La salute del sangue passa anche attraverso l’equilibrio acido- base del cibo

Gennaio 1, 2023 by Nessun commento

Il nostro organismo lavora costantemente per mantenere il suo delicato equilibrio di pH. Quest’ultimo rappresenta la concentrazione di ioni idrogeno presenti in una soluzione e può variare da 0 a 14. Infatti ci si riferisce a questa scala di misura per determinare l’acidità o la basicità di una soluzione.

Quando il pH è 7 ci troviamo di fronte ad una soluzione neutra, mentre per valori superiori a 7 la soluzione è alcalina o basica. Al contrario, valori inferiori a 7 indicano una soluzione acida. Perché è importante il pH anche nell’elaborazione di una dieta? Dei cibi conosciamo l’importanza del loro apporto energetico e nutrizionale, ma hanno anche potere acidificante e alcalinizzante. E questa loro azione potrebbe, in alcuni casi, influenzare la buona salute del nostro sangue e dell’intero organismo, attraverso una corretta alimentazione. Il sangue ha un valore ottimale di pH compreso tra 7.35 e 7.45, ossia è leggermente alcalino.

Quando ingeriamo un cibo, dopo il suo processo digestivo, si ha rilascio di un acido o di una base alcalina. Per questo gli studiosi hanno iniziato a classificare i cibi in acidi e alcalini. L’acqua frizzante, la soda, l’alcol e le bevande energetiche, la maggior parte dei latticini, il grano, lo zucchero, alcuni tipi di carne ed i prodotti in scatola sono considerati alimenti acidi, mentre gran parte di frutta e verdura fresche, i legumi come fagioli e lenticchie, la soia e l’olio di oliva sono considerati alimenti alcalini o debolmente acidi.

Cosa succede subito dopo un pasto acido o alcalino? Facciamo un esempio pratico: se consumiamo un cibo a base di farina bianca, oppure una fetta di carne di manzo arrosto, magari in pausa pranzo, di fretta e stressati da una giornata impegnativa, si produrranno acidi che l’organismo immagazzinerà nei tessuti e sarà prelevato calcio dalle ossa per tamponare l’acidità del sangue e parte dell’acido stesso verrà eliminato dai reni con un superlavoro.

È chiaro che una dieta ricca di cibi acidificanti, dove farine bianche, zucchero semolato, mais, carne di manzo, latticini e formaggi, legumi, cioccolata e derivati, pesce, alcuni tipi di frutta e cereali integrali la fanno da padrone, alla lunga mette a rischio la salute della pelle, dei reni e delle ossa, perché tecnicamente si crea un abbassamento dell’acidosi metabolica con conseguente pericolo di insorgenza di insufficienza renale e diminuzione della densità ossea.

Tutto quanto riportato, però, non deve demonizzare gli alimenti acidificanti. Molti di essi hanno proprietà benefiche e se associati a cibi alcalinizzanti, in modo equilibrato, fanno sì che si mantenga inalterato il pH ottimale del sangue. La frutta secca non trattata, come le mandorle, tutte le verdure fresche, i limoni ed il lime, le banane, l’avocado, i pomodori crudi sono un esempio di cibi alcalinizzanti che non dovrebbero mai mancare sulle nostre tavole. Un’alimentazione ricca di questi alimenti innalza il pH del sangue con conseguente disintossicazione del corpo, grazie al miglioramento della funzionalità epatica. Il sangue ne risulta più fluidificato e la pelle essendo più irrorata ha un colorito più sano.

L’equilibrio acido-base della dieta è quindi molto importante per la salute. Si può facilmente rilevare quanto sia acida la nostra alimentazione? La risposta è sì. Grazie all’uso di comuni cartine al tornasole, attraverso la misurazione dell’acidità delle nostre urine, possiamo valutare se la nostra dieta sia corretta ed equilibrata. Bisogna solo fare attenzione a piccoli ma importanti accorgimenti.

Al mattino, ad esempio, l’urina è normalmente più acida a causa del processo metabolico di preparazione all’eliminazione degli scarti e delle tossine e quindi la misurazione non sarà del tutto attendibile. Bisogna prima eliminare tutte le scorie che il nostro organismo ha prodotto nella notte e poi procedere alla misurazione dell’acidità dell’urina con il secondo svuotamento della vescica della giornata.

Mirella Gallo, Consulente in Nutrizione e Fitness, esperta in elaborazione di diete in condizioni fisiologiche e patologiche, personal trainer.

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