La speranza: una linea che unisce sport e salute

Esiste uno stato emotivo che accomuna un paziente disperato ed un tifoso disperato. Esistono delle ore, dei giorni anche dei mesi in cui il pensiero piacevole di qualcosa che potrebbe accadere di bello è esso stesso felicità.

Con un Cohiba robusto in una mano ed uno sguardo volto verso la notte stellata immagino di avere davanti due distinte persone.

Carlo, 50 anni, un movimento sbagliato, un’ernia espulsa, un primo intervento sul rachide, una prima illusione di normalità, una recidiva, un nuovo intervento ed una nuova illusione di fine dolore.

Gennaro, 56 anni, una vita a seguire la sua squadra del cuore, giorni vuoti riempiti da una fede, un lavoro comune senza sussulti emozionali ed una felicità legata solo all’esito di una partita.

Il primo stanco di provare dolore, stanco di sentirsi dire che non c’è nulla da fare, stanco di spiegare che il dolore che prova non lo augurerebbe al peggiore nemico, l’altro stanco di arrivare secondo, stanco di giustificare le sue assenze in famiglia per una passione mai ripagata dalla gioia di una grande vittoria, stanco di essere preso in giro al lavoro per un gol mancato dal proprio idolo.

Poi all’improvviso un sussulto, poi all’improvviso una situazione tristemente stabile viene scossa da una notizia che cambierà il loro umore.

Carlo e Gennaro anni senza risposte e senza speranze.

Un medico preparato comunica al paziente rassegnato che esiste una terapia importante che può lenire le sue pene.

SkySport annuncia che la squadra per cui soffre il nostro tifoso ha deciso di farsi guidare dal coach più vincente che ci sia.

Carlo vivrà ancora giorni senza pensare a quel maledetto pomeriggio quando tutto divenne grigio?
E Gennaro? Camminera’ a testa alta nel suo quartiere giustificando la sua “malattia” con una vittoria?

Il giorno della visita Carlo è già diverso, il pensiero che esista una nuova via da percorrere lo rende già più sereno, l’idea che questa via possa lenire le sue pene è vita.

Il paziente rassegnato si è svegliato con altro umore, vivrà aspettando fiducioso l’operazione, i suoi giorni saranno migliori, quasi felici.

Gennaro lo ha ascoltato in tv, è arrivato il più grande di tutti a timonare la sua squadra, il più grande di tutti nella sua squadra del cuore, il più grande di tutti nei suoi giorni al lavoro, il più grande di tutti nei suoi discorsi al bar.

Il tifoso rassegnato si è svegliato con altro umore, vivrà aspettando fiducioso la prima partita, i suoi giorni saranno migliori, quasi felici.

Come definire questo stato emotivo? Come dare una spiegazione razionale ad una condizione mentale profondamente mutata senza essere vicini ad un risultato reale?

Mentre il sigaro finisce il suo lavoro ed una grande nuvola si pone tra me e le stelle migliori, sento che forse quella che stanotte ho cercato di analizzare è la definizione di speranza.

Per un paziente depresso e dolorante la speranza stessa è già una cura, per un tifoso sfigato e sbeffeggiato la speranza di vincere è già vittoria.

Francesco Capone, Biologo specializzato in Informazione Scientifica del Farmaco, calciatore modesto, padre innamorato, commerciale di pacemaker midollari

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