La leggenda narra che il re del Ponto Mitridate il Grande, già oltre cento anni prima della nascita di Cristo, si proteggeva dai tentativi di avvelenamento tramite l’assunzione di piccole quantità di piante velenose mischiate al sangue di anatre cresciute con mangimi contenenti le medesime piante. Si tratta di uno dei primi tentativi di manipolare la risposta immunitaria a proprio vantaggio, sia per prevenire che per curare malattie da avvelenamento.
Si racconta inoltre che, in epoche altrettanto antiche, in Cina ci fosse la pratica di far respirare a individui sani la polvere delle croste da pustole di malati infetti, al fine di prevenire malattie infettive.
Fin dall’antichità si è quindi cercato di condizionare artificialmente i naturali sistemi di difesa dell’uomo, per aumentare la resistenza alle malattie.
Eppure solo nel 1796, grazie al lavoro di Edward Jenner, si sviluppò l’idea di una manipolazione dell’ospite per difendersi dalle infezioni. Jenner inoculò del materiale prelevato da pustole del vaiolo vaccino, realizzando per la prima volta una terapia immunologica con validità scientifica.
Dopo circa un secolo, questa pratica terapeutica d’immunizzazione attiva fu definitivamente accettata grazie al lavoro di Louis Pasteur.

All’inizio del 1900 altri illustri nomi dell’immunologia, quali Emil von Behering e Paul Erlich, aggiunsero conoscenze e pratiche mediche alla base dell’immunizzazione passiva, quindi anche delle moderne e attuali terapie con anticorpi iperimmuni e con vaccino-terapie oggi validamente utilizzate contro il Covid-19.
Il termine vaccinazione deriva proprio dagli esperimenti di Jenner sul vaiolo vaccino, mentre mitridatizzazione (ossia quello stato o quel processo che porta alla resistenza acquisita verso una sostanza tossica) deriva dal nome del Grande re del Ponto.
Oggi siamo a una nuova svolta: le nostre conoscenze sul Sistema Immunitario (SI) sono ben più sviluppate, e per la prima volta nella storia dell’umanità un’Agenzia governativa – l’americana Food and Drug Administration (FDA) – ha approvato un rivoluzionario vaccino a uso umano del tutto nuovo, basato sull’inoculazione nell’uomo di mRNA costruito in laboratorio e che porta, con piccolissime e volute variazioni, proprio la sequenza nucleotidica che codifica per la proteina antigenica dello spike virale del nuovo Coronavirus. Ciò significa che, mentre per il passato la vaccinazione prevedeva l’assunzione diretta della sostanza (antigene) verso cui il SI doveva sensibilizzarsi e armarsi, oggi viene invece inoculata una labile molecola biologica (mRNA) specificamente impacchettata con altro materiale biologico di sintesi, che veicola la sola informazione genetica da cui l’organismo stesso dovrà tradurre la corrispondente controparte proteica (antigene) simile allo spike virale verso cui vogliamo artificialmente sensibilizzare e armare il nostro SI.
La stessa novità apportata dalla biotecnologia del vaccino a mRNA comporta anche la logica e consequenziale condizione di non conoscere gli effetti a lungo termine di tali vaccini, compresi quelli eventualmente collaterali e avversi.
Tuttavia, a causa della pandemia da Covid-19 e dei mezzi a disposizione per contrastarla, risultati non molto efficaci, appare chiaro che Governi e Agenzie governative preposti siano disposti a correre anche più rischi, pur d’interrompere la trasmissione di questo veleno che tante vittime sta mietendo nel mondo, sia per i mortiferi effetti diretti del virus che per l’impoverimento economico e sociale della nostra civiltà. Così è nata la corsa ai vaccini per il Covid-19 e la scelta strategica di far vaccinare prima le categorie sociali a maggior rischio, e poi l’intera popolazione.
Il vaccino è per ora solo consigliato, ma presto potrebbe diventare obbligatorio se l’adesione del pubblico non dovesse essere bastevole a superate la percentuale di popolazione necessaria a rendere immune la stragrande maggioranza e protetti tutti.

La transizione tra 2020 e 2021 ci vede entrare in un’epoca nuova, in cui la cittadinanza informata e proattiva, gli scienziati esposti ai riflettori mediatici, e la politica giocata sul campo del villaggio globale, dovranno prendere decisioni consapevoli e bilanciate tra due poli non sempre coincidenti: libertà e convinzioni personali da una parte, bene comunitario sovraindividuale dall’altra. È la sottile ma profonda differenza, nota ai medici da quando esistono le vaccinazioni obbligatorie e di massa, tra la Medicina rivolta all’individuo e la Medicina delle Comunità.
Per deontologia, il medico è primariamente vincolato al rapporto col singolo paziente.
Allora, come inserire l’intera comunità nell’equazione tra disease, illness e sickness? Dov’è il confine? Può essere ratificata e giustificata una pratica, come parrebbe quella attuata dalla Germania (e prevista dall’accordo quadro dell’Unione Europea), di acquisti nazionali di vaccino anti-Covid che superi il principio di un’equa distribuzione dei farmaci nel Vecchio Continente? E che ne sarà dei Paesi in via di sviluppo e sottosviluppati? A quale comunità appartengono?
Per i medici seguaci di Ippocrate, la questione è da tempo immemore risolta: ciascuno appartiene alla comunità umana, e come tale, pari a chiunque altro.
Concludo con un gioco di parole caro a un amico, che mi ha rammentato che Totò parlava di moria delle vacche e non di moria per vaccini: giocando con le frasi, quel mio caro amico ha immaginato il nuovo Coronavirus intento a pascolare nella nostra Capitale, in quella zona del Foro Boario (resa famosa da artisti come Piranesi e Turner), fra l’Arco di Tito e quello di Severo, dove pascolavano le mucche e che a Roma è nota come Campo Vaccino, e ha fantasticato su un futuro prossimo dove, a seguito della pandemia, tutti si siano inoculati l’antivirus e guariti, andando quindi dicendo Campo col vaccino, cioè Vivo grazie al vaccino. Per parte mia, giocando con la fantasia, ho invece immaginato un campo, quello del futuro, in cui alla fine di ogni anno, assieme agli auguri, ci giunga un messaggio – proprio come quelli per computer e smartphone – per rammentarci di aggiornare il nostro antivirus in scadenza annuale, così nel Campo Vaccino ci pascoleremo tutti, ciascuno a suo modo. Col vaccino ci camperemo, noi che avremo restituite le nostre vite, e le Big Pharma, che si contenderanno le pole position finanziarie con i Big delle IcT, fino a quando i due giganti non si accoppieranno per dare alla luce il nostro futuro, speriamo benevolo… e allora auguri a tutti voi, e a tutti noi!

Beniamino Casale, responsabile IPAS Terapie Molecolari e Immunologiche in Oncologia – AO dei Colli – Ospedale Monaldi