di Claudia Miniero e Maria Rosaria Minieri
Secondo l’Art.3 della Costituzione Italiana tutti i cittadini hanno pari dignità e sono uguali, senza distinzioni di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. A questi principi di uguaglianza sostanziale deve ispirarsi la comunità sociale, per garantire le stesse opportunità anche ai soggetti più deboli.
Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la disabilità è qualsiasi restrizione o carenza delle capacità di svolgere un’attività nel modo o nei limiti ritenuti normali per un essere umano.
La disabilità non contempla differenze di classe sociale, sesso, età, cultura, razza, e può avere varie eziologie: fisica o psichica, congenita o acquisita, da malattia o da incidente.

I disabili sono con noi, in mezzo a noi. Possiamo persino essere noi stessi, quando ci rendiamo conto che un piccolo malanno (una distorsione, un’afonia da raffreddore, un dolore artrosico) ci rendono difficile salire un gradino, parlare al telefono, alzarsi da una sedia, e allora anche leggere un cartello o la descrizione di un farmaco (il noto bugiardino, spesso affollato di caratteri minuscoli tanto da stancare qualsiasi occhio) possono rivelarsi un compito arduo. Disabilità intesa quindi come impossibilità a fare, limitazione dell’indipendenza personale, bisogno dell’aiuto degli altri.
Il disabile è però prima di tutto un cittadino con uguali diritti e doveri, un utente di servizi e, anche se più debole e svantaggiato, un consumatore di beni, un abitante dei luoghi della comunità nella quale vive.
Ma quanti e quali ostacoli incontra, nel suo quotidiano difficile cammino nella normalità!
Quante situazioni che i normali non prendono neanche in considerazione appaiono invece ostacoli insormontabili: montagne di gradini, di scale, di cose troppo alte, troppo basse, troppo strette, passaggi pedonali scomodi o invisibili, scale mobili senza appoggi, ascensori inospitali, citofoni inarrivabili, sportelli per informazioni dove l’informatore non vede, non sente, non capisce. Mancano semafori muniti di segnali acustici per i ciechi, postazioni attrezzate per il linguaggio dei segni, servizi ad altezza di carrozzina.
Il disabile è un consumatore di beni che deve essere messo in grado di poter raggiungere, scegliere, pagare, prendere le merci posizionate in modo adatto, né in alto né in basso, con prezzi scritti in modo chiaro e carrelli di facile manovra.
È opportuno sottolineare che molte disabilità derivano dall’età avanzata, brutalmente definita malattia evolutiva inguaribile.

La nostra società sta dunque andando incontro a un invecchiamento che da una parte rappresenta un positivo inequivocabile segnale di allungamento della vita, ma dall’altra è anche indicatore di un futuro contesto sociale formato da persone con sempre minori capacità di autonomia e bisognose di facilitazioni nella vita quotidiana.
L’abbattimento delle barriere architettoniche è un impegno che non ricade solo sulle Pubbliche Amministrazioni, bensì su tutte le strutture che offrono beni e servizi.
La rimozione degli ostacoli di cui parla la Costituzione Italiana è compito e impegno che tutti devono sentire come proprio, affinché venga affermato il diritto per tutti a vivere da uguali.

Maria Rosaria Minieri,Past President Ordine degli Assistenti Sociali Campania

Claudia Miniero, assistente sociale AORN Cardarelli