Tre , due , uno: il nuovo anno e i buoni propositi!

L’inizio dell’anno nuovo si accompagna sempre di tanti desideri e promesse … è un nuovo inizio per tutti. Si lascia alle spalle l’anno vecchio e ci si sente proiettati alla speranza del nuovo. È l’occasione per fare la lista di tanti buoni propositi: cambiare lavoro e guadagnare di più, trovare un fidanzato o finalmente arrivare al matrimonio, avere un figlio, e dulcis in fundo rimettersi in forma. Ed ecco che il mercato delle diete e dei programmi dimagranti torna alla ribalta. Dieta chetogenica, detox, paleodieta, digiuno, e chissà quante altre tutte pronte che promettono una perdita di peso veloce; non importa se duratura e sana, ma che sia veloce.

E se invece quest’anno cambiassimo atteggiamento? Dimentichiamo i super buoni propositi. Potremmo avviare quei cambiamenti che ti portano ad una vita felice e in salute. Quello che mi viene subito alla mente è il modello alimentare mediterraneo. La Dieta Mediterranea, dichiarata patrimonio dell’umanità dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) nel 2010, va infatti oltre il concetto di cibo e rappresenta uno stile di vita che ha effetti positivi sulla sfera sociale, economica ed anche ambientale. Numerose sono le evidenze a supporto dell’efficacia della Dieta Mediterranea nel ridurre il rischio di malattie, quali diabete, sindrome metabolica, tumore e malattie cardiovascolari.

Anche la FAO promuove i benefici del modello alimentare mediterraneo e lo raccomanda come possibile scelta tra le diete valutate e riconosciute come sostenibili, ovvero “a basso impatto ambientale che contribuiscono alla sicurezza alimentare e nutrizionale nonché a una vita sana per le generazioni presenti e future.” (www.fao.org/food/sustainable-diets-and-biodiversity). La Dieta Mediterranea infatti promuove la biodiversità, la stagionalità, la produzione alimentare locale ed ha un basso impatto ambientale.

Alla base della piramide alimentare che rappresenta la Dieta Mediterranea inoltre sono chiaramente indicati alcuni comportamenti che certamente contribuiscono ad uno stile di vita in salute e felice. Abbiamo infatti una particolare attenzione all’essere fisicamente attivi, riposare bene ed essere conviviali, ovvero essere social magari condividendo una bella cena con amici o in famiglia. Ma quali sono le proposte alimentari della Dieta Mediterranea, questa sconosciuta? Il modello alimentare della Dieta Mediterranea raccomanda un consumo elevato di prodotti vegetali, quali frutta fresca e a guscio, verdura, legumi e cereali integrali; la principale fonte di grassi è costituita dall’olio di oliva; un consumo moderato di proteine di origine animale (uova, carne bianca, latte e derivati e pesce); ed un consumo limitato di carni rosse, insaccati, e dolci e zuccheri.

Ma oggi gli italiani seguono la Dieta Mediterranea? Pare proprio di no. I risultati di uno studio condotto su un ampio campione di italiani indicano un’aderenza ridotta alla Dieta Mediterranea (Biasini et al., Nutrients 2021, 13, 3282). Eppure tutti sembrano sorpresi! Probabilmente anche i vari mezzi di comunicazione alimentano la convinzione della popolazione circa il fatto che, in quanto italiani, l’adesione alla Dieta Mediterranea sia implicita e con essa anche i benefici per la salute che comporta. Il paradosso al quale assistiamo oggi è che nonostante la Dieta Mediterranea abbia dimostrato i suoi effetti benefici, e si sia diffusa anche in popolazioni che non vivono nell’area mediterranea, gli abitanti dei paesi mediterranei se ne siano “dimenticati”.

Uno studio condotto qualche anno fa ha messo a confronto i comportamenti alimentari della popolazione italiana adulta con il “modello mediterraneo” descritto per l’indagine alimentare condotta negli anni Sessanta a Nicotera, Calabria (Giampaoli et al.,  Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare/ Health Examination Survey, OEC/HES; Epidemiol Prev 2015;39, 373). Ebbene, confrontato con il modello mediterraneo degli anni Sessanta, oggi il consumo di cereali, patate e legumi è ridotto alla metà, mentre il consumo di alimenti quali carni, formaggi, latte e dolci è più che raddoppiato.

Anche il consumo di olio extravergine di oliva oggi risulta ridotto rispetto al modello alimentare degli anni Sessanta. Lo scenario degli ultimi decenni è quello di una transizione nutrizionale, ovvero di una trasformazione della dieta media verso livelli calorici più elevati: si è assistito infatti al passaggio dal consumo di prodotti vegetali, quali cereali e legumi, poco trasformati verso consumi elevati di proteine animali, grassi e zuccheri. Certamente la globalizzazione e le pressioni economiche stanno cambiando i nostri modelli di consumo ed il risultato di queste transizioni è un’alimentazione povera di nutrienti con preoccupanti conseguenze sulla salute nonché sull’economia dei paesi.

Ritornando al nostro metro quadro da cambiare, quest’anno potremmo iniziare senza fare grandi progetti e senza scrivere una lunga lista di buoni propositi per il futuro, che poi quasi mai rispettiamo e quello che resta è solo frustrazione! Potremmo invece provare a regalarci piccoli cambiamenti che ci fanno sentire bene ogni giorno. Dare la precedenza alle priorità della nostra giornata e gestire le emergenze evitando di far prendere loro il sopravvento. Piccole obbedienze quotidiane… seguire uno schema, un programma che organizziamo in base alle nostre esigenze e in base a ciò che ci fa felici davvero!

Allora potremmo iniziare da un modello mediterraneo come stile di vita: organizzare il tempo per mantenersi attivi fisicamente, avere relazioni piacevoli, riposare in modo adeguato, pianificare un menù settimanale seguendo la Dieta Mediterranea, preparare la lista della spesa per consumare davvero ciò che ci fa bene ed evitando gli sprechi. E chissà che il nostro metro quadro non si espanda e porti alla realizzazione di azioni di intervento mirate a migliorare la qualità dell’alimentazione, sia in termini di benefici per la salute che di impatto sull’ambiente.

Concetta Montagnese Ricercatore, Biologo Nutrizionista presso SC Epidemiologia e Biostatistica – IRCCS Istituto Nazionale Tumori “Fondazione G. Pascale”. Esploratrice di luoghi e stati d’animo.

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