Storia della nascita della danza moderna
Parte 1
Nel 1661 la danza classica nasce in Francia con l’Académie Royale de danse voluta da Luigi XIV e, per due secoli, si è assistito a una forma di danza teatrale priva di espressione e legata a dei codici ben precisi.
Alla fine del diciannovesimo secolo si assiste a una vera rivoluzione nel mondo della danza, sia in Europa che in America, una sorta di liberazione dai codici prestabiliti dalla danza classica, e nascono così la danza libera europea e la modern dance in America in cui coreografia, musica e scenografia tendono a una interdipendenza e autonomia di valori espressivi che era completamente assente nel balletto classico teatrale di fine ‘800, rivoluzionando in tal modo anche il lavoro del coreografo.
I precursori di questa che venne considerata una vera e propria rivoluzione, furono il francese François Delsarte in Europa e Isadora Duncan negli Stati Uniti.

Delsarte è stato il precursore di tutti i fondamenti su cui si è poi basata la danza libera, distinguendo i movimenti in:
1) Forme di opposizione
2) Forme di parallelismo
3) Forme di successione
Tali forme furono poi riprese dai creatori della danza moderna.
Tra i due precursori Isadora Duncan ha dato inizio alla danza libera in cui la musica, la libertà di movimento, le scene e i costumi hanno rivoluzionato completamente il concetto di danza, abbandonando così le rigide regole della danza classica.
I costumi, ad esempio, vedono l’abbandono dei corsetti e delle stecche per dare spazio ad abiti morbidi che mettono in evidenza le linee del corpo del ballerino nella sua naturalezza.
Loie Fuller, ecletticaartistadi danza e teatro, diede un grosso contributo allo sviluppo della danza contemporanea nelle realizzazioni sceniche (luci e accessori applicati sul corpo dei danzatori).
Si svilupparono così tre filoni principali: Americano, Tedesco ed Europeo.
La first lady della danza moderna fu considerata Ruth St. Denis che nel 1915 fondò, assieme a Ted Shawn, la Denishawn School of dancing and related arts, aprendo a Los Angeles la prima scuola di danza moderna negli Stati Uniti, in cui si formati i creatori della modern dance come Martha Graham, Doris Humphrey e Charles Weidman, grazie a un validissimo metodo di insegnamento molto formativo.
In Germania invece, la rivoluzione della danza si scontrò con il nazismo, e il precursore Rudolf Laban fu costretto a rifugiarsi in Gran Bretagna, mentre la sua allieva e altra pioniera della danza espressionistica, Mary Wigman, danzatrice e coreografa, preferì continuare il filone tedesco nella propria patria.
In America per tutto il secolo scorso si formarono numerosi coreografi di modern dance detta anche danza libera, mentre l’Europa centrale rimase in silenzio fino agli anni ‘70, che vide la nascita della grande scuola europea, il Tanztheater, ad opera di Pina Bausch, Reinhild Hoffmann, Susanne Linke, Gerhard Bohner e Hans Kresnik che, ispirati dall’espressionismo di Laban e della Wigman degli anni trenta, introducono nuovi elementi nella danza moderna.
In America ci fu una grande necessità di esprimere le proprie emozioni e la realtà femminile come fenomeno sociale.

La modern dance americana nasce ufficialmente con la grande Martha Graham, lei ha davvero rivoluzionato la danza, e infatti è stata vista come una figura mitica dell’arte occidentale del ventesimo secolo; molto probabilmente anche da chi non conosce la danza ma avrà, almeno una volta nella vita, sentito nominare il su nome.
In cosa consiste la rivoluzione nella danza della Graham e quali furono i suoi principi? Innanzitutto creò una vera e propria tecnica di danza moderna che ancora oggi viene insegnata.
La Graham attingeva molto dagli accadimenti della realtà storica e psicologica dell’uomo contemporaneo, mettendo così in scena degli spettacoli non solo molto belli per l’uso dei movimenti del corpo, ma anche per la scelta dei costumi (è stata lei ad inventare il famoso pigiama palazzo) e per l’espressività dei suoi danzatori, essendo proprio l’espressività uno dei principi base della sua tecnica.
Tra le sue coreografie famose ricordiamo Lamentation, Primitive mysteries, Chronicle e molte altre.
Negli anni 40 fondò una sua compagnia che si esibì, con le sue creazioni, in tutta l’America e, dagli anni 50, anche in Europa approdando, nel 1954, in Italia.
Collaborò anche con il coreografo russo George Balanchine, di cui parleremo più avanti, per l’opera Episodes, che venne considerata un grande evento in quanto fuse i due tronchi principali della danza occidentale del Novecento.
Nel ‘69 apparve per l’ultima volta sulla scena concludendo una carriera di danzatrice durata ben 53 anni, in cui fu attrice, stilista, ballerina, insegnante e creatrice della sua famosa tecnica.
Dopo un periodo di silenzio, riprese a creare grandi opere tra cui Lucifer, i cui ruoli principali furono affidati a Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev.
La Graham ha segnato, nella danza, il nostro tempo e lei stessa era ben consapevole di esserne stata la sacerdotessa.
I fondamentali principi della sua tecnica sono la respirazione come concentrazione massima dell’energia vitale che parte dal bacino, e la contraction–release, contrazione e rilassamento, un movimento del busto di opposizione di due forze contrarie e complementari che segna il flusso della respirazione, rafforzando così tutta la fascia addominale.
Altro aspetto importante della sua tecnica è rappresentato dall‘utilizzo del suolo: i piedi sempre nudi a contatto con il suolo e inoltre è con lei che nasce ogni forma di movimento al suolo, ripreso poi da altre tecniche di danza nonché dalla ginnastica.

Simona Di Martino. Insegnante di danza modern contemporary e di PBT (Progressive Ballet Tecnique), coreografa, stilista. Ha studiato scienze politiche. Ama lo sport e i viaggi.