Violenza: vile forma di sconfitta

Poco dopo l’alba dello scorso primo gennaio, quando ancora sembrava risuonassero nell’aria la musica assordante delle discoteche e il rumore di botti e fuochi d’artificio, lungo la strada che conduce da Avellino a Mercogliano, un giovane di 20 anni veniva gravemente ferito a coltellate da un coetaneo. La lite, scaturita da un motivo banale come praticamente sempre banali sono i motivi che portano a uccidere, era iniziata già da alcune ore, mentre ci si preparava ad accogliere il nuovo anno, partecipando ad un veglione.

La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci.

Isaac Asimov

In sociologia, la violenza è qualunque comportamento volontario e aggressivo attuato contro persone, animali, oggetti con l’intenzione di ferire, uccidere, distruggere, arrecare danno, sottomettere al proprio dominio la volontà di un altro individuo.

Le forme di violenza sono molteplici e vanno individuate in ogni forma di sopruso fisico, psicologico, sessuale, economico; il termine deriva, infatti, dal latino violentus e ha la sua origine in vis, che indica ciò che opprime, distrugge, vince.

I comportamenti violenti hanno spesso origine nel senso di impotenza e di non controllo rispetto a determinate circostanze: si reagisce con la violenza pensando di uscire vincitori da particolari situazioni, con lo scopo di annientare o almeno impaurire il presunto avversario.

-La violenza si alimenta con l’aggressività, la coercizione, la brutalità, la prepotenza…

-La violenza si nutre con la viltà di chi ad essa ricorre pensando (e sperando) di apparire forte, perché sa, invece, di essere debole.

-La violenza non è vittoria, quanto piuttosto una grandissima e spregevole sconfitta.

La violenza non è forza, ma debolezza,

né mai può essere creatrice di cosa alcuna, ma soltanto distruggerla.

Benedetto Croce

Era l’alba di Capodanno quel giorno ad Avellino…

Chi aveva trascorso la notte a festeggiare, si avviava verso casa…

Nell’aria frizzantina del mattino ancora risuonavano lo scoppiettio dei fuochi d’artificio e il vociare allegro dei veglioni…

Il sole sorgeva in un cielo invernale eppure azzurro e limpido…

Tuttavia l’anno nuovo, appena nato, per qualcuno sarebbe già stato vecchio…

La strada davanti a un bar, mentre il mondo risorgeva in nuove aspettative e speranze, si colorava di rosso e gridava di dolore e si macchiava dell’ombra di un coltello ad oggi non ancora ritrovato…

Poco lontano si alzava il suono festante e benaugurante di campane ancora ignare e vibranti di vita…

Rosa Maria Bevilacqua, Sociologa, A.O.R.N. “San Giuseppe Moscati”- Avellino, Delegata alla Sanità ASI (Associazione Sociologi Italiani)

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