Alla nascita ognuno riceve il dono più prezioso della vita: il sorriso della propria madre. Ogni momento di gioia, di gratificazione determinato da uno stato di benessere, da un incontro importante, da un obiettivo raggiunto è accompagnato da un sorriso; tra le più affascinanti espressioni umane s’illumina nella propria vita e nel mondo socio-culturale per esternare i raffinati colori degli stati d’animo e delle emozioni. Il sorriso è un messaggio empatico di comunicazione corporea che supera ogni barriera culturale, sociale, geografica, linguistica.
Il valore del sorriso, della risata genera la GELOTOLOGIA dal greco GELOS – RISO e LOGOS – SCIENZA. È una disciplina che studia le potenzialità terapeutiche della risata, del buonumore e del pensiero positivo.Rappresenta un collegamento tra la biologia, la psicologia, l’antropologia e la medicina traendo origine da una nuova scienza medica la PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGIA.

Percorsi di gelotologia, conosciuta come clownterapia o terapia del sorriso e comicoterapia, sono già riscontrabili nel ‘600 con il sacerdote carmelitano italiano Angelo Paoli (1642 – 1720) con il suo travestirsi e truccarsi da “buffone” per far sorridere malati e sofferenti. Padre della clownterapia è individuato, però, nel medico e scrittore Hunter Adams (noto come Patch Adams) motivato nel suo lavoro dall’intento di creare un ambiente ospedaliero non più asettico ed impersonale bensì armonioso, amichevole ed empatico dove il sorriso, il contatto fisico, l’abbraccio, il dialogo diventano elementi integranti del percorso terapeutico medico. Nel 1971 fonda il GESUNDHEIT INSTITUTE a HILLSBORO in Virginia iniziando a curare, gratuitamente, i pazienti affiancando la comicoterapia alle terapie tradizionali mediche. Nel 1986 K. Ridd a Winnipeg e M. Christensen a N.York rappresentano l’ufficializzazione di clown professionisti negli ambienti di cura. Nel 1991 in Francia nasce la “RIRE MEDICIN” In seguito la terapia del sorriso si applica in altre nazioni: Svezia, Germania, Olanda Gran Bretagna, N. Zelanda Italia. La clownterapia è una tecnica di sostegno che prevede l’applicazione di abilità di clownerie di tipo artistico e ludico a scopo benefico. È attivata da Enti privati: fondazioni, cooperative, associazioni che operano negli ospedali, case di risposo, centri diurni, case famiglia con lo scopo di alleggerire l’ansia, la sofferenza, la solitudine nei pazienti, ma anche nei familiari. La figura del clown diventa fulcro di contatto e di relazione con la persona ospedalizzata e la risata si pone come veicolo d’incoraggiamento, di gioia, di dialogo. In quest’interazione ridere rappresenta un importante passaggio terapeutico che consente al paziente di sostituire sentimenti negativi, legati al suo stato di salute, con emozioni positive e gradevoli che influenzeranno i suoi processi mentali nel percorso di cura superando le difficolta della vita ospedalizzata. Il clown dottore è un operatore che ha seguito un percorso di formazione specifico finalizzato ad operare nel settore socio-sanitario come volontario. Applica le nozioni di Gelotologia attraverso le attività del clown: umorismo, marionette improvvisazione teatrale etc. differenziando la “comicoterapia attiva “e la “comicoterapia passiva”. Il clown terapeuta con le vesti di un camice bianco ed un volto dipinto da pagliaccio si presenta con un nome d’arte, il più comune è il “dottore sorriso,” lavora sempre in coppia con un altro clown dottore e può affiancare un medico di reparto per favorire il dialogo soprattutto con i bambini ospedalizzati. Ogni intervento è personalizzato e segue un codice deontologico. Tra gli effetti benefici del sorriso si evidenziano:
migliora l’umore e contribuisce alla produzione di “endorfine” cioè un gruppo di sostanze chimiche prodotte dal cervello che provocano una diminuzione del dolore o delle tensioni permettendo il raggiungimento di un maggiore rilassamento fisico;
sorridere è terapeutico per i polmoni determinando una dilatazione della cavità nasali e un ricambio d’aria tre volte superiori ad una regolare ossigenazione;
rafforza il sistema immunitario: il corpo rilassato coadiuva e migliora lo stato di benessere e aumenta la difesa; favorisce la socializzazione e riduce la percezione del dolore e dell’ansia.
Sapiente il pensiero di Aristotele “Il sorriso è un esercizio fisico prezioso per la salute e nei rapporti interpersonali…” di Galieno “Il riso libera sostanze benefiche che migliorano il decorso della malattia e delle salute…” e di V. Hugo “Il sorriso può essere il sole che cancella l’inverno dal volto”

