La Biblioteca delle Donne
Una proposta di prevenzione socio-culturale contro la violenza di Genere
Ogni giorno leggiamo che una donna è stata aggredita o addirittura uccisa dal suo partner o ex-partner. La violenza di genere e domestica in tutte le sue forme, fisica, sessuale, psicologica, economica non arretra di un millimetro nonostante sempre nuove Leggi che tendono a reprimere e punire gli autori dei crimini, nonostante il costante aumento di Centri Anti Violenza e la sempre maggior attenzione e sensibilità delle Forze di Polizia a questi fenomeni che spesso coinvolgono in varie maniere anche i figli minori.
Partendo dal presupposto che la violenza di genere e domestica ha una radice culturale, desideriamo porre l’attenzione sulle attività di “prevenzione” delle quali troppo spesso NON si parla perché la prevenzione costa, la prevenzione dà frutti dopo tempo, perché la prevenzione è difficile da misurare, perché la prevenzione non produce voti. Il problema però rimane e tutte le azioni (meritorie) messe in essere sono principalmente post violenza, dal Codice Rosa in Ospedale, all’ invio ai CAV (Centro Anti Violenza) alle denunce ed ai processi con Codice Rosso.
Pertanto, senza assolutamente voler cedere di un passo nei confronti di tali sforzi messi in campo, vorremmo affrontare anche un discorso preventivo che corre sincronicamente, ovvero da un lato una prevenzione di carattere psicologico facendo conoscere i pochi CAM (Centri Ascolto per uomini Maltrattanti) e dall’ altro affrontare il problema con un approccio socio-culturale, ovvero interventi di prevenzione culturale come il circuito delle Biblioteche delle Donne.

Questo progetto prende spunto da un atto vandalico di alcuni anni fa ai danni del Centro Anti Violenza dell’Associazione Le Porte di Frida di Marano di Napoli. Dopo la vandalizzazione e distruzione della sede e degli arredi, furono ritrovati due elementi macabramente simbolici: un gatto impiccato e una pira dei libri del Centro pronti per essere incendiati.
Il gatto è un animale che da sempre simbolicamente, tranne che per gli antichi Egizi, viene associato ai demoni e successivamente alle streghe e quindi il messaggio era chiaro…ma i libri?
Il libro ovviamente rappresenta la conoscenza (che rende liberi) ma storicamente rappresenta soprattutto uno strumento di una cultura maschile e patriarcale che si perpetua con i Libri Sacri, con i Libri delle Leggi ecc. e quindi l’accesso al libro, alla lettura e scrittura, alla conoscenza è stato per secoli bandito alle donne. Quindi la pira di libri ha un forte monito punitivo…e noi, con la Biblioteca delle Donne, abbiamo desiderato farne un simbolo opposto e di riscatto.
Nella pratica questo progetto ha due azioni sincroniche, da un lato acquisire visibilità e autorevolezza tramite i Patrocini Morali ottenuti dalla Biblioteca Nazionale di Napoli, dalla Biblioteca giuridica di Castel Capuano di Napoli, dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’ Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, dal Comitato Pari Opportunità dell’ Ordine degli Avvocati di Napoli, dal Comune di Cellole (CE) e dalle Consigliere di Parità delle Regioni Campania e Basilicata e Provinciali di Napoli e Avellino . Dall’altro quello pragmatico della costituzione della Sezione di Soggettività Femminile che vorremmo implementare con la riapertura delle Biblioteche Comunali, delle Biblioteche Scolastiche e nelle Biblioteche Universitarie, nei Centri Anti Violenza e Associazioni Culturali disponibili a collaborare.
Si chiama Biblioteca, ma non riguarda esclusivamente il libro, vorrebbe estendersi a varie forme di narrazione (pittura, fotografia, grafica, musica e canzoni, video…) che hanno come protagoniste storie di Donne o di cui sono autrici le Donne, anche con eventi o incontri e presentazioni di libri aperti anche (o soprattutto) a uomini e ragazzi.

La natura di questo circuito esteso sul territorio trova la sua collocazione ideale principalmente in aree meno urbanisticamente centrali o non sempre convenzionali oppure in aree “dimenticate”, oppure anche solo simbolicamente, all’interno di Centri antiviolenza, di sedi di Associazioni, Scuole, Università ecc. creando così un circuito di Biblioteche estese che tra loro possono anche collaborare utilizzando un’ unica piattaforma di gestione dei cataloghi e del prestito bibliotecario messaci a disposizione gratuitamente; anche con l’istituzione di Gruppi di Lettura tra loro connessi.
L’obiettivo finale non è quello di creare un “mondo” d’ isolamento per le Donne, ma, al contrario, di far conoscere, apprezzare e soprattutto rispettare le Donne.
Il “fondo” delle Biblioteche nasce o si arricchisce non dalla richiesta di soldi, ma dalla partecipazione con un gesto antropologico ricco di significati: il dono, in questo caso di un libro. Al momento hanno aderito alla nostra iniziativa, oltre le Istituzioni o Enti già citati, molte altre Associazioni. Si sono distinte per fattiva collaborazione l’Associazione Napolinoir presieduta da Maurizio Ponticello che raggruppa scrittori e scrittrici napoletani autori di romanzi gialli e la Fondazione Società Umanitaria diretta da Marina Melogli con la sede di Napoli al Vomero.

Sociologo , docente di Comunicazione Sociale e d’Impresa , componente del CTS del Garante Infanzia e Adolescenza della Regione Campania , Presidente Vision Osservatorio di Vittimologia