Uomini e violenza

Perché gli uomini hanno bisogno di usare violenza? Non siamo noi gli evoluti?

La violenza non risolve mai i conflitti, e nemmeno diminuisce le loro drammatiche conseguenze.

Giovanni Paolo II

Quali sono i meccanismi che scatenano la violenza?

Secondo Freud, almeno a livello potenziale siamo tutti assassini: o autolesionisti o omicidi.

Il padre della psicanalisi arrivava a questa terribile sentenza, subito dopo la prima guerra mondiale, riprendendo la concezione filosofica di Empedocle, basata su Phila e Neikos, come forze costitutive della realtà, dove una corrisponde all’amore (verso sé stessi e verso gli altri), in contrapposizione alla discordia e all’odio.

Sono passati molti anni e molte teorie di Freud sono state rivalutate, ma purtroppo non questa.

Oggi più che mai stiamo parlando di violenza, costretti ad osservare come spettatori inermi l’ennesima guerra che uomini scatenano contro altri uomini; ci diamo molte spiegazioni riguardo agli interessi economici e geopolitici, ma la verità è che la gente muore brutalmente.

La violenza fa parte di noi, è una realtà: secondo la psicologa clinica Grazia Aloi, solo imparando a frenare gli impulsi del pudore, con l’aiuto di un autorevole super-io saremo in grado di fermare la violenza.

Ma cosa è il super io?

Be’, ammetto che parlarne in poche parole sarebbe troppo complesso, ma posso dire che si tratta di un’istanza che si forma attraverso l’educazione ai valori e interviene a bloccare gli istinti, vietandoci di attuare comportamenti aggressivi e permettendoci di sfogare la violenza in fantasia.

Quindi cosa non funziona nei violenti? Non riescono ad usare i loro freni inibitori, fantasticando il male che deriva dall’impulso violento, piuttosto che farlo realmente.

Così arrivano a sfogarlo concretamente con sé stessi o verso gli altri.

Ma perché non riusciamo a controllare i comportamenti violenti?

La difficoltà di vivere in società, qualunque essa sia, porta i più fragili all’esaurimento o all’indebolimento delle forze di autocontrollo, in quanto siamo troppo presi a controllare l’altro, a controllare che non sia esso (chiunque si voglia intendere con esso) a colpirci, a farci del male per primo.

Quanto pesa per chi la fa e chi la subisce?

La violenza ha sempre delle conseguenze personali e sociali, sia che si tratti di atti violenti o anche di pensieri violenti (razzismo, omofobia ecc..).

Purtroppo i danni che si ripercuotono su chi fa violenza possono essere solo di tipo sociale. Chi non riesce a frenare i propri istinti, finisce per essere travolto dai sentimenti negativi, al punto tale che poi risulta difficile tornare indietro. Solo dopo un processo di riflessione e una riabilitazione del proprio super io, il soggetto violento è in grado di ammettere la gravità dei propri atti e, solo allora, perfino a soffrirne, percependosi inadeguato a vivere in società.

Chi subisce violenza, invece, ne registra forti conseguenze che sono prima di tutto traumi psicologici, ferite alla dignità personale difficili da superare, e comunque sempre dopo un percorso psicoterapeutico e di grande rielaborazione della ferita.

Silvana Figlioli, Psicologa clinica e Psicodiagnosta, specialista in riabilitazione psichiatrica e psicomotricità infantile. Criminologa esperta in scienze forensi, istruttrice di mindfulness. Fondatrice dell’associazione Il ventre di Parthenope. Cultrice di psicologia archetipica.

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