoli e la baciava spesso sulla bocca. Gli altri discepoli allora dissero: «Perché ami lei più di tutti noi?»; il Signore rispose e disse loro: «Perché non amo voi tutti come lei?»” (Vangelo di Filippo, 55).
Nota a proposito del termine «consorte»: alcuni autori lo intendono nel significato etimologico, nel senso di «persona che partecipa della medesima sorte».
Nota a proposito dei baci: così l’interpretazione di alcuni autori (cfr. in proposito C. Augias, Inchiesta su Gesù, pag. 129‐130): “Il bacio di Gesù alla Maddalena non ha carattere erotico, avrebbe potuto essere stato scambiato con i discepoli uomini; rivela l’intenzione di dare al gesto una particolare intensità religiosa”. In realtà nello stesso Vangelo di Filippo (31) è scritto: “Il perfetto diventa fecondo per mezzo del bacio e genera; per questo motivo anche noi ci baciamo l’un l’altro e concepiamo l’uno dall’altro, per opera della grazia che è in noi”.
Chi depose Gesù? Maria, la Madre,
O Maria, la Maddalena?
Apparentemente dalla narrazione dei Vangeli Sinottici non è evidente o quanto meno non è esplicita la presenza della Madre sotto la croce. È evidente invece la presenza della Maddalena. Nel Vangelo di Giovanni viene invece enfatizzata la presenza della Madre, quasi a voler supplire le descrizioni fatte da Matteo, Luca e Marco. Occorre però dire che, secondo la critica odierna, Giovanni avrebbe scritto il Vangelo che gli viene attribuito quasi a un secolo di distanza dagli eventi raccontati, per quanto egli definisca se stesso come il «discepolo che Gesù più amava», quasi a sostituirsi alla Maddalena, che è invece, come abbiamo visto nei Vangeli Gnostici,la più amata da Gesù. Secondo alcuni autori anche nella rappresentazione del Cenacolo di Leonardo i tratti fisionomici di Giovanni, sembrerebbero essere più propriamente quelli di un soggetto femminile.

Anche Michelangelo nella sua Pietà ha dato luogo a perplessità per aver rappresentato la Madre molto, troppo giovane. Già il Vasari aveva registrato critiche in tal senso. Lo stesso Michelangelo, tuttavia, come scrisse il suo biografo Ascanio Condivi, sostenne che «la castità, la santità e l’incorruzione preservano la giovinezza».
Registriamo anche quanto scrive G. James Frazer (Il ramo d’oro): “Il tipo creato dagli artisti greci della dea [Afrodite‐Astarte‐Ishtar‐Iside‐Inanna] addolorata con l’amante [Adone‐Tammuz‐Osiride‐Dumuzi] morente sulle braccia, somiglia alla Pietà cristiana raffigurante la Vergine con in grembo il corpo del suo divino figlio morto”.

Domenico Casale, cardiochirurgo di professione e contadino per passione, esperto di mitologia e testi sacri multiculturali, scrittore.