Nuovi modelli di interazione uomo: computer per vincere la sfida di una CyberSanità

La Campania come incubatore di nuovi modelli di interazione uomo:computer

La profonda crisi innescata dal nuovo coronavirus, dopo aver mostrato lacune e ritardi del nostro sistema, può rappresentare l’epocale occasione per ridisegnare il modello di sanità italiana e mondiale così da renderla finalmente al passo con le nuove esigenze di salute e con le nuove opportunità tecnologiche.

Superata la fase emergenziale legata al covid-19, il Sistema Salute italiano si trova difronte alla possibilità di interrogarsi sulla opportunità di rendere strutturali alcune iniziative intraprese o accelerate durante l’emergenza pandemica.

Accanto alle proposte di rafforzamento della rete assistenziale territoriale ed ospedaliera, si parla della necessità di modernizzazione dell’edilizia ospedaliera e della necessità di una maggiore integrazione tra pubblico e privato, e della armonizzazione tra l’offerta sanitaria ed i variegati modelli sanitari nelle diverse Regioni italiane.

Eppure, ad avviso dei più accorti ed attenti analisti, uno dei passi più importanti da compiere nell’immediato, è la svolta verso un sistema sanitario ed in generale un sistema salute che utilizzi ed adotti strutturalmente le tecnologie delle informazioni e delle comunicazioni che vanno sotto il nome di Ict (Information & communication thecnology) e che comprendono l’utilizzo della telemedicina e delle comunicazioni digitali; l’utilizzo dei big data, dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico, ed ancora, il connubio tra mondo digitale, biotecnologie e dati biometrici molecolari per approcciare in maniera sistematica la medicina di precisione e la personalizzazione delle cure.

Il ‘decreto Rilancio’ ha stanziato 1,26 miliardi di euro affinché le Regioni costruiscano una nuova rete assistenziale, e la task force presieduta da Colao dovrebbe mirare a costruire un ‘Ecosistema Digitale Salute’ ed una ‘connected care’ fondata sulle nuove tecnologie digitali e la telemedicina.

Più del 60% dei Medici di medicina generale (MMG) e dei medici specialisti si è dichiarata volenterosa di utilizzare piattaforme digitali di collaborazione e piattaforme digitali dedicate; già prima dell’emergenza coronavirus circa il 50% dei medici ha dichiarato di utilizzare WhatsApp oltre che E-mail e Sms, ai fini professionali; ed oltre la metà delle strutture sanitarie ha utilizzato durante l’emergenza pandemica lo smart working così come oltre la metà dei MMG ha lavorato da remoto durante lo stesso periodo ed ha giudicato positivamente l’esperienza. Si stima che già oggi una visita su 3 potrebbe essere svolta attraverso la telemedicina, ed un paziente su 3 sarebbe disposto ad accettare questa nuova modalità di interazione di cura. Si è stimato inoltre che almeno la metà dei cittadini abbia utilizzato canali digitali per accedere ad informazioni sul covid-19.

Ciò attesta il fatto che il clima generale nel mondo della salute e della cura è pronto alla svolta nel digitale. Eppure, troppo spesso, ancora mancano gli strumenti digitali necessari per garantire al personale di lavorare in modalità smart, mobile e cyber-sicura. Manca altresì un livello uniforme di preparazione digitale degli operatori sanitari, che dovranno adeguare il proprio bagaglio conoscitivo e di preparazione curriculare ed extracurriculare con la padronanza di tali nuovi strumenti e mezzi digitali. Per far ciò sarà importante l’utilizzo di tecnologie user-friendly ed user-centered: ossia intuitive da utilizzare e centrate sulle necessità degli operatori e non su quelle dei progettisti.

In tale ambito, considerato che l’avanzamento tecnologico dei nuovi device elettronici sia fissi (pc) che mobile (smartphone e tablet) ha ormai raggiunto un ottimo livello per garantire lo sviluppo e l’utilizzo corrente della sanità digitale, rimane da risolvere il non meno importante problema legato allo sviluppo di interfacce utenti personalizzabili e all’utilizzo di innovativi modelli di interazione uomo:computer che facciano leva su naturali competenze ed abilità umane. Questa, a nostro avviso, sarà forse la sfida più importante e difficile da vincere nell’immediato futuro, ed in tale ambito, la Regione Campania può vantare la presenza di interessanti startup innovative dedicate a questo affascinante e pionieristico campo di interazione uomo:macchina.

Annarita Palumbo, architetto esperta in ciberspazi

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