L’EMOZIONE TRA LE CHELE DELL’ALESSITIMIA

Fin dalla nascita il proprio percorso di vita è costellato da un infinito emozionale colorato … vivace, ma anche sbiadito …  spento. Emozioni, stati d’animo, sensazioni … componenti della sfera emotiva accanto ai pensieri e ai mutamenti fisiologici.

L’emozione sorge laddove corpo e mente s’incontrano Eckart Tolle

Le emozioni sono uno stato mentale associato a modificazioni psicologiche, a stimoli interni o esterni che possono essere istintuali o appresi nell’ambito in cui viviamo con un decorso temporale che evolve. L’emozione pian piano prende forma assumendo diverse vesti espressive: sguardi, sorrisi, gesti, parole, abbracci etc.

La sfera del senso resta intrecciata a lungo con quella della sensibilità e il passaggio dal mondo della sensazione a quello dell’intuizione avviene con la formazione del concetto dell’IO e di quello dell’oggetto E. Cassirer

L’emozione ha un’importante funzione relazionale, ma influenza anche la sfera cognitiva determinando decrementi o sviluppi della capacità di concentrazione, senso di smarrimento, ansia, attacchi di panico etc. La regolazione emotiva, l’insieme dei processi di modulazione delle emozioni in noi e negli altri, è pertanto un elemento fondamentale delle emozioni stesse. Riconoscerle, comprenderle, gestirle ed esprimerle è basilare per una corretta regolazione emotiva. Un percorso emozionale apparentemente spontaneo, naturale, semplice ma che in realtà può incontrare e scontrarsi con dei blocchi. Ostacoli talvolta casuali, momentanei e come tali superabili senza grandi difficoltà e senza strascichi… ma ci sono anche gli ostacoli forti che necessitano di un aiuto professionale per affrontarli e superarli ed è questo il mondo emozionale della persona alessitimica.

L’alessitimia o alexithymia dal greco mancanza, lexis parola e thymos, emozione delinea la mancanza di parole per esprimere e distinguere le immense emozioni e sensazioni corporee… quindi non l’assenza della percezione di un universo emozionale bensì l’assenza di un lessico emozionale interpretativo, valutativo ed espressivo con consequenziali difficoltà relazionali.

Abbiamo due menti: una che pensa, l’altra che sente. Queste due modalità della conoscenza così fondamentalmente diverse interagiscono per costruire la nostra vita mentale D. Goleman

Il termine alessitimia fu coniato da John Nemiah e Peter Sifneos all’inizio degli anni settanta per evidenziare un insieme di caratteristiche della personalità. Un costrutto psicologico correlato al quadro clinico ampio della disregolazione emotiva e non specifico di una determinata patologia. Nella persona alessitimica predomina il pensiero concreto, pratico orientato essenzialmente verso l’esterno e mai introspettivo, uno stile cognitivo che si esprime in un dialogo stinto, analfabeta d’emozioni, di vissuti interiori e d’immaginazione accompagnato da una rigidità espressiva nel volto e nella postura.

La disregolazione emotiva determina un’accentuata reattività del sistema nervoso autonomo innescando l’evolversi di sintomi fisici di somatizzazione interpretati erroneamente come disturbi di una malattia fisica. Il percorso d’aiuto e di sostegno più significativo è la psicologia cognitiva comportamentale. Il terapeuta accompagna il paziente alessitimico in un percorso di educazione emotiva atto ad avvicinarsi alle emozioni, riconoscerle, esprimerle e gestirle. L’alfabetizzazione emotiva permette di relazionarsi con gli altri in maniera funzionale.

