Ho letto in un libro di recente
una frase che spesso mi ritorna in mente,
non ricordo le esatte parole
ma le riporto in rima come da mia tradizione.
Così la scrittrice descrive l’amore non ricambiato
come una sofferenza per chi lo prova, un dono inutile a chi è destinato.
Ma donare amore senza emolumenti
non è questa la definizione del più bello tra i sentimenti?
Spesso mi interrogo sulla questione
e qui riporto la mia attuale opinione:
all’inizio di questo nostro cammino
c’è la gioia di sentirsi all’altro vicino;
l’ardimento, la speranza e la passione
fanno da complemento a questa nobile emozione.
Da noi è un infinito fluire di tempo e di cure
per il destinatario di questo fiume d’amore,
che, come un otre ogni giorno riempito
riceve il tributo che noi crediamo gradito.
Spesso a sostegno di questa nostra convinzione
arriva la richiesta di una nuova attenzione,
e senza attendere nemmeno un istante
ci prodighiamo con sguardo sognante.
Soltanto con il tempo poi ci accorgiamo
che questo meccanismo è assai malsano.
Perché, se soltanto per un momento,
dall’otre attingiamo per lenire un tormento
lo troviamo arido e prosciugato
e così il dolore ne viene aggravato.
Piano piano, un poco alla volta
finalmente arriviamo alla fatidica svolta.
Così come l’abbiamo alimentato
questo fuoco d’amore è stato soffocato.
Perché è nell’ordine dell’universo
prendersi cura di tutto per avere lo stesso.
Trattare ognuno amorevolmente
ma amare noi stessi completamente.
Che poi vuol dire, in poche parole,
non sprecare energie in inutili prove.
Antonella Morra lavora nella gestione clienti per l’organizzazione di eventi in ambito medico e… risponde per le rime. Da sempre si diletta a scrivere in versi e non solo, componendo racconti e filastrocche per grandi e piccini.