Il vecchio Pulcinella

Il vecchio Pulcinella

Il vento soffia tra i pioppi già spogli

e a terra fa mulinelli delle foglie morte

che sono ancora tenaci alle querce

e beffarde aspettano marzo,

quando esauste cadranno lievi e vane,

come ciuffi di capelli ceduti alla chemio,

silenziosa creatura, nella notte

che fa quieto il giorno della tramontana.

Il vento di terra brucia l’erbe

e rende glabri i prati già verdi

e la brina fa trame di ghiaccio al suolo

che scricchiola nel silenzio

rotto testimone di orme spezzate.

Nei vicoli della città nei quartieri antichi

i panni stesi tra i balconi senza orizzonti

s’oppongono alle folate

come avessero orditi di metalli,

come danzatrici rigide

su pentagrammi protesici

d’un vecchio Pulcinella

non più immacolato

sorpreso e un po’ confuso.

Cede il giorno le ore

e si rimbocca nella notte quieta.

Come una giovin sposa già pronta

si vestiranno di bianco

i prati e le valli e le colline e gli arenili.

E anche si vestiranno di bianco

i vecchi quartieri

e i richiami degli ambulanti

e i banchi dei fruttivendoli.

Domenico Casale

Domenico Casale, cardiochirurgo di professione e contadino per passione, esperto di mitologia e testi sacri multiculturali, scrittore

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