Prigioniera dello specchio!
DCA sembrerebbero tre lettere qualsiasi del nostro alfabeto, eppure in questo articolo rappresentano una problematica esistenziale che a volte purtroppo ha un epilogo tragico: Disturbi del Comportamento Alimentare.
Si tratta di patologie caratterizzate da un rapporto sbagliato con il cibo, determinato da un’eccessiva e ossessiva preoccupazione per il proprio peso e per la forma corporea.
I Disturbi del Comportamento Alimentare sono espressione di un profondo malessere interiore, stravolgono la vita di una persona e ne influenzando fortemente i comportamenti.
Il tipo e l’intensità di un conflitto derivano essenzialmente da valori e ideali trasmessi dall’ambiente familiare, sociale, e dalla cultura d’appartenenza.
Ognuno di noi, nel suo quotidiano, è sovente intrigato in una tela di contrasti e avversità, e a volte necessita di un aiuto professionale per districarsi.
I principali DCA sono:
- Anoressia
- Bulimia
- Disturbo da Alimentazione Incontrollata – Binge Eating Disorder (BED)
- Ortoressia (dal greco orthos, corretto, e orexis, appetito)
I componenti tipici sono:
- Diminuzione dell’introito di cibo
- Digiuno
- Vomito e uso di lassativi per controllare il peso
- Crisi bulimiche
- Estrema attività fisica
Queste manifestazioni insorgono soprattutto nel periodo adolescenziale, e interessano in particolare il sesso femminile.
La persona che soffre di anoressia, pur essendo estremamente magra, per non ingrassare vigila con costanza ed estrema rigidità sul proprio peso corporeo. Perdere peso rappresenta una conquista d’immenso valore.

La persona affetta da bulimia assume in breve tempo grandi quantità di cibo, scelto in modo disordinato, seguito da colate di vomito provocato spesso con le dita in gola. Quasi sempre ha un peso corporeo normale.
Il disturbo da alimentazione incontrollata si presenta con episodi di abbuffate, almeno una volta a settimana per tre mesi, accompagnate da una sensazione di perdita di controllo. Si differenzia dalla bulimia perché le abbuffate non hanno consequenziali comportamenti di compensazione, come il digiuno o l’eccesso di attività fisica.
L’ortoressia indica un’attenzione ossessiva alle regole alimentari e alla scelta del cibo.
Nelle patologie alimentari il cibo assume diversi significati:
- Punitivo
- Consolatorio
- Avvelenato
- Pericoloso
- Erotico
Alimentarsi diventa pertanto il sistema per sopravvivere a carenze, traumi, malesseri, privazioni.
Le cause primarie dei disturbi del comportamento alimentare sono:
- Familiari con disturbi alimentari
- Peculiari esperienze precedenti la patologia: scontri relazionali con i genitori, bullismo, abusi sessuali
- Bassa autostima, ansia, solitudine
Caratteristica importante delle persone con Disturbi del Comportamento Alimentare è la percezione alterata della propria immagine corporea.
L’immagine corporea non è solo il corpo così come lo si vede in uno specchio ma anche e, soprattutto, la percezione che abbiamo di esso… l’immagine mentale personale della forma, della dimensione e della taglia del corpo e dei relativi sentimenti che proviamo rispetto a queste caratteristiche e alle singole parti fisiche.
L’immagine corporea rappresenta un rilevante fattore di rischio per lo sviluppo e il mantenimento del disturbo alimentare, e come tale risulta un valido criterio diagnostico. Un’immagine corporea positiva è fondamento di una vita soddisfacente, al contrario di un’inacettabilità corporea.
Il distacco dal corpo è parte fondamentale del conflitto con se stessi ma al contempo, per la persona anoressica o bulimica, rappresenta l’unica soluzione possibile, perché solo il miglioramento del corpo potrà renderla uguale agli altri, accettabile in società. La sua vera personalità diventa insignificante, al suo posto si crea un sostituto deforme dagli abiti scuri e la voce assordante tanto da offuscare la mente con i suoi messaggi deleteri. Quest’immagine idealizzata sarà determinante in ogni scelta comportamentale, e l’unico obiettivo prefissato sarà raggiungere un corpo perfetto a qualsiasi costo.
Nei Disturbi del Comportamento Alimentare lo specchio non è più foriero di beltà, sorrisi, sicurezze, identificazione, bensì conferma di difetti, conflitti, solitudine, paura, angoscia. Da veicolo d’allegria diventa improvvisamente lo specchio di Grimilde, la strega di Biancaneve, pronto a ricordare che non si è mai abbastanza perché ci sarà sempre qualcuno migliore, e soprattutto irraggiungibile.
La persona con Disturbi del Comportamento Alimentare è prigioniera dello specchio e carnefice di se stessa.
La vita non è una favola, non arriverà il Principe Azzurro con il suo cavallo bianco a salvare da se stessa la persona con una distorsione alimentare, né potrà salvarsi seguendo la dieta consigliata da un’amica, letta su una rivista o trovata su Internet.
I Disturbi del Comportamento Alimentare sono una patologia seria, grave, e necessita di un percorso di cura attuato non da un solo specialista ma da un’équipe interdisciplinare, e nella quale è indispensabile un cammino di psicoterapia atto a stabilire un rapporto sano e una visione corretta del proprio corpo.
L’importanza dell’immagine corporea perfetta nasce dall’errata convinzione che per essere socialmente integrati serva un aspetto fisico statuario. Le comunicazioni di massa veicolano incessantemente messaggi e immagini di bellezza secondo stereotipi e canoni precisi: la donna bella, alta, con una taglia 40, al massimo 42; l’uomo alto, tonico, palestrato.
In chi esula da questi parametri (o ritiene di non rispondervi), questo circuito di messaggi genera un basso livello d’autostima, un vortice di ansia, paura, giudizi e critiche negative, determinando l’esigenza di perseguire la perfezione della bellezza in qualsiasi modo.
La personalità, l’individualità di una persona, vengono pertanto denigrate e oscurate a favore dell’apparenza, dell’estetica, dell’effimero.
Avere un corpo impeccabile diventa l’unica possibilità di ottenere successo personale e professionale, e il biglietto per accedere al mondo della bellezza perfetta è la dieta da seguire con costanza e severità, a costo di qualsiasi sacrificio… talvolta anche della propria vita.
Ma siamo davvero sicuri che un corpo bello e perfetto possa semplificare e illuminare la vita più di uno stato di salute fisico e psico-emotivo equilibrato? Nessuno che sia schiavo del corpo è libero. (Seneca)

AnnaMaria Fiscale: sociologa, specializzata in analisi qualitativa della ricerca sociale e in management dei servizi sanitari