Leonard Cobb e la rianimazione cardiopolmonare

Leonard Cobb nacque nel 1926 negli Stati Uniti, a Saint Paul, nel Minnesota, stato in cui visse e si laureò in medicina presso l’Università del Minnesota. Alla fine degli anni ’50 si trasferì a Seattle come cardiologo all’Università di Washington, dove incontrò la sua futura moglie, l’olandese Else Snoep. Negli anni ’60 Cobb si impegnò nel ricercare pratiche mediche di primo soccorso da far eseguire prevalentemente in ambiente extraospedaliero, dai soccorritori.

A quei tempi, in America non esistevano paramedici formati, e il primo soccorso consisteva prevalentemente in bendaggi e fasciature, stante la scarsa preparazione medica dei soccorritori impegnati nelle ambulanze. Intanto, da fine anni ’60 dello scorso millennio la ricerca e le muove tecnologie in medicina d’urgenza cominciarono a diffondersi dall’Europa anche in America, ove molti medici applicarono in particolare l’uso di defibrillatori portatili per combattere l’arresto cardiaco improvviso.

Cobb, consapevole della mancanza di medici e infermieri in numero sufficiente a intervenire negli interventi di emergenza, pensò che i vigili del fuoco erano presenti in maniera capillare in ogni città. Così incontrò Gordon Vickery, capo dei vigili del fuoco di Seattle, per delineare un programma formativo di primo soccorso insieme. Nel 1970, fu lanciata la prima versione del programma, che comportava addestramento dei vigili del fuoco e dotava i veicoli di soccorso di ECG portatili, pacemaker e defibrillatori, oltre alle normali attrezzature di primo soccorso. L’unità mobile iniziale era composta da due vigili del fuoco e un medico, per chiamate di sospetto infarto.

Venne costituita così la Medic One, che dopo un anno registrò più di 600 chiamate e 16 pazienti rianimati dopo essere stati trovati clinicamente morti. Alla fine degli anni ’70 il governo americano tagliò i fondi per il finanziamento di Medic One. Cobb e Vickery organizzarono una raccolta fondi per continuare il progetto, ricavando il doppio (circa 200 mila dollari) dell’obiettivo prefissato. Nel 1972 partì il programma Medic Two: Cobb e Vickery decisero di formare i membri della comunità alle tecniche di RCP, Rianimazione Cardio Polmonare.

Da quel momento il numero di persone addestrate alle manovre salvavita crebbe a dismisura, prima a Seattle e poi in tutti gli Stati Uniti.

Ma come venne a Cobb l’idea di formare persone civili, non sanitari di professione, i cosiddetti laici, nella rianimazione cardiopolmonare? Come riportato da varie testate americane, pare che il tutto scaturì da un episodio che segnò profondamente la vita del nostro cardiologo. Un pomeriggio di oltre sessanta anni fa, Cobb e sua moglie Else si recarono in un centro commerciale a fare shopping.

Decisero di fare uno spuntino e, tornando in macchina, notarono in un’altra auto non distante un uomo accasciato sul volante. Il nostro Leonard aprì prontamente la portiera per soccorrerlo e la vittima cadde a terra priva di sensi. Else corse a chiedere aiuto a una stazione dei vigili del fuoco vicina al centro commerciale mentre il marito restò col malcapitato. Presto arrivò un pompiere con una bombola di ossigeno: non c’era altro per poter intervenire e l’uomo si riprese solo all’arrivo in ospedale. Cobb rimase colpito dall’evento e così nacque l’idea di addestrare i vigili del fuoco nel primo soccorso extraospedaliero.

Si definisce arresto cardiaco, o cardiorespiratorio, la cessazione improvvisa e inattesa dell’attività circolatoria e respiratoria di una persona, preceduta o meno da segni o sintomi premonitori.

In Italia ogni anno si registrano circa 60.000 decessi per arresto cardiaco. In Europa la stima è di 400.000 decessi, più o meno 1.000 ogni giorno.

Oltre il 70% degli arresti cardiaci avviene in ambiente extraospedaliero e di questi, circa il 40% avviene in presenza di testimoni: i dati IRC (Italian Resuscitation Council) del 2015 attestano che solo nel 15% dei casi si interviene con manovre di rianimazione cardiopolmonare (RCP).

Attualmente divere associazioni e società scientifiche sono impegnate ogni giorno in corsi a studenti, insegnanti e laici di primo soccorso e BLSD, le manovre di rianimazione cardiopolmonare con l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici esterni.

A Leonard Cobb, scomparso all’età di 96 anni lo scorso 14 febbraio, va il merito di aver cominciato e lanciato la formazione in manovre salvavita per l’arresto cardiaco nelle comunità civili, aiutando a salvare migliaia di vite in America e nel mondo.

Carlo Negri, esperto di marketing farmaceutico e comunicazione in Sanità.

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