SERVIZIO SOCIALE OSPEDALIERO

di Claudia Miniero e Maria Rosaria Minieri

Esiste un versante sociale dell’emergenza COVID-19?

The Niesen, 1915, Paul Klee

Da questo punto di vista la situazione attuale non è ancora di emergenza sociale vera e propria, in quanto ancora non vi è un metodo di rilevazione dei dati che sia sistematico come sul fronte sanitario. Stiamo tuttavia rilevando che lo sguardo sociale sulle situazioni di emergenza sanitaria è limitato a pochi addetti. Manca la visione complessiva dell’impatto sociale che il virus sta producendo, e questo non favorisce la progettazione di interventi sociali e socio-sanitari. Infatti le Unità di Crisi sono composte per lo più da figure sanitarie, confermando gli stereotipi sul ruolo dell’Assistente Sociale. Ed è proprio la difficoltà a comprendere una sua specifica funzione in ambito sanitario che contribuisce a rendere ulteriormente sfumati i suoi compiti all’interno di un’istituzione quale è l’ospedale, dallo scopo estremamente chiaro: la cura.

A questo punto ci si potrebbe domandare se l’Assistente Sociale che lavora nel contesto ospedaliero sia considerato parte integrante del corpo curante o solo una delle figure professionali che supporta la cura.

A livello sociale, in questa fase, emergono due tipi di difficoltà: l’isolamento domestico dovuto alla quarantena e il ricovero ospedaliero. Ambedue le situazioni rivelano condizioni di criticità.

L’isolamento domestico procura problemi alle persone, soprattutto se anziane e sole, ma anche alle famiglie con minori e disabili.

Per quanto riguarda il ricovero ospedaliero, poiché i familiari hanno il divieto di accesso ai reparti, perdendo così il contatto con i propri congiunti, in loro si sta manifestando sempre più un vissuto di ansia e preoccupazione.

È proprio in questo periodo di urgenza ed emergenza che il ruolo e i compiti dell’Assistente Sociale ospedaliero si sono modificati. Viene ampliato l’intervento nei confronti dei familiari, attraverso azioni concrete tese a fronteggiare questo tipo di vissuto in cui gli unici contatti possibili sono con il personale sanitario, previo appuntamento, e spesso solo telefonico.

La funzione principale dell’Assistente Sociale in ospedale è comprendere il paziente, che significa prestare attenzione al suo stato d’animo, ai suoi rapporti sociali, alla sua situazione personale, economica, lavorativa. Significa dare consigli e sostegno per fargli prendere coscienza della natura e dell’evoluzione della sua malattia, e di ciò che potrebbero fare persone e organismi esterni per la sua assistenza e il suo trattamento. Ma significa anche coinvolgere i familiari in un percorso che conduce alla costruzione di un progetto d’intervento specifico, in una logica di stretta integrazione socio-sanitaria.

D’altronde, il Servizio Sociale ospedaliero è sorto proprio in risposta alle speranze del paziente, dei suoi familiari, della comunità.

Il periodo in cui i primi Assistenti Sociali hanno fatto la loro comparsa nel contesto ospedaliero italiano risale al 1945, presso l’Ospedale Gaslini di Genova.

La legislazione che ha legittimato la presenza di questi professionisti in ospedale è la Legge 132/68. Il D.P.R. 128/69 così definisce il mandato istituzionale e professionale dell’Assistente Sociale in ospedale: La funzione dell’Assistente Sociale è rivolta a trattare, in collaborazione con il personale sanitario, con il personale di assistenza diretta e con gli altri servizi ospedalieri, i problemi psico-sociali degli assistiti.

In quest’ottica si è inteso riconoscere il diritto dell’individuo a essere curato non solo come malato, ma come persona malata.

Con i Dlg. 502/92 e il Dlg. 517/93, che hanno introdotto l’aziendalizzazione di alcuni ospedali, l’intervento del Servizio Sociale ospedaliero ha acquistato un proprio peso specifico. Gli operatori sanitari diventano sempre più consapevoli che non sempre la Medicina riesce a dare risposte esaustive, ma che il contesto familiare, ambientale e culturale del paziente richiede un’attenta valutazione, che può influenzare anche il trattamento clinico.

Le attività svolte dal Servizio Sociale in ambito ospedaliero sono: azioni di consulenza, assistenza e previdenza nei confronti di persone o gruppi che manifestano bisogni complessi a livello fisico, psichico, sociale, con specifici percorsi d’aiuto; azioni organizzative e gestionali con una funzione di regia dei processi, per attivare e sviluppare reti attraverso azioni multiprofessionali; azioni preventive e promozionali, per favorire processi d’integrazione dei Servizi. Quest’emergenza drammatica, che preoccupa e allarma ciascuno di noi, ci interroga come cittadini e operatori, chiedendoci di fare la nostra parte per fronteggiare le attuali difficoltà sanitarie e sociali. Diventa quindi essenziale, ancor più in questo momento, guardare al futuro per trarre motivazioni e strumenti per fronteggiare il presente e ripartire con interventi che rispettino i diritti dei cittadini, già provati da quest’emergenza nazionale e mondiale.

Maria Rosaria Minieri,Past President Ordine degli Assistenti Sociali Campania

Claudia Miniero, assistente sociale AORN Cardarelli

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