Una carezza per chi ne ha bisogno

lettera di un teenager

È un periodo così gelido e isolato che sembra di trovarsi in una deserta distesa di neve. Per tutte le persone distanti, voglio essere come i luminosi raggi del sole che, sfiorandola, scaldano la pelle nel tepore primaverile. Voglio essere il respiro che si sente nel più triste dei silenzi, per far capire di esserci, di essere vicino. Sarò un mantello di lana avvolgente, e si supereranno le intemperie con il mio conforto. Sarò le continue onde del mare che si infrangono con leggerezza sulla sabbia, e trascinerò via ogni preoccupazione e debolezza. Sarò il vento caldo estivo e lento che viene dal Sud, e circonderò il volto, e scioglierò i gelidi pensieri che tolgono spazio alla gioia. Auguro la carezza della mano grossa e ruvida di un padre forte, che doni la fiducia di poter procedere. Auguro la carezza della piccola mano delicata di una madre, che doni amore e gentilezza. Auguro che siano saldi i rapporti con chi percorre assieme il tortuoso cammino. Auguro un campo di fiori colorati dal profumo rasserenante, dove sostare in tutti i momenti critici. E quando la stanchezza farà capolino, auguro un cuscino di piume sul quale poggiare la testa e chetare l’afflizione dei problemi. A ogni ostacolo da scalare, anche in quello più alto, auguro delle forti braccia che lo facciano superare, un busto rigido che tenga in equilibrio, e delle possenti gambe per reggere ogni peso. Auguro la forza che consentirà di infrangere ogni parete, l’accortezza di saper costruire dove c’è bisogno. Sarò la colonna sonora, armonica e spensierata, sulla quale lasciarsi andare in una danza liberatoria. E alla fine, sarò il fuoco che scalderà nelle notti più fredde e buie.

Domenico, 15 anni, frequenta il secondo anno di un liceo scientifico napoletano

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