Un’altra storia
Per la Tradizione indù il Kali Yuga – ultima delle quattro età in cui è suddiviso l’attuale Ciclo Cosmico – è la fase di sviluppo delle potenzialità negative.
Il suo nome significa “Età Oscura” ed indica la principale caratteristica di quest’epoca, in cui si attenua quella luce di ordine superiore che illumina le coscienze ed esse entrano, quindi, nel buio che proviene dal basso, da quel mondo pericoloso e sotterraneo inteso come sfera “infera”.
Ma questo significato, altamente simbolico, non rende per intero, nel nostro linguaggio ordinario che è sintetico e piatto, tutti gli altri significati che invece sono comprensibili a chi si sforza di attribuire un valore fondamentale al simbolismo della luce e quindi comprende cosa realmente rappresenti il buio e l’oscurità delle coscienze.
La luce è la Vita, mentre entrare nel buio vuol dire passare in un’altra dimensione, opposta e contraria, dove tutto assume, di conseguenza, un valore specularmente capovolto rispetto a quello che normalmente possiede…
Per usare un’altra immagine, è l’ingresso nel Regno delle Ombre così magistralmente descritto da Platone nel famoso Mito delle Caverna, in cui degli uomini, incatenati dentro una caverna, vedono le ombre del mondo e credono che quelle ombre siano la realtà.
Il Kali Yuga è esattamente questo: credere che ombre inconsistenti e vacue siano la realtà, l’unica vera realtà possibile e che altre dimensioni superiori non esistano né possano esistere.
Questo paradosso del credere vero ciò che anticamente, presso tutte le Civiltà, era ritenuto falso e viceversa, è infatti ciò che maggiormente differenzia la nostra epoca – fase sicuramente terminale del Kali Yuga – da quelle precedenti.
La civiltà contemporanea è riuscita letteralmente a capovolgere la questione. L’apparenza è divenuta realtà e ciò che invece dà origine ad essa molto semplicemente “non esiste”.
Ma il paradosso non si limita a questo.
Fatto ancor più grave è che oggi gran parte dell’umanità e sicuramente molti, troppi, decisori politici, non hanno più percezione compiuta delle idee che si ritrovano in testa e sono anzi convinti di essere particolarmente “evoluti”, di detenere le verità assolute e addirittura deridono, quando apertamente non ostracizzano (“bannano” potremmo dire usando una terminologia oggi purtroppo familiare) chi concepisce realtà, qualunque esse siano, che vanno ben oltre le apparenze, ben oltre le ombre.
È insomma l’apoteosi dell’ignorante presuntuoso, che dichiara essere scienza e verità la sua stessa ignoranza e quindi nega ciò che non conosce e che nemmeno vuole o può comprendere o sforzarsi di comprendere.
È negare la luce ed entrare nell’oscurità del Regno delle Ombre, proprio come nel mito di Platone: gli individui entrano in una “caverna” – ossia sprofondano nel buio – e chiamano realtà le ombre.
Questo punto è particolarmente importante e dovrebbe indurci a riflettere sul genere di vita che conduciamo, sulle parole d’ordine alle quali siamo assoggettati, sui falsi mantra che volenti o nolenti siamo costretti a recitare ogni giorno.
È un lungo discorso, ma il lettore più attento e sensibile lo comprende e può approfondirlo, se vuole, per trarne le conseguenze: a buon intenditor poche parole e chi scrive non intende annoiare nessuno, ma solo fornire, a se stesso ed a chi ha la bontà di leggerlo, qualche spunto di discussione e qualche elemento di dubbio.
Ne abbiamo bisogno, visto ciò che ci accade intorno in questi momenti convulsi, attraversati da venti di guerra che molti alimentano ignobilmente, anziché cercare di placare con equilibrio e saggezza.
Ma queste doti, oramai, sono merce assai rara, destinata però a ritornare nelle nostre mani, anche se non sappiamo quando.
E’ interessante notare come, migliaia di anni fa, il Vishnu-Purana indù contenesse una precisa indicazione degli eventi che preannunceranno il termine dell’età del Kali Yuga.
In quel testo, in una efficacissima descrizione, sono riportati, infatti, gli avvenimenti che caratterizzano il culmine dell’Età Oscura, intesi ovviamente non come una cronaca dei fatti, ma come la conseguenza dell’oscurità che pervade le coscienze.
Allora – è scritto – tutto sarà come capovolto ed avrà valore non ciò che è giusto, ma il suo contrario.
Più gli uomini saranno traviati, più saranno onorati e portati in palmo di mano dall’intera società. Così per tutte le categorie di individui più bassi e meschini : più andranno contro gli istinti e l’ordine naturale delle cose, più verranno considerati uomini superiori.
Il ladro verrà considerato un uomo intelligente e l’onesto uno sprovveduto; basterà avere denaro per essere all’apice della società, che anzi onorerà più gli individui loschi che quelli rispettabili.
Non comanderanno i migliori ed i più saggi tra gli uomini, ma i più forsennati, in una confusione completa dove anche un individuo spregevole potrà governare chi lo supera in ogni qualità umana.
Ogni valore sarà capovolto e tutto ciò che aveva valore sarà negato.
Ma ogni morte porta in sé il germe della rinascita.
Se un ciclo è destinato a chiudersi, se ne aprirà alla fine un altro in cui si svilupperà una nuova umanità e si realizzerà il “raddrizzamento” di ogni condizione alterata.
La memoria dell’attuale umanità verrà mantenuta dall’esiguo numero di coloro che avranno potuto superare indenni le prove e l’oscurità del mondo, in un congiungimento con l’Alto e non più con il Basso.
E saranno questi coloro da cui nascerà l’Umanità che darà inizio ad una nuova Età dell’Oro.
Ecco dunque un’ottica interpretativa della Storia ignorata dal pensiero contemporaneo, ma propria di tutte le Tradizioni occidentali, orientali e nordiche e ben diversa da quella lineare, deterministica e limitata alla quale il pensiero contemporaneo è oramai assuefatto.
Un’ottica che può aprire nuovi orizzonti e può aiutarci a riflettere, riflettere ed ancora riflettere…. per meglio agire.

Michele Chiodi, già dirigente di istituti finanziari, collabora con periodici e associazioni culturali.