La Medicina di Comunità ( la cui denominazione completa è Medicina di Comunità e delle Cure Primarie) è una branca specialistica della medicina che si occupa della salute delle popolazioni (o di gruppi di popolazione) e non del singolo paziente.
Nel corso dei decenni la Medicina di Comunità ha attraversato alterne vicende ed è stata definita in svariati modi (Medicina di Sanità Pubblica, Igiene, Medicina Preventiva…) declinando via via i suoi maggiori settori di interesse verso gli eventi storico-sanitari dei diversi Paesi e periodi storici: oggi la si riconosce come “scienza ed arte di prevenire le malattie, di prolungare la vita e di promuovere la salute attraverso gli sforzi organizzati della società”.
La Medicina di Comunità ha diverse affinità con l’epidemiologia, basti pensare che raccoglie ed analizza dati clinici e statistici su cause ed effetti di specifiche patologie, si preoccupa di comprendere se vi siano fattori di rischio legati ad usi e costumi di determinati popoli, cerca di individuare problematiche di salute maggiormente presenti in alcuni ambienti piuttosto che in altri.
In questo contesto, appare evidente che la Sociologia, essendo disciplina multidimensionale orientata allo studio dei vari aspetti della vita umana e dei sistemi sociali, bene si colloca all’interno del mondo sanitario e della complessità che lo caratterizza: essa potrebbe essere un valido supporto alla Medicina di Comunità, con la quale condivide ambiti di studio e di interesse.

In particolare, la Sociologia della salute, settore delle scienze sociali maggiormente affine a quello sanitario, analizza le modalità ed i motivi per cui, in un determinato tempo e ambiente sociale, si definisce la salute, si promuove il benessere sociale, si fronteggiano le malattie, le disabilità ed il malessere. Include l’analisi della medicina, del sistema sanitario, delle pratiche terapeutiche, delle situazioni di malattia, disagio e malessere, dei comportamenti sociali, delle credenze e delle rappresentazioni sociali, delle pratiche di cura, dei fattori incidenti sul benessere sociale individuale e collettivo, dei modi in cui viene promossa la qualità della vita, delle politiche sanitarie e del benessere.
“Manifesto costitutivo della sezione AIS (Associazione Italiana di Sociologia) – Salute”
Il sociologo e politico Achille Ardigò ha paragonato il sistema sanitario ad un sistema al centro di un quadrato ai cui angoli ci sono quattro concetti base:
Natura esterna: ambiente in cui si generano agenti patogeni ed i relativi percorsi di prevenzione/cura /riabilitazione;
Sistema sociale: ambiente in cui i soggetti interagiscono attraverso rapporti interpersonali, costituendo gruppi sociali semplici (famiglia) e complessi (Stato);
Soggetto: individuo immerso nei propri mondi vitali;
Natura interna: dimensione bio-psichica del soggetto.
L’interconnessione dei quattro concetti genera i vari aspetti del sistema sanitario che vanno dal rapporto medico-paziente, alla politica economica-sanitaria, alle organizzazioni sanitarie, agli interventi medico-scientifici su larga scala, considerando, dunque, il mondo della sanità nella sua totalità e completezza.
La collaborazione tra le figure professionali del medico specializzato in Medicina di Comunità ed il Sociologo che si occupa di Sociologia della Salute, potrebbe permettere di garantire, nel rispetto delle specifiche competenze, maggiore programmazione, accesso alle cure più semplice, programmi mirati di intervento e prevenzione; potrebbe, inoltre, favorire, soprattutto nei periodi in cui la popolazione è più spaventata e vulnerabile, come in caso di catastrofi e pandemie, una migliore comunicazione ed una più agevole trasmissione di messaggi affidabili e credibili, filtrando notizie troppo spesso provenienti da fonti che creano confusione, disagio e poche certezze.
E mai come in questo tempo sospeso che stiamo vivendo, in cui il vissuto quotidiano sembra ancora strettamente legato all’evolversi della pandemia Covid-19, appare evidente che il legame, la collaborazione, il confronto tra l’arte medica e quella sociologica, tra l’agire ed il pensare, tra il curare e il prendersi cura, debbano essere, più che auspicabili, possibili, al fine di garantire a tutti gli attori coinvolti non solo nell’attuale, ma in tutte le emergenze sanitarie, quelle caratteristiche di equità, assistenza e, soprattutto, chiarezza, trasparenza e comprensibilità che troppo spesso mancano nel delicato e precario equilibrio fisico ed emotivo, di quanti, spaventati e provati, si affidano a false verità e vane speranze.

Rosa Maria Bevilacqua, Sociologa, A.O.R.N. “San Giuseppe Moscati”- Avellino, Delegata alla Sanità ASI (Associazione Sociologi Italiani)