Stili di leadership: una sfida attuale.

La leadership è la capacità di un individuo di guidare un gruppo di persone, del quale ne diventa il responsabile.

Il termine è stato mutuato dall’inglese to lead che significa, appunto, dirigere, guidare.

Il leader è colui che detiene la leadership ed è un soggetto che possiede (o dovrebbe possedere) caratteristiche e competenze tali da ricoprire una posizione di potere.

La motivazione che deve spingere il leader all’azione dovrebbe essere legata al voler trasmettere energia piuttosto che a volerla ricevere dal gruppo.

Esistono diversi stili di leadership e non è automatico che uno stile sia migliore dell’altro, sebbene sia vero che non tutte le forme di essere a capo si rivelino efficaci e motivanti allo stesso modo; a volte, in determinati contesti, una tipologia può essere controproducente rispetto ad un’altra.


If you want to build a ship, don’t drum up the men to gather wood, divide the work, and give orders. Instead, teach them to yearn for the vast and endless sea

Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto ed infinito

(Antoine de Saint – Exupéry)


Il leader, partendo da una classificazione sociologica, può essere contraddistinto tra autoritario, democratico e laizzes faire.

Il leader autoritario è un capo coercitivo e punitivo, proiettato sulle mansioni da svolgere; è generalmente chiuso al dialogo e pretende obbedienza e lealtà.

Il leader autoritario solitamente gode di un senso di rispetto legato al timore, ma non è benvoluto.

Il capo democratico è molto attento alle relazioni umane con il gruppo che dirige e cerca di aiutarne i componenti, favorendone, al contempo, la partecipazione alle decisioni: a volte, però, manca della capacità di prendere in mano le redini qualora sopraggiungano difficoltà.

Infine, il capo laissez faire, il leader che lascia fare, è poco presente, risultando, per questo motivo, addirittura apatico rispetto alle dinamiche del gruppo che guida: si crea confusione, c’è scarsa motivazione, manca il senso di appartenenza.

Appare, quindi, evidente che ogni tipologia di leader ha i suoi lati negativi, sebbene quello autoritario rispecchi la tipologia più deleteria, in quanto costruisce la sua forza sull’imposizione.

L’ideale sarebbe avere una guida capace di adattarsi alle criticità e alle situazioni del momento, cercando di gestire al meglio il gruppo che, tali criticità e situazioni, si trova ad affrontare e a dover superare.

Forse una delle sfide delle società attuali è proprio quella di avere un leader che si faccia portavoce dei bisogni del gruppo che rappresenta, avendone rispetto e richiedendone rispetto, senza ottenerlo con obblighi e minacce più o meno velate.

Non sempre è così, anzi spesso ci si riempie di parole che riportano alla libertà individuale solo nella grammatica: diritti, democrazia, autonomia di scelta e diritto all’autodeterminazione… nella realtà dei fatti la forma di leadership predominante è quella di tipo autoritario, dove l’obbedienza e la sudditanza sono frutto della paura e della precarietà ed il rispetto, egregio sconosciuto, è solo quello che si vuole fare emergere dalle pagine tanto patinate quanto artefatte, di riviste di gossip e costume.

Rosa Maria Bevilacqua, Sociologa, A.O.R.N. “San Giuseppe Moscati”- Avellino, Delegata alla Sanità ASI (Associazione Sociologi Italiani)

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