Verso il consumo quotidiano degli alimenti biologici

Negli ultimi anni stiamo assistendo a un vero e proprio boom dei consumi di alimenti biologici, prodotti con metodi agricoli e zootecnici che mirano alla salvaguardia dell’ambiente e degli esseri viventi. In Italia si stima un mercato annuale in crescita del 10-15% circa e la presenza del biologico non solo in negozi specializzati, ma anche nella grande distribuzione.

Le campagne informative sugli effetti benefici del cibo biologico, sia sulla salute dell’uomo che su quella dell’ambiente, stanno facendo leva sulla coscienza dei consumatori, che sempre più numerosi, anche tra i più giovani, si orientano verso il consumo di questi alimenti sostenibili per l’ambiente. L’Unione Europea, col regolamento comunitario n. 2092 del 1991, quando il biologico era solo un prodotto di nicchia, emanò la prima disciplina su produzione e idonea etichettatura dei prodotti biologici e sulle relative procedure di certificazione sia dei prodotti che dei produttori per tutti gli Stati di appartenenza all’UE. Con l’aumento dei consumi, le normative a riguardo sono in continuo aggiornamento. Attualmente il Regolamento Europeo in materia di agricoltura biologica è regolato dal Reg. (CE) n° 834/2007che ha abrogato i precedenti regolamenti del 1991 e del 1999.

Perché è importante che si abbia una regolamentazione anche nel settore biologico? Al di là di garantire una leale concorrenza tra i produttori dei vari Paesi, c’è la necessità di tutelare i consumatori garantendo la veridicità del prodotto biologico, anche perché il suo costo è nettamente maggiore, e il suo riconoscimento tra quelli convenzionali. All’uopo l’Unione Europea ha stabilito l’obbligatorietà dell’apposizione di un logo su tutti i prodotti certificati e riconosciuti come biologici. Un prodotto con logo di certificazione biologica garantisce che almeno il 95% dei suoi ingredienti provengono dall’agricoltura o allevamento biologici.

In Italia gli enti istituzionali che effettuano i controlli e la certificazione delle produzioni biologiche sono riconosciuti con decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e sono sottoposti a loro volta al controllo dello stesso Ministero e delle Regioni e il loro nome (Bio Agri Cert, Codex, Suolo e Salute ecc.) deve comparire sull’etichetta del prodotto che hanno certificato.

Il consumo di cibo biologico non è più considerato come una semplice moda del momento da seguire, ma sta diventando una parte integrante della vita quotidiana di ogni individuo. Dal punto di vista nutrizionale, molti studi affermano che il cibo biologico è un cibo utile per migliorare lo stato di benessere dell’organismo.

La frutta, la verdura ed i loro semi, provenienti da agricoltura biologica sono OGM free e sono privi di contaminazioni da diserbanti, pesticidi e fertilizzanti. Infatti, le loro coltivazioni utilizzano antiche tecniche, come la rotazione delle colture per un uso efficiente delle risorse, e sostanze naturali per fertilizzare il suolo, come i concimi organici ed il letame. Consumare alimenti non contaminati riduce il rischio di insorgenza di alcune malattie come il morbo di Parkinson, l’infertilità, il cancro e riduce l’esposizione dei bambini all’insorgenza di problemi legati alle ridotte capacità cognitive.

Il comparto biologico non riguarda solo frutta e verdura, ma anche gli allevamenti di bestiame. Gli animali allevati secondo la filiera biologica hanno una vita qualitativamente migliore, un libero pascolo all’aria aperta e su spazi relativamente grandi ed un foraggio naturale del tutto privo di farmaci, soprattutto gli antibiotici, o sostanze chimiche. Limitare a percentuali irrisorie e solo se strettamente necessario, l’uso di antibiotici nel comprato zootecnico eviterebbe lo sviluppo di batteri resistenti ai farmaci, che possono essere trasmessi all’uomo, rendendo più difficile il trattamento delle infezioni. La differenza tra cibo biologico e cibo convenzionale è quindi legata alle tecniche di produzione, con un risvolto qualitativo nettamente superiore a carico del primo.

Quando addentiamo una mela biologica, ad esempio, abbiamo la sicurezza di non correre il rischio di ingerire eventuali tracce di petrolio o sostanze potenzialmente cancerogene e la certezza che il nostro organismo stia assumendo i giusti nutrienti (grassi acidi omega 3, vitamine, sali minerali, fibre, antiossidanti) proprio in virtù del mancato trattamento chimico delle piante che permetterebbe alle stesse di mantenere la qualità nutrizionale come mezzo di difesa dagli agenti esterni. Inoltre, nell’addentare quella mela biologica avremo contribuito alla sostenibilità dell’ambiente in cui viviamo, riducendo l’inquinamento e tutelando la salute dei lavoratori agricoli.

Mirella Gallo, Consulente in Nutrizione e Fitness, esperta in elaborazione di diete in condizioni fisiologiche e patologiche, personal trainer.

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