Quando ancora oggi vedo nei pressi di casa due vecchie amiche che si incontrano puntualmente al mattino ed insieme si dirigono al mercato del loro quartiere, munite di bellissimi e colorati carrelli della spesa, mi emoziono! Chissà se quelle due amiche si fermano a lungo a leggere le etichette presenti sui prodotti alimentari prima di acquistarli. Magari le discutono insieme cercando di scegliere il prodotto che sia di buona qualità e a buon prezzo! Diverso è invece lo scenario quando la spesa viene fatta di corsa perché è una delle mille tappe di una giornata ideale fatta da almeno 48 ore! Oggi le parole d’ordine sono risparmiare tempo (oltre che denaro!) e semplificare la vita quotidiana. In tale direzione si dirigono anche i sistemi di etichettatura che troviamo sui prodotti alimentari. Nell’ambito del Green Deal europeo e della strategia “Dal produttore al consumatore” (From Farm to Fork) sono state proposte numerose azioni per aiutare i consumatori e promuovere un’alimentazione sana e sostenibile. La Commissione europea sta valutando un sistema di etichettatura nutrizionale per offrire ai consumatori un’informazione migliore sui prodotti alimentari che dovrebbe essere adottato entro il 2022.

Il nuovo sistema di etichettatura rappresenta infatti un sostegno alle strategie di prevenzione dell’obesità e delle malattie non trasmissibili legate all’alimentazione, una priorità di salute pubblica considerandone l’aumentata incidenza a livello globale. In particolare, oggetto di grande discussione è il sistema di etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore dell’imballaggio (Front of Pack, FOP) che dovrebbe essere condiviso dai produttori europei. L’etichettatura FOP dovrebbe: 1) aiutare i consumatori a giudicare a colpo d’occhio le caratteristiche nutrizionali del prodotto, orientandoli verso scelte alimentari più sane; 2) incoraggiare i produttori del settore alimentare a sviluppare e se possibile riformulare i prodotti alimentari con ingredienti più salutari. Diversamente dalle tabelle dei nutrienti e dalla lista degli ingredienti, non esiste attualmente un accordo internazionale per il sistema di etichettatura frontale e le norme dell’UE prevedono un’indicazione su base volontaria di etichettatura FOP sui prodotti. Negli anni numerose sono state le proposte messe a punto e attuate in vari paesi: i marchi proposti sono davvero eterogenei e certamente è da notare l’adozione delle stesse etichette FOP da paesi simili in termini di tradizioni, cultura e consumi.

Tra le etichette FOP proposte vi è quella della Francia che nel 2017 ha adottato il sistema Nutri-Score, un indicatore a punteggio che indica la qualità nutrizionale complessiva di un dato alimento. L’etichetta è rappresentata da una scala a 5 colori, dal verde (“sano”) al rosso (“non sano”), a cui corrispondono le lettere dell’alfabeto dalla A alla E. Il valore nutrizionale complessivo di un alimento (per 100g/100ml) è calcolato mediante un algoritmo che tiene conto sia dei fattori potenzialmente dannosi (calorie, grassi, zuccheri e sale) sia dei nutrienti che hanno un effetto benefico sullo stato di salute (proteine, fibre, frutta, verdura, legumi e frutta secca). Mentre il Nutri-Score francese è stato adottato anche da altri paesi europei (tra i quali Belgio, Germania, Spagna, Paesi Bassi e Lussemburgo), l’Italia nel 2020 ha rilanciato con un sistema di etichettatura diverso, il Nutrinform Battery, un simbolo a “batteria” che riporta quanta energia e nutrienti chiave (sale, grassi e zucchero) esistono in una porzione e quanto questi nutrienti contribuiscano in percentuale all’apporto dietetico giornaliero di una persona nell’ambito di una dieta varia e sana. Il segnale è dato dal senso di “pieno” vs “vuoto” della batteria che ad oggi è applicabile su tutti i prodotti, ad eccezione dei DOP ed IGP sui quali vi sono in corso accertamenti per l’adattabilità dell’etichetta.
La proposta italiana quindi non etichetta un prodotto come buono o cattivo, ma informa con un colpo d’occhio il consumatore. Molte sono critiche mosse relative alle etichette FOP dalle varie parti coinvolte. Il Nutri-Score è a vantaggio della grande distribuzione che beneficia della vendita dei prodotti d’imitazione. Infatti le grandi industrie riescono a mettere sul mercato delle imitazioni che vengono riformulate sostituendo alcuni ingredienti, tipici del Made in Italy, con altri di scarsa qualità e potenzialmente dannosi per la salute. Si rischia di favorire ad esempio le versioni “dietetiche” di alcuni prodotti che sostituiscono lo zucchero con aspartame e altri edulcoranti artificiali che otterrebbero quindi il semaforo verde.
Dove ci porterà questa storia?
Le etichette a semaforo danneggiano i prodotti Made in Italy caratterizzati da un’elevata qualità ma che paradossalmente sarebbero marchiati con un bollino rosso: ad esempio l’olio extravergine di oliva, simbolo della Dieta Mediterranea, così come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui ricette non possono essere modificate. Il sistema di etichettatura a colori più che informare e rendere il consumatore consapevole della scelta dei prodotti, potrebbe influenzarlo a scegliere alimenti che presentano un bel verde “salutare” e che sono prodotti con ingredienti di sintesi e a basso costo. Il colore infatti influenza la percezione dei consumatori: data l’analogia col semaforo stradale i consumatori percepiscono il prodotto meno salutare nel caso di etichette rosse o nere, e più salutare nel caso di etichette verdi.

E allora?
Più che una scelta consapevole dei prodotti potrebbe essere un indirizzamento verso alcuni articoli selezionati. Sul versante italiano il Nutrinform Battery appare come un tentativo di semplificazione malriuscito e la lettura delle batterie non è di facile interpretazione per il consumatore. Il simbolo della batteria può essere fuorviante di per se: l’idea comune è che più la pila è carica meglio è, mentre il simbolo indica che è vero il contrario, meno ce ne sono di alcuni nutrienti e meglio è. Inoltre le batterie si riferiscono ad una porzione di alimento, ma sul mercato non esistono porzioni standard e ogni azienda può modificare la porzione per presentare il prodotto come migliore.
Ma l’obiettivo principale delle etichette FOP non era quello di aiutare i consumatori a fare scelte sane ed informate? E che fine fanno le informazioni su una dieta equilibrata?
Non è che il troppo semplificare può fare danni?
Staremo a vedere la fine della storia … cercando di essere più informati e consapevoli!

Concetta Montagnese Ricercatore, Biologo Nutrizionista presso SC Epidemiologia e Biostatistica – IRCCS Istituto Nazionale Tumori “Fondazione G. Pascale”. Esploratrice di luoghi e stati d’animo.