La conversazione è il mezzo più importante per preservare la realtà e si può concepire la vita quotidiana in termini d’apparato conversazionale che mantiene, modifica e ricostruisce la realtà soggettiva P.L Berger T. Luckman

Nel corso degli anni i pensieri, le emozioni hanno assunto e assumono velocemente particolari modalità espressive con l’avvento d’internet, smartphone, social network etc. delineando un nuovo sistema delle relazioni. La dimensione del digitale ha determinato un moderno approccio all’informazione e al dialogo ridefinendo le coordinate spazio temporali con l’affermazione del cyberspazio sul luogo fisico e del tempo virtuale sul tempo reale abbattendo le barriere corporee degli individui con importanti vantaggi, ma anche con notevoli ripercussioni sociali. Dopo una prima fase caratterizzata da euforia e iperattività si sviluppano, sovente, una complessa serie di sintomi, segni che coinvolgono aspetti organici, psichici, comportamentali e sociali. L’inserimento in una routine quotidiana sempre più evoluta e meccanica determina un mutamento del rapporto dell’uomo con il mondo.

L’uomo e il mondo si fanno vicendevolmente da specchio C. Levi -Strauss

Le forme comunicative digitali definiscono un processo di mediazione delle emozioni, deglisguardi, dei sorrisi, degli stati d’animo, della postura. La comunicazione virtuale con i suoi codici, i suoi simboli, le sue emoticon si offre a diverse possibilità interpretative che facilmente possono alterare ilsignificato reale del messaggio e distorcere l’emozione che lo valorizza. L’utilizzo acritico dei moduli rappresentativi improntati automaticamente alla propria espressività ma, spesso, distanti dalla propria personalità e sfera emozionale può facilmente determinare equivoci, tensioni, incomprensioni.

Il codice comunicativo diventa un simbolo significativo quando esercita il medesimo effetto sull’individuo che lo compie e su quello al quale esso è diretto G. H. Mead

Discernere le emozioni che proviamo è fondamentale per poterle gestire e allora come orientarci nel web dove la comunicazione, l’emozione possono essere distorte? Quali rischi, quali complicazioni incorre la persona alessitimica con la sua disregolazione emotiva nel mondo digitale? Una tematica fortemente discussa e approfondita dall’alessitimia digitale: l’incapacità di riconoscere e gestire le emozioni causate dalla mediazione nella comunicazione interpersonale dalle nuove tecnologie. Numerosi studi dimostrano l’alessitimia come un significativo predittore di comportamenti associati all’uso-abuso d’internet e social network fino a degenerare in una forma di dipendenza INTERNET Addiction Disorder e Problematic Internet Use che rinforza e compensa le mancanti relazioni sociali.

Per ottenere l’immediata soddisfazione di un bisogno si è disposti ad accontentarsi di qualsiasi surrogato dell’oggetto realmente desiderato Principio Del PiacereS. Freud.

Presentarsi, raccontarsi dietro uno schermo, dietro un nickname, dietro un avatar, dietro emoticon etc. permette di tenere sempre una distanza fisica, ma soprattutto una significativa distanza con il proprio universo emotivo.

Le persone tendono ad esporsi a comunicazioni dal contenuto congeniale alle proprie predisposizioni. L’esposizione a una comunicazione può indurre i soggetti a effettuare una scelta che segue però atteggiamenti latenti P. Lazarsfeld

I fili invisibili delle emozioni possono ridursi nei canali virtuali? Quante sfumature possibili ha l’emozione? Quanti mondi possibili e stanze da aprire ha l’immaginazione? Quanti colori possibili ha un sorriso? Quanti abiti mentali possibili può vestire un pensiero? Quanti significati possibili hanno le pause, i tempi nella comunicazione? Il tempo è una componente fondamentale per la qualità della vita, laddove il senso del tempo non è legato ad un metro matematico e quantitativo bensì a una dimensione qualitativa e sociale. Le nuove tecnologie, sovente, tolgono il tempo perché comprimono il messaggio in un ritmo frenetico sovra informante accompagnato da un parallelismo generico e scolorito dell’intensità emozionale. Adattando l’emozione in canali di omologazione e appiattimento emotivo si corre il pericolo di smarrire la propria identità emozionale fino ad estraniarsi da sé stessi.

L’impoverirsi dell’intensità emozionale della comunicazione mediata dai canali comunicativi provoca sia la crisi del supporto in cui si articola sia l’isterilimento della facoltà creativa ed espressiva dell’uomo che opera in tali strutture. M. McLuhan.

AnnaMaria Fiscale: sociologa, specializzata in analisi qualitativa della ricerca sociale e in management dei servizi sanitari

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