I benefici del sorriso sono confermati in: pediatria, psichiatria, riabilitazione, reumatologia, cure domiciliari, cure palliative. Numerosi studi clinici convalidano, infatti, che la risata e l’umorismo sono alleati terapeutici nel percorso di cura di un paziente. A titolo esemplare:
Studio 2009 “CLOWNS FOR THE PREPARATION ANXIETY IN CHILDREN A RANDOMIZED CONTROLLED TRIAL” condotto da G. Golan P. Tighe N. Dobija A. Perel I. Keidan presso “Department of anestesy and intensive care” del SHEBA MEDICAL CENTER i risultati rilevano che il ricorso a pagliacci preoperatori, con formazione medica, per i bambini da tre a otto anni sottoposti ad intervento chirurgico può alleviare significativamente l’ansia pre-operatoria.
Studio 2011 “CLOWNS BENEFIT CHILDREN HOSPITALIZED FOR RESPIRATORY PATHOLOGIES” “Istituto “HOMO RIDENS” in collaborazione con l’Università “La Sapienza” RM condotto da M. Bertini E. Isola G. Paolone e G. Curcio sottolinea come l’interazione del clown con i bambini contribuisca ad un miglioramento della frequenza respiratoria e dei sintomi patologici.
Studio 2019 “BENEFITS OF MEDICAL CLOWING IN THE TREATMENT OF YOUNG CHILDREN WITH AUTISM SPECTRUM DISORDER” condotto da S. Schefer O. Attia R. Roseman O. Wals H. Hend presso il “WEINBERG CHILD DEVELOPMENT CENTER” del SAFRA CHILDRENS HOSPITAL di SHEBA È la prima ricerca che analizza l’uso del clowing medico nella terapia per 24 bambini tra 2 e 6 anni con ASD nell’arco temporale di 12 settimane. Dimostra che il clowing medico favorisce una riduzione della frequenza dei comportamenti stereotipati e promuove la comunicazione e la reciprocità sociale in un ambiente divertente.

Studi effettuati con la metodologia “BRAIN IMAGING – NEUROIMAGING o IMAGING CEREBRALE” l’uso di varie tecniche per la mappatura diretta o indiretta della funzione e della farmacologia del sistema nervoso. Mostrano gli effetti di sedazione neuromotoria e antidolorifica del riso, del sorriso e dell’umorismo in opposizione all’ansia, alla paura. Molteplici sono le organizzazioni nazionali ed internazionali che si occupano di clownterapia, tra le tante:
“RIDERE PER VIVERE” Roma
FONDAZIONE “PROFIT DOTTOR SORRISO” Milano
“OSPEDALE PEDIATRICO A. MEYER” nasce il progetto “CLOWNS IN CORSIA” seguito dalla costituzione dell’ACCADEMIA “SOCCORSO CLOWN” Firenze
FONDAZIONE “VIVIAMO IN POSITIVO” opera in tutto il territorio nazionale e nella Repubblica di San Marino
ISTITUTO “HOMO RIDENS” Roma
In Italia la prima legge che attribuisce un riconoscimento giuridico alla terapia del sorriso è entrata in vigore il 5/1/2017 La norma stabilisce che con il termine clownterapia o terapia del sorriso s’intende la possibilità di utilizzare, attraverso l’opera di personale medico/non medico e di volontari appositamente formati, il sorriso e il pensiero positivo a favore di chi soffre un disagio fisico, psichico e sociale.
Nonostante la comicoterapia sia confermata da numerosi studi clinici tante sono le domande e le perplessità che le ruotano intorno. Dubbi che nascono, soprattutto, dall’incomprensione della forte valenza terapeutica attribuita ad un semplice sorriso e come tale difficilmente queste controversie si risolveranno. Sorridere però non ha controindicazioni, né necessita di una prescrizione medica quindi perché non regalare e regalarci un sorriso soprattutto nei momenti più complicati della vita?!? e poi come sottolinea Mordecai Richler” Ci vogliono 72 muscoli per fare il broncio, ma solo 12 per sorridere. Provaci per una volta…”
Patch Adams

AnnaMaria Fiscale: sociologa, specializzata in analisi qualitativa della ricerca sociale e in management dei servizi sanitari