Niente è ciò che sembra!
Nomi in codice: Christine Granville… e molti altri ancora.
Il contenuto di un vecchio baule fortunosamente giunto in possesso di un museo londinese, il Polish Institute and Sikorski Museum, ha consentito recentemente ad una brava scrittrice inglese di ricostruire dettagliatamente la vita avventurosa di una sconosciuta ragazza polacca: Krystyna Skarbek, una delle più importanti spie inglesi della Seconda guerra mondiale.
Cosa c’era dentro il baule?
Vecchi documenti, appunti, alcuni vestiti, un diario, una ricetrasmittente di quelle usate dagli agenti del SOE, paracadutati nei paesi dell’Europa, per trasmettere messaggi cifrati e un coltello da combattimento…
Tutto qui?
Elementi più che sufficienti per iniziare il racconto di una tumultuosa vicenda umana, ma non esaustivi perché molti documenti ufficiali e non che riguardano Krystyna Skarbek sono stati distrutti, forse di proposito e molti altri rimangono ancora segreti.
Polacca, emancipata al limite dell’incoscienza, audace come pochi suoi futuri colleghi, Christine – chiamiamola con il suo nome di battaglia – già prima della guerra, nel suo caro Paese natale, amava frequentare, spesso da sola, bar, cinema, teatri, con grande disinvoltura e senza nessuna inibizione o remora.
Personalità forte e dotata di grande magnetismo e fascino, viveva una vita sicuramente sopra le righe per quei tempi.
Amava la famiglia, ma anche la vita tutta e la libertà di viverla a modo suo, spesso sfidando regole e convenzioni.
Era una vera outsider, come si direbbe oggi.
Quando nel settembre del 1939 i tedeschi occupano la Polonia, Christine, come molti suoi compatrioti, fugge in Inghilterra con il suo secondo marito. Intanto, nella seconda metà dell’anno successivo, in piena guerra, viene creato il SOE, lo Special Operations Executive, una nuova organizzazione di spionaggio e sabotaggio oltre le linee nemiche, nata da un’intuizione dello stesso Winston Churchill e destinata ad affiancare, su basi di reclutamento diverse e con obiettivi in parte diversi, in parte paralleli, l’attività del più istituzionale Secret Intelligence Service inglese.
Christine chiede subito di farvi parte, viene selezionata, arruolata, sottoposta, come tanti altri giovani volontari come lei, inglesi e non, a un addestramento intensivo, accelerato e speciale, e inviata sul continente. Arriva a Budapest, dove incontra Andrzej Kowerski, anche lui agente inglese di nazionalità polacca. Andrzej diventerà il più importante punto di riferimento della vita di Christine e sicuramente l’unico suo vero grande amore.

A Varsavia raccoglieranno informazioni sulle truppe tedesche.
Saranno poi a Belgrado e quindi a Sofia dove riusciranno a recapitare agli inglesi il microfilm contenente preziose indicazioni circa i preparativi tedeschi per l’Operazione Barbarossa contro l’Unione Sovietica. In un susseguirsi di eventi rocamboleschi saranno poi ad Istanbul, a Beirut e da lì al Cairo.
Quindi Christine torna da sola in Europa e viene paracadutata in Francia, per poi giungere in Italia.
…Partì per il suo viaggio sulle Alpi Italiane vestita con abiti da contadina, una maglia legata intorno alla vita e un fazzoletto che le teneva raccolti i folti capelli scuri. Sulla schiena portava uno zaino pieno di pane, formaggio e bombe a mano.
Scruta i movimenti delle truppe tedesche, convince un gruppo di polacchi che lavoravano in quelle zone per i tedeschi a disertare e a sabotare le installazioni nemiche, riesce a liberare, in Francia, Francis Cammaerts che opera per conto degli inglesi ed è a capo della rete di spionaggio della Francia meridionale e altri due agenti francesi arrestati e condannati a morte, inscenando un vero e proprio bluff e riuscendo a liberarli a due ore dall’esecuzione.
E molto altro ancora, in un susseguirsi di missioni, arresti e fughe che oggi sembra avere dell’incredibile, ma che è in linea con le vicende caotiche di quegli anni e con la tempra, il carattere e le capacità sul campo della protagonista.
Poi la guerra termina e la pace che arriva sovverte non solo le regole della guerra, ma anche la vita delle persone che hanno vissuto la guerra fino in fondo.
Christine torna a Londra, ma la sua non sarà una storia a lieto fine: tutt’altro. Forse perché al corrente di troppi segreti e di troppe verità scomode, Christine viene rapidamente dimenticata e abbandonata da tutti, a cominciare dai Servizi di Sua Maestà per cui aveva brillantemente operato. Le strutture residuali del SOE che durante la guerra avevano incendiato l’Europa con le loro azioni clandestine, vengono sciolte e assorbite da quelle del Secret Service e del famoso MI6.
E Christine si ritrova senza casa e senza lavoro.
Con una giravolta pazzesca rispetto alle promesse ricevute, non le viene concessa neanche la cittadinanza britannica, nonostante le medaglie al valore riconosciutele dalla Francia e dallo stesso Regno Unito (al valor civile, l’unico allora conferito alle donne). La sua Polonia, inoltre, era entrata nell’orbita del blocco comunista e lei rimane a Londra da sola, nella condizione di esiliata.
Si arrangia con vari lavori occasionali, stabilendosi in un piccolo albergo. Lavora come operatrice telefonica, come commessa da Harrods, presso la lavanderia di un hotel e come cameriera in una caffetteria polacca. Lavoretti che durano poco e tutti mal pagati. Infine viene assunta come assistente di bordo su un transatlantico di proprietà di una società neozelandese.
Qui conosce Dennis Muldowney, uno steward di bordo che se ne innamora follemente.
Ma non è l’uomo per lei: è assillante, opprimente, possessivo e Christine cerca di liberarsene velocemente e cerca di riallacciare il rapporto con Andrzej Kowerski, l’unico grande amore della sua vita e il suo compagno di tante azioni sotto copertura ai tempi della guerra e del servizio clandestino nel SOE degli inglesi.
Decide così di licenziarsi e torna nel suo piccolo albergo londinese, in attesa di raggiungere Andrzej all’estero e di ricongiungersi a lui, magari per sempre. Il 15 giugno del 1952, appresa la cancellazione momentanea del volo che avrebbe dovuto prendere per andare da Andrzej, lo informa che avrebbe ritardato di ventiquattro ore e si intrattiene con degli amici. Poi ritorna in albergo e lì trova Muldowney, lo steward, che l’aspetta per strada, le urla contro e al termine di un litigio furioso la accoltella colpendola al cuore e la uccide. Verrà arrestato e condannato a morte per omicidio, mentre Christine sarà sepolta nel cimitero cattolico di Kensal Green a Londra.







La saluteranno per l’ultima volta alcuni ex membri inglesi del SOE, i numerosi compatrioti polacchi in esilio ed alcuni veterani francesi delle operazioni clandestine e poi Andrzej che le darà l’ultimo addio.
Andrzej morirà nel 1988 e le sue ceneri riposano nello stesso cimitero di Kensal Green, accanto al corpo della sua amata camerata Krystyna Skarbek, meglio nota nel mondo delle missioni clandestine come Christine Garville e… molto altro ancora, perché davvero in quel mondo, da sempre, niente è ciò che sembra.

Michele Chiodi, già dirigente di istituti finanziari, collabora con periodici e associazioni culturali.