ORIGINI

Immaginiamo una fontana come tante che si vedono in giro, a forma circolare, con al centro uno zampillo.

L’acqua viene lanciata in alto, ricade nella vasca ed è quindi nuovamente convogliata al centro, da dove riprende il suo ciclo.

Mentre è nel flusso, l’acqua è un tutt’uno indistinguibile; però, in quel breve istante in cui sta per ricadere, forma miriadi di piccole, singole gocce che vengono poi riassorbite nel flusso che le spingerà al centro.

In questo processo di riassorbimento molte gocce d’acqua si disperdono, fuoriuscendo dai bordi e perdendosi in un nulla.

L’uomo, nel suo piccolo, è simile ad una goccia d’acqua.

All’inizio appartiene al flusso perpetuo, poi, come la goccia d’acqua, si distacca ed ha inizio quella che sarà la sua storia per riunirsi a quel flusso, in cui ha origine e ritorno.

La sua vita, quando è individuo separato, avviene nell’ambito di una dimensione che è chiamata corporea. Questo termine deriva proprio dal fatto che in quella dimensione (che possiamo chiamare anche fisica o grossolana) l’individuo possiede un corpo proprio, distinto e separato da ogni altro.

Quando poi l’abbandona, con la morte, si trasferisce in un’altra dimensione che è chiamata sottile o psichica, in cui la materia non conta più. In questo ambito l’uomo può raggiungere la Salvezza, così come la goccia che ricade nella corrente che la conduce al flusso. Oppure può trovare l’Abisso, come la goccia che si perde fuoriuscendo dai bordi della vasca.

Egli, però, a differenza della goccia, può scegliere la propria direzione verso il centro oppure verso il bordo: in un certo senso segue quella, tra le opposte correnti, che lo condurrà alla Salvezza o alla Perdizione.

Bisogna poi dire che, oltre alla Salvezza, vi è un’altra dimensione ancora, quella del congiungimento con l’Assoluto, cioè l’Origine o il Principio.

L’uomo trova in questo ambito la propria realizzazione sublime, perché, in sostanza, non è altro che una goccia scaturita da questa Origine, da cui promana ogni cosa.

E in questo è il Respiro dell’Universo: un eterno promanare da un Centro che, trasferendosi su piani e dimensioni diversi, riassorbe la sua essenza. L’uomo, anche se ad un livello microcosmico, è partecipe di questo processo.

La stessa cosa, in analogia e in armonia con il tutto, in una più ampia scala di grandezze, è riferibile all’intera umanità, che <<nasce, vive e muore>> in un medesimo processo di <<promanazione>> e di riassorbimento che può essere definito Ciclo.

Quest’idea è stranamente presente presso tutte le culture antiche, sia orientali che occidentali, al punto che si può parlare di un’ origine comune di esse. Più esattamente è giusto parlare di varie Tradizioni, termine che indica non tanto semplici consuetudini, bensì <<ciò che è stato tramandato>>.

Questo qualcosa è il Sapere, che è detto da tutti essere stato ricevuto da fonti di ordine superiore, in epoche che potrebbero essere definite come la notte dei tempi.

Ma se la fonte è la stessa per tutte le tradizioni, dovrebbe esserci una sola tradizione, uguale per tutti.

In realtà, la natura dei vari popoli e i cambiamenti di mentalità nelle diverse epoche hanno evidentemente prodotto degli adattamenti particolari presso ciascuna cultura. Le forme esteriori, secondo le epoche e le mentalità dei vari popoli, hanno creato diverse Tradizioni come fossero tante lingue differenti, mentre la sostanza interiore è rimasta la stessa per tutte.

E questo lo si constata facilmente, perché la visione della vita, del mondo e del divenire è la medesima e, soprattutto, mostra di esserlo quando è riferita alle origini ed alla storia dell’umanità.

Tutte le culture improntate al senso del sacro, infatti, narrano immancabilmente di uno stadio sovraumano da cui l’uomo è andato progressivamente scendendo verso livelli più bassi: se all’inizio <<passeggiava con Dio>>, ha poi iniziato la sua caduta, simboleggiata in vari modi, a cominciare dalla sua stessa condizione fisica, fino al suo ritorno a quello stadio di unione con l’Assoluto, l’Origine dalla quale proviene e verso cui, come la nostra goccia d’acqua, tende a ritornare. Spunti di riflessione, in un’epoca confusa come quella che stiamo vivendo, che certamente possono aiutare il nostro animo inquieto a guardare oltre la contingenza degli eventi, verso una dimensione metastorica che, superando la grigia catena dei fatti, può forse aiutarci un poco a comprendere meglio il mondo e quindi anche noi stessi.

Michele Chiodi, già dirigente di istituti finanziari, collabora con periodici e associazioni culturali.

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